COVA CONTRO NON NE AZZECCA UNA

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Dai benefattori olandesi agli ignoti che minacciano il sociologo Finizio di Basilicata24: il simulacro dei nemici simulati. Dall’estero soldi per cause perse in partenza. Contro Tecnoparco dai giudici col numero dei followers Fb: liquidato con 2 battute

Nè stelle, nè belle scoperte: appare di palmare evidenza come nè Basilicata24, nè Cova Contro siano «nel mirino» di Cronache Lucane che, al contrario, è stata resa, dai due soggetti citati e con periodica sistematicità, oggetto di reiterate provocazioni di ogni sorta, volendole definire in modo eufemistico. Al sociologo Michele Finizio che scrive «facciamo i giornalisti, non i buffoni», verrebbe naturale consigliare specifica letteratura per suggerire che meglio il buffone, se è vero che con ogni probabilità era l’unico ad avere il beneficio di poter prendere in giro il sovrano, che soffrire perennemente della sindrome di Calimero. Il più comprende il meno: continui tranquillamente a farsi domande che magari arriverà a quella giusta. Nel suo caso, dovrebbe risuonare pressapoco così: e quindi? Chissà troverà un senso, o il senso stesso coinciderà col comprendere l’assenza di senso: in sintesi ogni problema ha una soluzione, se non c’è la soluzione non c’è neanche il problema. Infine, sempre al sociologo Finizio, si augura di riuscire ad intercettare con i suoi radar, che tra l’altro rilevano la scomparsa di persone non si sa su quali basi, per arrivare a dare un nome e un cognome a quanti, a suo dire, lo minacciano e gli distruggono la vita perchè vogliono che taccia. Si presume che non sia possibile andare a sporgere ufficiale denuncia, o agli investigatori o agli inquirenti, contro il sistema. Non si saprebbe neanche dove inserire il termine sistema, se al nome o al cognome. Passando a Giorgio Santoriello di Cova Contro, non si può non constatare come la sua replica sul rendiconto dell’associazione, sia disordinata e, in re ipsa, contraddittoria. Contraddizioni varie e variopinte. In Italia, associazione di volontariato, che come ha tenuto a specificare Santoriello, «noi per legge non fatturiamo», mentre in Europa magicamente e a parole, una Ong: rivolgersi a “Erica”. Se è vero che Cova Contro come da Statuto è un’associazione apartitica, allora Santoriello, nel 2022, deve essersi candidato apartiticamente all’Uninominale alla Camera con Italexit. Se poi, come spiega Santoriello, Cova Contro non può avere personale, allora, tenendo a mente la differenza tra costi strutturali e costi operativi, non si comprende il perchè nel rendiconto del 2023 inserisce 36mila euro sotto la voce personale. Non si comprende, a questo punto, neanche il perchè all’Assemblea dei soci, inclusi gli anonimi, nessuno si sia posto il dubbio. Proprio quelle spese, tra l’altro, potrebbero aver determinato il passivo di oltre 23 mila euro pur a fronte della maxi erogazione liberale dell’anonima fondazione olandese che ha inviato, con liquidazione ad ottobre, «242 mila euro per l’acquisto di una termocamera Flir di ultima generazione (127 mila euro), 37 mila euro per le spese legali, e 75 mila euro per il personale». Sulle spese legali, anche «Free Press Unlimited e Media Defence ci hanno (a Cova Contro, ndr) elargito ulteriori bonus per le spese legali». Trionfante, in riferimento al 2023, Santoriello cita anche le grandi cause perse tra cui l’opposizione contro il rinnovo Aia di Tecnoparco. Chissà se agli importanti finanziatori esteri, conosciuti e non, arrivino le notizie circa i percorsi giudiziari. L’esito di quello relativo alla citata Tecnoparco offrirebbe alcuni spunti d’interesse. Non sul merito della vicenda, purtroppo, perchè, come Santoriello saprà, risale allo scorso dicembre il verdetto, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) per la Basilicata ha dichiarato inammissibile il ricorso. Le battaglie legali si possono vincere o perdere e una sconfitta non per forza deve significare che la controversia non meritasse di essere intrapresa. Il punto è che il Tar ha fatto presente a Cova Contro Ets che per fare una battaglia legale bisogna prima iscriversi al “campionato degli eserciti”. Una pagina Facebook, a differenza di quanto credeva Santoriello, non fa testo. Da premettere che in materia di tutela dell’ambiente si riconosce la legittimazione ad agire dei comitati spontanei «in quanto non sono legittimate ad agire soltanto le associazioni riconosciute ex lege e iscritte negli appositi elenchi ministeriali, ma anche le associazioni ambientaliste riconosciute caso per caso». Nondimeno, però, questo riconoscimento deve pur sempre operare sulla base «degli specifici requisiti dell’adeguato grado di rappresentatività, dello stabile collegamento con il territorio, dell’azione dotata di apprezzabile consistenza, della protrazione nel tempo dell’attività e della non occasionalità della nascita del comitato». Requisiti specifici non riscontrati per Cova Contro Ets. Per esempio, come hanno scritto i giudici amministrativi lucani, «privo di supporto documentale è rimasto il dato, meramente dichiarato, di trenta volontari che collaborerebbero alle attività sociali» e «del pari irrilevante» è l’argomento relativo ai «n. 2446 cosiddetti “followers”» che «seguirebbero tramite “la pagina Facebook Cove Contro” l’operato dell’associazione ricorrente, asseritamente “condividendone gli obiettivi”, essendosi condivisibilmente osservato in giurisprudenza che i followers siano meri osservatori che con ciò solo non mostrano aderenza alla associazione». Del resto, «l’adesione all’associazione costituisce condizione differente da chi esprime, in contesti non verificati né verificabili, un generico sostegno a iniziative, a loro volta, non adeguatamente identificate». Santoriello informa che ha «perso» pure il ricorso contro Eni Rewind Spa. Anche per questo caso vale il principio che si perde se si gioca. Il ricorso contro il progetto dell’impianto di trattamento di acque di produzione da realizzare a Viggiano, è stato dichiarato inammissibile: impugnato un atto infraprocedimentale «di per sé sprovvisto di autonoma lesività». Belle battaglie ambientali paragonabili a certi campionamenti buoni per bei titoli online, ma che poi la realtà non virtuale dichiara inammissibili.

Di A. Carponi

Microcredito

per le aziende

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link