Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Il suo nome era nell’aria già da mesi, subito dopo il tracollo dell’amministrazione, ma è stato il convitato di pietra di ogni campagna elettorale e i suoi concittadini hanno creduto ai loro occhi solo quando si è materializzato in una domenica di febbraio. È stato un ritorno in grande stile quello di Antonio Trombetta, sindaco di Lesina dal 1995 al 2004, e poi assessore di Pasquale Tucci, richiamato alle armi dai giovani. La lista civica ‘Nuova Lesina’ non ha perso tempo e, a sorpresa, alla prima uscita pubblica ha lanciato la sua candidatura nei locali di una discoteca piena di gente.
La prima volta che ha indossato la fascia tricolore aveva 35 anni, oggi ne ha 65. Ed era poco più che un giovanotto alla prima esperienza da assessore nella Giunta di Salvatore Caputo, nel 1985. Oggi è direttore provinciale della Cna, la confederazione dell’artigianato. I suoi detrattori, per indebolirlo, preconizzano un ritorno a 20 anni fa e lui ne è ben consapevole, tanto da raccontarlo al suo pubblico. “Magari”, hanno risposto dalla platea.
“Noi dobbiamo tenere gli occhi sul passato, perché proprio quel passato che aveva affascinato la provincia di Foggia e anche i cittadini è venuto a mancare in questi ultimi 5 anni – afferma ai microfoni di FoggiaToday -. Lo sviluppo lo fanno gli uomini. Il fatto che si dica che torniamo a 30 anni fa significa ritornare alla modernità. Quello che noi abbiamo fatto 30 anni fa, forse era un pochino avanti rispetto a quello che la comunità di allora era pronta a fare. Oggi questa comunità si sente matura”.
Di cosa ha bisogno Lesina in questo momento?
Lesina ha bisogno di ritrovare se stessa. È come uno di noi che a un certo punto, nel percorrere una strada, ha la sensazione di averla smarrita, perché è stata senza guida. E allora, ha bisogno di trovare se stessa rispetto a quella che era la sfida ancora in piedi fino a 5 anni fa, cioè rifunzionalizzare il territorio, la sua immagine, la sua struttura urbanistica, dal punto di vista economico principalmente e puntare sul turismo. È un passaggio delicato, difficile, perché bisogna ripensare Marina di Lesina, tutto l’assetto costiero della laguna, la fascia agricola rurale che collega Lesina e Marina di Lesina. Insomma, ha bisogno di riprendere la sua visione strategica e su questo noi lanciamo la sfida con le nostre proposte.
Di lei si narra anche che abbia lasciato diverse impronte negli anni in cui ha amministrato. Quali sono quelle che considera più significative?
Un paese per essere osservato, ospitale ed essere rispettato ha bisogno di essere pulito, bello e sicuro. E io e i miei collaboratori – perché all’epoca non ero solo, eravamo in tanti -, questi obiettivi li avevamo centrati. E questa è la normalità, perché io sono convinto che un sindaco prima di tutto debba garantire la normalità. Poi, tanti anni fa, abbiamo garantito la stabilità. Nove anni della mia amministrazione e poi, dopo una breve interruzione, altri 10 anni di amministrazione di Pasquale Tucci hanno dimostrato che una cultura politica matura, una coerenza e una capacità di dialogo e di rapporti e soprattutto l’umiltà, sono la via per la continuità nell’azione amministrativa che è fondamentale. I risultati sono dati dalla possibilità di proseguire nel lavoro con calma, ma anche con tenacia, e questo noi l’abbiamo garantito. Poi abbiamo fatto tantissime cose. Nel primo mandato, abbiamo posto al centro l’attenzione sul lago e abbiamo realizzato infrastrutture che poi sono andate perdute, purtroppo, come i lavorieri, la valorizzazione del prodotto ittico attraverso il mercato e la costituzione di un consorzio, la valorizzazione anche attraverso l’innovazione gastronomica. Oggi si viene a Lesina e si mangiano la bottarga, il cefalo, l’anguilla, la salicornia, come se fosse una cosa normale, ma all’epoca erano sfide di notevole spessore. Erano innovazioni dal punto di vista identitario su cui solo Lesina ha giocato la sua partita. Poi, abbiamo garantito le strade rurali, le strade interne al centro abitato. Marina di Lesina l’abbiamo rifatta quando ero sindaco io. Il viale Centrale, la pista ciclabile, l’illuminazione sono ricordi rispetto al nulla che è seguito. Su quello che abbiamo fatto la popolazione si è già espressa ed il fatto che abbiamo governato Lesina per 20 anni dimostra che di cosa ne abbiamo fatte.
