a Roma il punto sull’edilizia sostenibile

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Al Centro Andrea Tobia Zevi. Assessore Politiche Abitative Roma Capitale

“Build Better Lives” è il titolo della campagna europea per garantire a tutti abitazioni adeguate ed efficienti.  L’incontro del 5 marzo a Roma si inserisce in questa cornice ed è organizzato da MIRA Network, CAN Europe e BPIE UE presso lo Spazio Europa a Roma.

Al centro dell’incontro, il recepimento della Direttiva EPBD in Italia, con i relativi obiettivi di decarbonizzazione ed efficientamento, senza dimenticare il contrasto alla povertà energetica. Edifici migliori consentono di vivere meglio, creando ambienti più sicuri, sani e confortevoli. Case più efficienti riducono il consumo di energia e di conseguenza anche bollette ed emissioni. Ma qual è il percorso per arrivare a questi traguardi condivisi? Istituzioni, industria e società civile si riuniscono per discutere le misure di una transizione energetica che sia al tempo stesso equa e sostenibile.

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EPBD, chi era costei

Considerata la pietra angolare per l’efficientamento energetico e la decarbonizzazione del settore edilizio europeo, la Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD) è stata introdotta per la prima volta nel 2002, successivamente aggiornata nel 2010, 2018 e in ultimo nel 2024. La Direttiva EPBD IV, da recepire entro il 2026, è un complesso documento normativo che si propone di accelerare la ristrutturazione degli edifici, in particolare quelli a bassa efficienza energetica, al fine di generare benefici per famiglie, ambiente e sistema economico. Questo nelle intenzioni. Resta il fatto che introduce importanti cambiamenti per il settore e che presenta conseguenti sfide per il suo recepimento. Prima fra tutte, il fattore tempo.

“In vista dei nuovi elementi previsti dalla direttiva, c’è urgenza per quanto riguarda il recepimento, che non dovrà essere solo climatico, ma anche sociale. Il settore edilizio italiano è molto inquinante, ma i tassi di ristrutturazione rimangono bassi rispetto all’entità del nostro parco immobiliare”, ha commentato Eva Brardinelli, CAN Europe.

Per guidare la decarbonizzazione degli edifici europei, infatti, la Direttiva prevede di considerare le differenze tra edifici residenziali e non residenziali, tra edifici da ristrutturare e di nuova costruzione. Il cambiamento più evidente sarà la progressiva eliminazione delle caldaie a gas metano, con il divieto di nuove installazioni e la sostituzione totale entro il 2050. Elemento nuovo è che i vari tasselli della Direttiva siano introdotti ai fini di una integrazione armonica.

“Una cosa molto importante”, aggiunge Eva Brardinelli, “è il focus sui segmenti più energivori.  La direttiva propone di definire gli edifici da riqualificare. Si parla di efficientamento ma anche di integrazione tra i vari elementi. Ad esempio, gli incentivi mirano anche a incoraggiare il cambiamento del riscaldamento fossile; è previsto un mandato solare che richiede di installare pannelli solari sui tetti di edifici non residenziali per aiutare la produzione di rinnovabili”.

Punti Salienti DellEPBD IVPunti Salienti DellEPBD IV
Punti Salienti dell’EPBD IV

Punti chiave: cosa è cambiato

Emissioni:

  • L’obiettivo è ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, imponendo standard energetici di performance per la progettazione e la ristrutturazione degli edifici.
  • Entro il 2050, gli edifici dovranno azzerare le emissioni di carbonio da combustibili fossili e ridurre al minimo le emissioni operative di gas serra.

Efficienza energetica:

  • introduzione graduale norme minime di prestazione energetica per edifici non residenziali altamente energivori basate su soglie nazionali
  • traiettorie nazionali e obiettivi di riduzione della prestazione energetica media del settore residenziale entro scadenze precise

Fossili e rinnovabili:

  • Sostituzione progressiva delle caldaie a combustibili fossili, con scadenze differenziate in base alla classe energetica, fino alla totale eliminazione.
  • E’ previsto il supporto alla diffusione di tecnologie solari.

Governance:

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  • Gli Stati membri hanno due anni per recepire le nuove norme.
  • I limiti nazionali di emissione saranno rivisti ogni 5 anni per garantire il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il 2030, 2040 e 2050.
  • Sono previsti nuovi Piani Nazionali di Ristrutturazione Edilizia
  • Sono previsti Sportelli Unici per la ristrutturazione e regole per facilitare finanziamenti mirati

I Piani Nazionali richiedono agli Stati membri di fornire informazioni sui target e gli obiettivi intermedi. In questo senso, dovrebbero garantire il monitoraggio del recepimento. Oltre a prevedere una maggiore inclusione rispetto al passato, questi Piani dovranno gradualmente sincronizzarsi con il ciclo del PNIEC.

“Tre messaggi: 1. La EPBD presenta maggiore flessibilità, che però non deve equivalere a rallentare il processo. 2. Nel recepimento dovrà esserci un focus speciale sugli edifici più energivori, dove si concentra il più grosso potenziale di risparmio. 3. E’ necessario un quadro legislativo forte, con strumenti che aiutano l’azione. La leadership del settore pubblico deve essere vicino ai segmenti più vulnerabili”, conclude Brardinelli.

L’Italia è sulla buona strada per decarbonizzare il suo patrimonio edilizio?

