rappresentazioni della disabilità nella letteratura e cultura dell’Italia contemporanea

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Gli otto contributi di questo numero speciale, Dal margine al centro: rappresentazioni della disabilità nella letteratura e cultura dell’Italia contemporanea, sezione monografica, a cura di Ellen Patat e Daniela Bombara, in “Cuadernos de Filología Italiana”, n. 31, 2024, approfondiscono la mitografia e la storia letteraria e culturale della disabilità, adottando prospettive multidisciplinari che spaziano su ampi orizzonti temporali e differenti generi e forme narrative, teatrali, visuali. Il tema, esplorato in tutta la sua complessità, evidenzia la natura prismatica della disabilità, riflessa in un ampio spettro di condizioni e interpretazioni. Tra gli autori e artisti analizzati figurano Arrigo Boito, Tommaso Landolfi, Filippo Tommaso Marinetti, Maria Messina, Luigi Pirandello, Cesare Pavese, Giovanni Verga, Alice Vance, Ketty La Rocca e i fumetti Bonelli,  Sergio Rilletti.

Attraverso questi studi emergono direttrici discorsive che, partendo dalla spettacolarizzazione e stigmatizzazione della disabilità – fenomeno spesso legato a esclusione e negazione dell’agency – giungono a mettere in luce la necessità di autodeterminazione dell’individuo non conforme. Fabrizio Foni, ad esempio, esplora la messa in rilievo del corpo ‘diverso’, sia reale che finzionale, analizzando il fenomeno dei freaks tra luna park e circhi. Tali esibizioni, suscitando un senso misto di attrazione e repulsione, sollecitano riflessioni sulla fallibilità della Natura e sulla costruzione identitaria dello spettatore rispetto all’Altro.

La liminalità del personaggio con menomazione si manifesta spesso all’interno della famiglia, microcosmo sociale per eccellenza, anche tramite la sottrazione della voce, strumento chiave di una salda configurazione identitaria. Daniela Bombara, nel suo studio sui personaggi muti nella letteratura italiana contemporanea, analizza l’afasia e la sordità di Ciancianedda – protagonista dell’omonimo racconto di Maria Messina – non come segni di inferiorità ma  parte della sua normale, per quanto in sé atipica, condizione di vita, in una narrazione abilmente condotta dalla parte del disabile perché filtrata attraverso i suoi organi percettivi. In La muta di Landolfi, la perdita della voce conduce a prevaricazioni e violenza, mentre in Pirandello il mutismo di Serafino Gubbio riflette l’alienazione sociale e produttiva, tramutando l’assenza di parola in un mezzo per esprimere la disumanizzazione nel contesto della società capitalista.

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Sara Lorenzetti approfondisce la rappresentazione della disabilità fisica nelle novelle pirandelliane, descrivendo una galleria di personaggi emarginati e caricaturali, attraverso cui lo scrittore riflette, con umorismo perturbante, sull’esistenza umana. Lorenzetti evidenzia inoltre la fantasticizzazione della disabilità in Pirandello, spesso legata a una forza soprannaturale che agisce sui corpi, evocando topoi come il contagio e il destino incomprensibile.

Vincenzo Pernice affronta la celebrazione del corpo mutilato in Marinetti, che esalta le ferite di guerra in chiave patriottica, ma lascia emergere atteggiamenti derisori e stereotipi abilisti. Alessandro Cutrona e Salvatore Ferlita analizzano La luna e i falò di Pavese, soffermandosi sul personaggio di Cinto, emblema della marginalità e vittima di violenza simbolica.

In chiave sociologica, Lorenzo De Palma, Mario Tirino e Simona Castellano esplorano la disabilità nei fumetti Bonelli, individuando un graduale avvicinamento alla “normalizzazione” del fenomeno. Ellen Patat esamina l’antologia Capacità nascoste di Sergio Rilletti: suddivisa in nove sezioni, l’analisi dei racconti usa la lente interpretativa del “superdisabile” per suggerire un ribaltamento di prospettiva che, congiuntamente a una riflessione sullo sdoganamento della materia, porti a demitizzare e neutralizzare quei moduli descrittivi che confinano i personaggi entro specifiche categorie.

Infine, Rosanna Gangemi analizza Ketty La Rocca, artista che trasforma il proprio corpo malato in strumento espressivo, caricando di significati simbolici le radiografie del suo encefalo invaso dal cancro.

Questo percorso, che intreccia margini e centro, sottolinea la rilevanza della disabilità nel panorama culturale italiano, invitando a ulteriori approfondimenti critici.

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