il paradosso tra carenza oggi ed esubero domani

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Fino al 2027 il problema sarà ancora la mancanza di specialisti negli ospedali del Servizio sanitario nazionale, con un deficit stimato tra le 20 e le 25 mila unità. Ma la situazione potrebbe ribaltarsi completamente nei cinque anni successivi: secondo le previsioni, entro il 2032 si rischia un eccesso di 60.000 nuovi medici, un numero di gran lunga superiore a quello necessario per sostituire i pensionamenti.

Un esercito di camici bianchi senza un’adeguata prospettiva occupazionale, destinato a ingrossare le fila della sanità privata o a lasciare l’Italia per cercare migliori opportunità all’estero. A lanciare l’allarme è Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri.

Aumentare i posti in Medicina

“La soluzione non è certo moltiplicare i posti nelle facoltà di Medicina e Chirurgia – avverte Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed –. Continuare ad aprire corsi di laurea, pubblici e privati, senza prima affrontare i problemi strutturali del sistema sanitario è un grave errore. Il rischio è quello di creare migliaia di medici senza un futuro nel SSN, con un enorme spreco di risorse pubbliche”.

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Un esempio evidente si trova proprio in Sicilia, dove Enna conta già due corsi di Medicina e la vicina Calabria si avvia ad averne uno per provincia. Tuttavia, il problema non è il numero di laureati, ma la capacità di attrarre specialisti nella sanità pubblica. “Senza incentivi e senza un lavoro dignitoso, i medici continueranno a fuggire dagli ospedali pubblici” sottolinea Di Silverio.

Le vere ragioni della fuga dal Servizio sanitario nazionale

Il sindacato evidenzia i motivi per cui sempre più medici scelgono di lasciare gli ospedali pubblici:

  • retribuzioni inadeguate: un medico del SSN guadagna in media 85.000 euro lordi l’anno, ben al di sotto della media europea di 145.000 euro. In alcuni Paesi, come Lussemburgo, Olanda e Belgio, si arriva a 200.000 euro;
  • condizioni di lavoro insostenibili: turni massacranti, poca possibilità di conciliare vita professionale e privata;
  • sicurezza e tutela legale insufficienti: aggressioni ai medici sempre più frequenti e rischio di cause per responsabilità professionale.

“La vera emergenza è rendere il lavoro ospedaliero più attrattivo – spiega Di Silverio –. Senza una riforma delle condizioni lavorative, la sanità pubblica continuerà a perdere pezzi. Non bastano più interventi limitati all’offerta formativa, serve un cambio radicale”.

Sanità e invecchiamento: più pazienti, meno medici

Un ulteriore problema riguarda l’aumento del fabbisogno di cure legato all’invecchiamento della popolazione. I dati parlano chiaro:

  • dal 2002 al 2022, l’età media degli italiani è passata da 41,9 a 46,2 anni.
  • gli over 65 sono aumentati dal 18,7% al 23,8%.
  • gli over 80 sono cresciuti dal 4,38% al 7,6%.

“Non possiamo affrontare una richiesta di cure sempre più alta con una forza lavoro sempre più ridotta – denuncia il segretario Anaao –. Servirebbero almeno 24.797 medici in più per garantire un livello di assistenza adeguato, ma nel frattempo le dotazioni organiche sono in calo”.

In Sicilia, attualmente ne mancano circa 1.500 di medici. I più giovani disertano anche le scuole di specializzazione, soprattutto in emergenza-urgenza.

Cosa fare per salvare il Servizio sanitario nazionale?

Le proposte di Anaao Assomed per invertire la rotta sono chiare:

  • abolire il tetto di spesa sulle assunzioni: “I giovani specialisti devono avere possibilità di essere assunti, altrimenti continueranno a scegliere il privato o l’estero”;
  • aumentare gli stipendi: “Bisogna allineare le retribuzioni italiane alla media europea“;
  • migliorare le condizioni di lavoro:
    • riduzione della settimana lavorativa da 6 a 5 giorni per i giovani genitori;
    • maggiore flessibilità negli spostamenti tra reparti e ospedali;
    • meno turni notturni e festivi;

“La sanità pubblica deve essere competitiva – insiste Di Silverio –. Se un giovane medico trova condizioni migliori in una clinica privata o in un ospedale francese, perché dovrebbe restare in Italia? Bisogna rendere il SSN un luogo di lavoro dignitoso e sostenibile”.

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Più sicurezza e meno burocrazia

Oltre alle assunzioni, il sindacato chiede un rafforzamento della sicurezza negli ospedali e una revisione delle regole sulla responsabilità professionale.

“Serve una limitazione della procedibilità penale per ridurre il ricorso alla medicina difensiva – afferma Di Silverio –. Oggi i medici si sentono costretti a prescrivere esami e trattamenti inutili solo per evitare problemi legali, con un enorme spreco di risorse e un allungamento delle liste d’attesa”.

Infine, la proposta di una riforma della governance sanitaria, per ridare ai medici il potere di decidere sulle necessità dei pazienti.

“Oggi il SSN è gestito con un modello burocratico e autoritario – conclude il segretario Anaao –. I medici devono tornare ad avere un ruolo centrale, non possiamo lasciare che siano le logiche amministrative a dettare le cure”.



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