Secondo l’Italy Buildings Climate Tracker del BPIE la risposta è no. Si tratta del primo indice che valuta i progressi dell’Italia nel decarbonizzare il proprio patrimonio edilizio. L’indice rivela che il nostro paese non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi climatici fissati al 2030 e 2050, evidenziando lacune critiche nella riduzione delle emissioni e nell’adozione di energie rinnovabili.

“La prima difficoltà”, spiega Mariangiola Fabbri, ricercatrice BPIEè stata quella di trovare coerenza negli obiettivi di risparmio energetico. Non erano chiari. Per noi era importante valutare il progresso non in base ai target stabiliti, ma sul come l’Italia avesse adottato i propri obiettivi. Quindi abbiamo considerato tutti i target governativi dal 2015, ed è stato difficile perché gli obiettivi non sono sempre stati allineati e non sempre facili da interpretare”.

Rispetto al patrimonio immobiliare italiano emergono due elementi: è un patrimonio prevalentemente residenziale ed è un patrimonio edilizio molto vecchio. E’ stato costruito principalmente prima degli anni Ottanta e prima che i codici di performance energetica fossero introdotti. Quindi si rende necessaria una forte azione di riqualificazione, non solo in termini di performance energetica, ma anche ai fini della salubrità degli ambienti

Il tracker dello studio BPIE è composto da quattro indicatori:

  1. Emissioni CO2 dall’uso di energia negli edifici
  2. Consumo finale di energia nelle abitazioni
  3. Quota di energia rinnovabile
  4. Investimento cumulativo per ristrutturazione

Le emissioni di CO2 per i consumi di energia sono diminuite ma restano al di sotto della riduzione al 14,3% richiesta entro il 2022.

I consumi energetici finali si sono ridotti meno della metà dei livelli richiesti ai fini dei target climatici.

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La quota di energia rinnovabile negli edifici è ben al di sotto dell’aumento necessario: per riscaldamento e raffreddamento, tale quota dovrà sestuplicare per raggiungere gli obiettivi.

Gli investimenti per la ristrutturazione sono cresciuti, raggiungendo oltre 97 miliardi di euro nel 2022, (più che il doppio dell’investimento previsto quell’anno), ma gli esiti restano incerti.

Cosa emerge da questa analisi? Il percorso dal 2015 al punto zero è la traiettoria nazionale verso la neutralità, il cui andamento è andato modificandosi nel tempo: nonostante i progressi, le emissioni non sono allineate agli obiettivi. Lo sforzo maggiore sarà nel 2030-2050. Il punto è che, partendo in ritardo sulle attese, il maggior sforzo non solo è ancora davanti a noi, ma sarà anche aumentato per recuperare il gap tra 2015 e 2022.

Risultati BPIERisultati BPIE
risultati studio BPIE

Urgente l’azione sociale

Tra i settori a più alta intensità emissiva in Europa c’è quello dell’edilizia residenziale. In Italia, la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare è inefficiente, vetusto, da riqualificare.

La radiografia del settore edilizio in Italia segnala che:

  • Circa il 50% degli edifici sono stati costruiti prima degli anni Settanta del secolo scorso.
  • Quasi i tre quarti del settore residenziale riguarda classi energetiche più basse: G, F, E.
  • L’Italia è il secondo importatore di gas dopo la Germania, e la maggior parte dei consumi è destinata al riscaldamento e raffreddamento degli edifici.
  • Il caro energia e l’aumento dell’inflazione mettono in difficoltà sempre più famiglie. Nel 2023 la spesa energetica delle famiglie ammontava a 4008 €.
  • Il 9% delle famiglie italiane sono in povertà energetica (2023, OIPE), facendo segnare un +1,3% sul 2022.

Ci si trova all’inizio di un nuovo settennale UE in termini di fondi di previsione. Secondo l’Assessore alle Politiche Abitative di Roma Capitale Andrea Tobia Zevi, ci sono tre ingredienti sulla strada verso una transizione giusta. Il primo è evitare il conflitto tra lotta ai cambiamenti climatici e sacrosanta preoccupazione per il proprio tenore di vita, soprattutto tra le fasce più deboli. Il secondo riguarda la rigenerazione urbana, distinta dalla trasformazione urbana su vasta scala, implicando una maggiore granularità di interventi puntuali. Il terzo ingrediente riguarda il ruolo delle città, dove è necessario che i fondi vadano direttamente a settori dedicati alla trasformazione delle città.

Andrea Tobia Zevi Durante LinterventoAndrea Tobia Zevi Durante Lintervento
Andrea Tobia Zevi durante l’intervento

“Noi abbiamo delle città dove vive circa il 75% della popolazione europea, parliamo di un continente in cui l’antropizzazione sostanzialmente coincide con l’urbanizzazione. Abbiamo delle città che hanno molti pezzi del tessuto urbano che sono abbandonati o degradati. Ora, il rigenerarli deve essere completamente intrecciato con la questione della transizione green, nel senso che se facciamo capire alle persone che questa sfida avida e forzosa della transizione ecologica può accompagnarsi ad una maggiore bellezza e a una maggiore qualità del vissuto urbano, questo naturalmente le persone lo capiscono molto bene”, conclude Zevi.

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leggi anche: Direttiva “Case Green” alcune proposte di azione dal comparto edile

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