Si è già fatto avanti un avversario, l’ex sindaco Primiano Di Mauro. Pensa che sarà solo lui a sfidarla?
Se c’è un minimo di coerenza, dovrebbero essere in due. Di un gruppo di persone che in 5 anni è stato capace di far commissariare Lesina per tre volte, o non doveva ripresentarsi nessuno o se ne ripresenteranno due. Noi non abbiamo timori di sorta. Vorremmo avere, però, un confronto coerente, perché ho letto la motivazione della candidatura e quando ho letto che loro possono garantire la stabilità ho sorriso un po’. Mi è sembrato più un comunicato delle pie intenzioni, non delle cose concrete. C’è un sindaco che ha fatto il vicesindaco e ha pugnalato il suo sindaco e che poi, a sua volta, è stato pugnalato dal suo vicesindaco. Se si ricandida in nome della stabilità, c’è qualcosa che non funziona. Si dice che io sia un pochino anziano, ma conservo una lucidità maggiore da questo punto di vista.
Il suo avversario ha detto pure che il centrosinistra ha “rispolverato un vecchio professionista della politica”, non avendo altri nomi spendibili. Come risponde?
Parlare di centrosinistra è una forzatura. Sembra quasi che tutti vogliano fare liste civiche, però poi non hanno contezza dei nuovi paradigmi della politica a livello amministrativo. Il centrodestra e sinistra non hanno nessun senso nel momento in cui nel paese ti devi confrontare sulle cose da fare. Io non sono il candidato del centrosinistra. Io sono il candidato di un gruppo di giovani che è venuto a casa mia – cosa che non mi era mai capitata nella mia esperienza di vita – a chiedermi di impegnarmi affinché si garantisse a Lesina una visione, una prospettiva di amministrazione stabile e soprattutto affinché una nuova classe dirigente nascesse attraverso questo rapporto con chi ha avuto un’esperienza politica che non è la politica professionale. Su di me si dice che sono un professionista della politica, io sono esattamente il contrario, perché ho svolto regolarmente il mio lavoro. Quando poi ho amministrato, mi sono dedicato all’amministrazione e quando ho finito sono ritornato a fare il mio lavoro. Di politica non ho mai mangiato, però quando faccio politica la faccio con professionalità.
Però, insomma, è sempre stato lo spirito guida del centrosinistra a Lesina.
È chiaro che io sono uomo legato ad alcuni valori storici della sinistra. Io sono di sinistra, ma non è attraverso un’etichettatura che si può pensare di confrontarsi con me. Con me ci si deve confrontare sulle proposte concrete. Io mi onoro di dire che tanti elettori di centrodestra e di destra apprezzano la mia coerenza dal punto di vista amministrativo e sono tra i miei maggiori elettori.
Quale sarebbe il suoi primo atto qualora fosse eletto?
Riportare normalità anche nell’assetto amministrativo del Comune. Si fa buona amministrazione, se si ha un buon apparato. La macchina amministrativa deve essere in grado di dare esecuzione a quelle che sono le linee di indirizzo che provengono dagli organi politici. In questi anni, sono andati via alcuni che io chiamo colleghi, perché con loro ho lavorato spalla a spalla per 15 anni, e sono stati sostituiti anche da bravi professionisti che non riescono ancora a esprimersi al meglio. Il primo atto è rimettere in efficacia quelle competenze, quelle capacità, e poi, successivamente, darsi da fare sugli strumenti di pianificazione. Il percorso del Pug si è interrotto 5 anni fa e va immediatamente ripreso, così come l’altra priorità che ho in testa è rimettere in funzione gli strumenti di socializzazione e di produzione culturale, perché se si produce cultura, allora si mettono in moto anche energie che oggi sono sopite e che sono essenziali per il paese.
Passiamo in rassegna, velocemente, solo qualche tema che, ultimamente, è stato oggetto di dibattito. Delle strisce blu, a Lesina come nella Marina, cosa ne pensa?
Le cose vanno fatte in modo razionale: le strisce blu non servono a fare cassa, servono a consentire una fruizione sostenibile del territorio. Allora, quando c’è confusione occorre anche attivare le strisce blu, quando non c’è vanno rivisitate e riorganizzate. Quegli strumenti non sono stati inventati per fare cassa, ma sono stati inventati per mettere ordine nella fruizione e su questo non sono pregiudizialmente contrario. Sono pregiudizialmente contrario alle stupidità. Avere le strisce blu oggi sul lungolago a Lesina e fare le multe se uno arriva la domenica ed essendo forestiero non sa dove andare a parcheggiare mi sembra un’enorme stupidaggine.
