La scure dei dazi, è guerra commerciale tra Usa e Cina.

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La Cina ha reagito con fermezza alle nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti, annunciando dazi aggiuntivi tra il 10% e il 15% su una vasta gamma di prodotti agricoli e alimentari statunitensi. Inoltre, Pechino ha imposto restrizioni su export e investimenti a 25 aziende americane, inserendole nella lista nera del commercio.

Dazi Cina 2024: prodotti colpiti e impatti sul commercio USA

Le nuove tariffe entrano in vigore a partire dal 10 marzo e colpiscono i principali prodotti agroalimentari importati dagli Stati Uniti, tra cui: 15% di dazio su pollo, grano, mais e cotone; 10% di dazio su soia, sorgo, grano, carne di maiale, manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e latticini. Queste misure sono una risposta diretta all’aumento del 20% dei dazi USA su tutti i prodotti Made in China, voluto dal presidente Donald Trump.  Trump ha giustificato le nuove tariffe accusando la Cina, oltre a Canada e Messico di non contrastare adeguatamente il traffico di fentanyl, un’epidemia di droga che ha causato una crisi sociale negli Stati Uniti. Il governo americano sostiene che Pechino fornisca le sostanze chimiche utilizzate per produrre la droga sintetica

Pechino: “Combatteremo fino alla fine”

Il governo cinese ha reagito con toni duri, sottolineando che le misure tariffarie unilaterali degli Stati Uniti violano le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e minano la cooperazione economica tra i due Paesi. Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti persistono nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale o qualsiasi altro tipo di guerra, la Cina li combatterà fino in fondo, fino a una conclusione amara”. Questa escalation arriva in un momento delicato per Pechino, che si prepara alla seduta annuale del parlamento cinese, mentre cerca di stimolare un’economia in crisi che ha mostrato alcuni segnali di ripresa.

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In vigore dazi Usa su prodotti di Canada e Messico

Sono entrati in vigore i dazi degli su prodotti canadesi e messicani: il termine imposto da Donald Trump è infatti scaduto senza trovare un accordo con il Paese nordamericano. Le merci canadesi saranno soggette a dazi del 25%, con le risorse energetiche colpite da un tasso inferiore del 10%, mentre i prodotti messicani saranno soggetti a un’imposta generale del 25%, in base agli ordini esecutivi firmati da Trump.  Secondo uno studio di Bloomberg hanno un valore di 1,5 trilioni di dollari anno su anno i dazi del 25% che l’amministrazione statunitense sta introducendo sulle merci importate da Canada e Messico, oltre all’aumento di quelli che colpiscono le merci provenienti dalla Cina.
Disposti dazi del 10% per i prodotti energetici canadesi.

Quali saranno gli effetti della guerra commerciale USA-Cina?

Dal 2 aprile, invece, il presidente ha annunciato di voler colpire anche i prodotti agricoli. Con l’aumento delle tensioni tra Washington e Pechino, il mercato globale teme ripercussioni sulla catena di approvvigionamento e sull’export agricolo americano. Inoltre, la guerra commerciale potrebbe avere effetti sui prezzi dei prodotti agricoli e su settori chiave come quello dei semiconduttori. Gli analisti ritengono che la Cina potrebbe adottare ulteriori contromisure, incluse restrizioni su materie prime critiche e su investimenti americani nel Paese. Le prossime settimane saranno decisive per capire se si aprirà un dialogo diplomatico o se la guerra commerciale tra USA e Cina si intensificherà ulteriormente.

 

Tensioni geopolitiche e il ruolo di TSMC

Mentre la guerra commerciale si intensifica, Trump ha annunciato un accordo con il colosso dei semiconduttori TSMC, che prevede un investimento di 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni. Questo progetto rientra nella strategia di Washington per consolidare il proprio dominio nella corsa all’intelligenza artificiale e ridurre la dipendenza da Taiwan, un’area chiave per le ambizioni espansionistiche della Cina.

TSMC, il principale produttore di chip e semiconduttori a livello globale, ha già aperto uno stabilimento in Arizona nel 2020 e ha beneficiato di 6,6 miliardi di dollari dal Chips Act di Joe Biden. Tuttavia, Trump ha criticato questo piano, ritenendo i dazi più efficaci per il rilancio dell’industria manifatturiera statunitense.

 

 





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