Cos’è il Qatargate, l’inchiesta su presunte tangenti e corruzione nel Parlamento Europeo

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Bruxelles, 4 marzo 2025 – La richiesta avanzata al Parlamento europeo dalla procura federale del Belgio, di revoca dell’immunità per le eurodeputate del Pd Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini, ha riacceso i riflettori sul Qatargate, lo scandalo giudiziario sul presunto giro illecito di denaro tra Bruxelles, Doha e Rabat che nel 2022 si è abbattuto sulle istituzioni europee. Il termine rimanda al Qatar, proprio perché le indagini principali riguardano presunte tangenti arrivate dal piccolo emirato sul Golfo per influenzare e determinare a proprio favore la politica dell’europarlamento e rideterminare in positivo l’immagine dello stesso Paese arabo. Secondo il quadro probatorio ricostruito dagli inquirenti belgi, alcuni eurodeputati sarebbero stati pagati dal Qatar e dal Marocco per orientare le scelte di Bruxelles a favore di questi due Paesi. Un’attività che, secondo i magistrati, andava ben oltre la semplice attività di lobbying, spingendosi invece verso una vera e propria attività di corruzione. Il principale interesse del Qatar era legato alla propria immagine alla vigilia del mondiale di calcio. Il più grande evento ospitato in Medio Oriente già da anni è nell’occhio del ciclone per le notizie sui diritti umani e sui diritti dei lavoratori. Circostanza che fa temere Doha circa un possibile boicottaggio del torneo e un mancato ritorno turistico. Da qui dunque, secondo gli inquirenti, il tentativo di avvicinare, con mazzette e tangenti, gli eurodeputati.

Inchiesta su binario morto ma si allarga la lista degli indagati

Sono trascorsi oltre due anni dai blitz della polizia belga che portarono all’arresto degli indagati eccellenti, l’ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri, ritenuto l’anima della presunta trama di corruzione, il suo ex braccio destro Francesco Giorgi, l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili, l’ex eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino e l’ex eurodeputato socialista belga Marc Tarabella. L’inchiesta, tuttavia, è ormai da tempo su un binario morto. Senza scadenze all’orizzonte né per il riesame, né per il rinvio a giudizio o l’archiviazione per gli indagati che nel corso del 2023 erano poi stati liberati in sequenza dopo diversi mesi passati in carcere o ai domiciliari. Nelle scorse settimane la lista degli indagati è tuttavia tornata ad allargarsi: a gennaio altri tre assistenti legati ai Socialisti e democratici (S&D) sono finiti nella rete degli investigatori. Poco dopo è arrivato anche l’annuncio di un’indagine a carico dell’ex eurodeputata socialista belga Maria Arena – sin dall’inizio accostata all’inchiesta ma fino a quel momento mai iscritta sul registro degli indagati – con l’accusa di presunta appartenenza a un’organizzazione criminale, senza i capi d’imputazione di corruzione e riciclaggio che gravano invece sugli altri.

Il blitz e le valigie piene di soldi, come nasce il Qatargate

La prima notizia di una perquisizione negli uffici di Eva Kaili si ha il 9 dicembre 2022. Gli inquirenti mandano gli agenti belgi negli uffici e nell’abitazione del vice presidente del parlamento europeo in cerca di indizi per le proprie indagini. Il giorno dopo si ha la conferma del fermo dell’europarlamentare ellenica. Oltre a lei vengono arrestati il padre, secondo gli inquirenti pronto alla fuga, e il compagno Francesco Giorgi. Quest’ultimo nella passata legislatura risulta assistente di Antonio Panzeri, anch’egli arrestato. Su di lui si addensano non poche ombre per via del ritrovamento, all’interno della propria abitazione, di almeno 500.000 Euro in contanti. Valigie e borsoni pieni di soldi vengono trovati anche nella casa di Giorgi e Kaili.

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Le posizioni di Moretti e Gualmini

I nomi delle eurodeputate del Partito democratico Moretti e Gualmini erano comparsi già in un primo momento nel fascicolo dell’indagine sulla ‘Tangentopoli europea’. Il nome di Moretti era emerso nelle fasi iniziali dell’inchiesta, comparendo tra le carte che riguardavano il presunto coinvolgimento di Cozzolino insieme a Tarabella e Arena. I quattro venivano indicati come un “quadriumvirato” capace di agire con “precisione, attenzione ed efficacia” per favorire gli interessi del Qatar. Tutte accuse che l’eurodeputata dem aveva da subito respinto con fermezza, negando qualsiasi coinvolgimento. Il nome di Gualmini era invece comparso nel fascicolo all’indomani dell’audizione al Parlamento europeo del ministro del Lavoro del Qatar svoltasi nel novembre 2022. La richiesta della procura è stata presentata all’ufficio di presidenza del Parlamento europeo e sarà annunciata in apertura della plenaria del 10 marzo a Strasburgo, prima di essere sottoposta all’esame della commissione Affari giuridici.  



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