Il destino dell’ex Ostello della Gioventù, invece, sembra ormai segnato. Lei cosa avrebbe fatto?
Si è voluto utilizzare quella struttura per risolvere in modo semplicistico un problema. C’era un’alternativa che era quella di utilizzare aree di proprietà comunale per realizzare strutture di residenza temporanea, non l’hanno voluto fare. È evidente che oggi intanto si deve capire di che cosa realmente si tratta e, se riceverò l’incarico dagli elettori di amministrare il Comune, si tratta di capire cosa si deve fare per non far danno al paese. Per me, è stato un errore indebolire strategicamente la possibilità per Lesina di mettere in campo politiche turistiche, perché il turismo si fa ospitando e facendo mangiare, oltre che garantendo la fruizione di ambienti unici che noi abbiamo. Aver destinato ad altro uso la struttura più grande, è stato un enorme errore. Poi, però, dire oggi che qualora andassimo ad amministrare faremmo un’altra operazione, mi sembra una cosa troppo elettoralistica e populistica e non fa al caso mio, non rientra nel mio carattere.
Il lago è una sua priorità, ha dichiarato. Come intervenire sul canale, sulla foce sistematicamente insabbiata, anche per garantire il regolare scambio tra il mare e la laguna e arginare i fenomeni di eutrofizzazione e anossia?
Si interloquisce con la Provincia e con la Regione affinché anche quella struttura che negli anni siamo riusciti a far sanare dal punto di vista urbanistico trovi una progettazione adeguata. Il lago di Lesina non è inquinato, ha un problema enorme rappresentato dalla grande quantità di nutrienti che purtroppo non vengono rimessi nel ciclo trofico per la riduzione di presenza di animali all’interno della laguna, per cui occorre assolutamente rivitalizzare la pesca, perché ha una funzione di presidio ambientale. Fatto questo, occorre capire anche con il coinvolgimento del Consorzio di Bonifica, della Regione, non solo come garantire l’ordinaria gestione e manutenzione dei canali di comunicazione con il mare, ma come riuscire a fare un intervento strutturale.
Se ne parla da anni, ma finora non ha visto la luce: un porto turistico a Marina di Lesina è possibile?
Quando io parlo di una rifunzionalizzazione penso proprio a questo. Io non so se ci hanno lavorato su, ma una delle cose che rimprovero al centrodestra è che hanno avuto in mano per 5 anni tutto: avevano 12 consiglieri su 13, avevano il ministro alle Infrastrutture, avevano il segretario provinciale della Lega, l’europarlamentare della Lega, un’opposizione ormai ridotta ai minimi termini, per di più un’opposizione che si faceva chiamare collaborativa in gran parte, e quello che sono riusciti a realizzare è stata la caccia alle poltrone e praticamente nessuna collaborazione. Per me, alle condizioni date loro dovevano essere una risorsa per il paese e, invece, si sono dimostrati un dramma. Se vinciamo, il primo lavoro che faremo è riproporre il Programma d’Area Integrato su cui io ho lavorato in questi 5 anni, all’interno del quale c’era l’ipotesi di porto turistico e impegnare la Regione a dare prosecuzione ad una legge regionale che è quella sui programmi d’area, che consente ai Comuni che presentano accordi di programma condivisi sul piano territoriale – nel programma d’area c’erano otto comuni – di accedere direttamente alle risorse in una programmazione condivisa con la Regione.
La sua squadra sarà composta da giovani?
Da giovani, ma con la presenza di uomini e donne di competenza che saranno in lista, che quindi si sottoporranno comunque alla valutazione degli elettori, ma l’obiettivo è trasferire ai giovani competenza e cultura politica, che non si esaurisce nell’azione amministrativa. La gestione del Comune è una prima scuola per confrontarsi con l’amministrazione senza perdere il valore etico della politica e senza perdere la visione di una prospettiva. Questo vogliamo trasferire giovani. Di assicuro, se vinciamo tra 5 anni io non sarò più il candidato sindaco e neanche i miei collaboratori più stretti che saranno in lista, ma speriamo di riuscire a entusiasmare e a formare ragazzi e ragazze per fare buona amministrazione, a Lesina e non solo.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link