Piroli con Querqui. A destra le Primarie – AlessioPorcu.it

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Vertice nella sede nazionale del Pd. Ritrovata l’unità. Querqui riaprirà il tavolo della coalizione, Piroli lo appoggerà e farà da ponte con De Santi e Maliziola. Il vertice regionale del Centrodestra dice stop ai giochi sottobanco. Il candidato verrà scelto con le Primarie

Due ore per ricostruire il centrosinistra a Ceccano, ricompattare il Partito Democratico, creare le basi per generare un Campo Largo ampio ma unito. Tutto è cominciato alle 11 del mattino nella sede nazionale del Pd in via Sant’Andrea delle Fratte a Roma. Intorno alle 13, stretti nei loro cappotti, hanno sceso le scale: il Segretario Pd del Lazio Daniele Leodori (Area Dem), il presidente regionale Francesco De Angelis (Area Dem), la coordinatrice della Segreteria Nazionale Pd Marta Bonafoni (Area Schlein), il componente della Direzione Nazionale Danilo Grossi (il coordinatore dell’Area Schlein in provincia di Frosinone), il prossimo candidato sindaco di Ceccano per il centrosinistra Andrea Querqui, la donna che poteva spaccare il quadro e ripetere la lacerazione avvenuta in città 5 anni fa raggruppando il mondo a sinistra dei Dem Emanuela Piroli, il Segretario Pd di Ceccano Giulio Conte. Tutti con il sorriso: c’è l’intesa per le Comunali del prossimo maggio, Andrea Querqui sarà il candidato del Pd unito ed Emanuela Piroli sarà al suo fianco.

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Il ruolo di Ceccano

Daniele Leodori

È stato il Segretario regionale Daniele Leodori il King Maker. È stato lui a tessere la tela che ha portato alla riunione nella Sede nazionale del Partito Democratico. Lui ha chiamato il Presidente Pd del Lazio dicendogli “Francè dobbiamo mettere mano alle elezioni di Ceccano”. Poi ha sentito Marta Bonafoni chiedendole se fosse disponibile per una riunione operativa.

Soprattutto, quando ha avuto tutti riuniti nel suo ufficio ha usato le parole giuste. «Ragazzi, questo è il momento della responsabilità per tutti». Ha ricordato che «Ceccano è un simbolo: per quanto ha rappresentato nel mondo dei lavoratori e del centrosinistra, per le sue battaglie e per la sua resistenza, per i suoi morti durante gli scontri in difesa del lavoro. È un simbolo anche per il centrodestra: Ceccano è stata la prima città che hanno conquistato e poi da lì è partita la loro espansione. Ceccano è la città simbolo delle prossime elezioni Comunali. Pertanto, nessuno spazio per le divisioni, le polemiche, gli egoismi».

Una vittoria del centrosinistra a Ceccano avrebbe una risonanza nazionale. Daniele Leodori lo sa ed ha voluto che fosse chiaro per tutti i protagonisti della partita. Mettendoli in guardia: ha sottolineato che la vittoria elettorale non c’è ancora stata e sbaglia chi pensa che sarà una passeggiata. Non lo è stata il Liguria dopo l’arresto del Governatore Giovanni Toti: ha rivinto il centrodestra. A Ceccano il sindaco Roberto Caligiore (FdI) è stato arrestato con l’accusa di avere preso tangenti sugli appalti europei: Leodori ha ribadito che non è sufficiente per assegnare d’ufficio la vittoria al centrosinistra. (Leggi qui: Il tavolo di Roma prima della lettera Piroli. La rotta di Liburdi per FdI).

L’atto di responsabilità

Emanuela Piroli

È stato Danilo Grossi ha spianare la strada verso l’unità del Pd. Ad una condizione. Semplice, lineare: non un accordo sul vicesindaco e nemmeno sul numero degli assessori. Nessuno scambio con le Comunali di Frosinone dove l’area Schlein aspira ad esprimere il candidato sindaco. Emanuela Piroli è disposta a convergere sulla candidatura unitaria di Andrea Querqui a condizione che venga accolto il documento di principio che ha reso pubblico la settimana scorsa. In pratica? (Leggi qui: Discussioni appasionate e palloncini che non volano su Ceccano).

Nella sostanza, la donna che cinque anni fa ha umiliato il Pd lasciandolo senza un suo Consigliere nell’Aula di palazzo Antonelli a Ceccano ha chiesto ad Andrea Querqui di riaprire il tavolo della sua coalizione. Con uno scopo preciso: allargare la coalizione, consentire a lei di gettare un ponte su quel mondo che fino ad oggi è rimasto fuori dal Campo Largo. Innanzitutto Mariangela De Santis ed il mondo vicino al Movimento 5 Stelle. E poi Manuela Maliziola, sindaca socialista sfiduciata a metà mandato che non ha mai digerito quell’affronto.

Missione unità

Giulio Conti

È una sconfessione della linea tracciata dal Segretario cittadino Giulio Conti. È stato lui a volere la fuga in avanti fatta nelle settimane scorse da Andrea Querqui. Rischiando di bruciarlo: si era ritrovato con mezza coalizione ed un centrosinistra diviso. Il dialogo costruito con pazienza ed a fari spenti da Francesco De Angelis e catalizzato da Daniele Leodori ora supera quel mezzo passo falso.

La visione del Pd è chiara. Punta ad arrivare ad un Campo Largo che sia da esempio per le prossime Regionali del Lazio: dimostrando ancora una volta che è solo l’unità ad essere vincente. Ed Emanuela Piroli sarà il ‘ministro degli Esteri’ il collante con cui unire l’intero campo.

Al termine delle due ore di incontro nella sede del Pd è tornato l’appetito a Francesco De Angelis. Dicono che la situazione di Ceccano gli avesse chiuso lo stomaco. Ha recuperato andando insieme alla pattuglia di Area Dem (gli altri avevano appuntamenti già presi) al ristorante da Gino al Parlamento: carbonara secondo la tradizione romana. In attesa di fare il piatto ricco alle urne di Ceccano.

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E Ruspandini fa tana libera tutti

Paolo Trancassini (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Spinti dal vento che è soffiato sulle urne in Liguria e dal fatto che nelle 5mila pagine d’indagine sul sindaco Roberto Caligiore finora non hanno coinvolto nessun altro amministratore del Centrodestra di Ceccano, i tre Partiti del centrodestra si preparano allo scontro elettorale. Con una parola d’ordine che è identica a quella del centrosinistra: non sono ammesse divisioni.

Anche nel fronte dell’amministrazione uscente il caso Ceccano è stato al centro di un tavolo regionale. Con il Coordinatore FdI del Lazio Paolo Trancassini, il Coordinatore di Forza Italia Claudio Fazzone, il vice Segretario nazionale della Lega Claudio Durigon. A sollecitare una presa di posizione netta è stato il coordinatore provinciale FdI Massimo Ruspandini per sedare da subito alla schizofrenia delle ultime ore nel centrodestra Ceccanese. Cosa è accaduto?

Che nelle settimane scorse a Ceccano il Congresso FdI ha eletto Segretario in modo unitario Rino Liburdi. Ed in maniera altrettanto unitaria ha varato il Direttivo. Ma non tutti i suoi componenti hanno avuto poi un comportamento lineare ed alcuni si sono prestati a dialoghi con forze civiche che ipotizzano cartelli alternativi. Non l’ha presa affatto bene Paolo Trancassini che a Ceccano ha voluto essere presente a quel Congresso.

Primarie di centrodestra

Massimo Ruspandini

Trancassini si è sentito con Fazzone e Durigon ed insieme hanno stabilito un principio: i simboli di centrodestra, su Ceccano, andranno uniti. Da lì a cascata la riunione di ieri sera dei tre Segretari provinciali: Massimo Ruspandini (FdI), Nicola Ottaviani (Lega) e Rossella Chiusaroli (Forza Italia).

Hanno stabilito che l’unità è un valore da preservare. Hanno ribadito che nessuno dei Partiti del centrodestra è stato nemmeno sfiorato dall’inchiesta che ha condotto all’arresto di Roberto Caligiore. Proprio per questo hanno ribadito l’importanza di andare uniti alla sfida.

Per stanare tutti e non concedere spazio a malumori è stato deciso che il candidato sindaco del centrodestra a Ceccano lo indicheranno le elezioni Primarie. Snelle, veloci, determinanti e spietate. Chi ne uscirà vincitore sarà il candidato di un centrodestra compatto ed aperto alle esperienze civiche, verso le quali ci sarà la massima apertura.

Per le orecchie di Nicola Ottaviani è una sinfonia: lui ci ha vinto tre elezioni a Frosinone con le Primarie. Ne ha fatto un brand politico. Per Rossella Chiusaroli è un segnale di intelligenza e maturità politica, con cui riportare finalmente il simbolo di Forza Italia in coalizione ai blocchi di partenza. Mancava da anni. Per Massimo Ruspandini è il pugno deciso di chi è stanco di ingratitudini, porte girevoli e cattiverie in una campagna elettorale già particolare di suo.

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Bagno di democrazia

Palazzo Antonelli

Sarà il modo per rimettere tutti in fila. L’ex assessore Stefano Gizzi il più duro e critico, spesso a ragione che insieme ad Alessio Patriarca (entrambi vennero allontanati dall’esecutivo Caligiore: il primo per filoputinismo, il secondo per filogizzismo) potranno reclamare il loro giusto spazio e fissare dei principi.

Per Mario Sodani sarà il modo per riprendersi qualche rivincita e tornare protagonista con la forza dei voti. Per gli uscenti sarà l’occasione di far valere quanto di buono fatto e piazzare il termometro tra i concittadini puntare su uno di loro.

E per tutti, un bagno di democrazia e partecipazione irripetibile nel centrodestra, superando ruggini e divisioni. Che con la prospettiva di un ritorno della sinistra nella città che fu la Stalingrado di Ciociaria hanno davvero poco senso di esistere.



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