Ex carcere di S.Stefano, a settembre apertura parziale del museo con una mostra

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A luglio la fine dei lavori di messa in sicurezza, a settembre l’inaugurazione di una mostra che da un lato racconterà la storia emblematica del panopticon borbonico e dell’ambiente che lo circonda, dall’altro darà spazio al racconto del Progetto di recupero e valorizzazione, presentando la definitiva funzionalizzazione delle aree del Museo e della scuola di alta formazione che – dopo le necessarie gare d’appalto – prenderà il via a fine 2025 sotto la direzione di Invitalia, soggetto attuatore del Cis Santo Stefano. Questa la road map delineata dal Commissario del Governo per il recupero dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano/Ventotene, Giovanni Maria Macioce, nel corso di un sopralluogo che si è tenuto negli scorsi giorni con i funzionari della Dg Musei del MiC. Una visita che è stata l’occasione per illustrare e ispezionare le aree dove verrà allestita la mostra e per definire gli spazi dove si svilupperà il percorso espositivo del museo di Santo Stefano. “Potremo a breve rivivere la storia dell’ex carcere borbonico in un contesto museale degno della sua importanza, capace di far rivivere l’unicità del Panopticon, vero e proprio gioiello architettonico che si erge sull’isolotto di Santo Stefano, voluto dai Borbone che ne affidarono la progettazione all’ingegnere Francesco Carpi e che proprio 230 anni fa nel 1795 cominciò ad essere operativo per proseguire la sua attività di carcere durissimo, continuando la sua attività fino al 1965, quando fu definitivamente chiuso e successivamente abbandonato al degrado per più di 50 anni”, ha spiegato Macioce.

A SETTEMBRE LA MOSTRA

Ma in attesa del definitivo percorso museale, si fruirà di un’area già predisposta, potendo immergersi in una mostra che, nelle intenzioni della struttura commissariale, dovrebbe aprire i battenti da settembre: “Sentiamo la necessità, insieme alle Amministrazioni del Tavolo istituzionale Permanente, dopo nove anni da quando è partito il Progetto, di dare un segnale che qualcosa sta succedendo: noi stiamo facendo lavori molto impegnativi dal punto di vista strutturale ma che ‘non si vedono’: può sembra tutto statico quando invece si sta lavorando molto, le aree del Panopticon e dello struggente cimitero sono state messe in sicurezza e possiamo quindi ora cominciare a progettare la ristrutturazione dell’intero Complesso. In alcune delle aree già messe in sicurezza allestiremo da settembre una mostra che racconterà il Progetto, da dove si è partiti e dove intendiamo arrivare; si illustrerà poi la storia del carcere, come è stato costruito e da chi, dove e come vivevano i detenuti. Sarà una mostra dal taglio emozionale, anticipatrice dei temi che, in maniera più estesa e approfondita, confluiranno poi nel progetto curatoriale del Museo”, ha sottolineato il Commissario.

IL MUSEO

Tra gli obiettivi del Progetto governativo, quindi, la creazione di un Museo e di una Scuola di alta formazione per restituire alla memoria collettiva l’evoluzione della cultura carceraria e della concezione della pena. “Sarà un percorso museale molto interessante dove si approfondiranno le origini dei sistemi penali; è prevista inoltre una sezione dedicata alle specificità ambientali, con uno spazio sull’area marina protetta e sulla vita del mare di Santo Stefano e Ventotene e un’altra dedicata all’ornitologia. Realizzeremo anche una sezione dedicata all’Europa con l’ausilio dei nostri partner, ad oggi sono 21 istituzioni culturali e università che hanno sottoscritto un accordo per produrre contenuti e dare vita a iniziative culturali proprio qui a santo Stefano. La DG Musei del MiC è fortemente coinvolta nella sua realizzazione: è stato di recente sottoscritto un accordo quadro che ci lega in maniera stabile in questa progettualità” ha spiegato Macioce.

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LA FUNIVIA

Il Commissario è quindi tornato sul tema della piccola funivia che, in soli 4 minuti, potrebbe collegare per 12 mesi l’anno superando gli ostacoli rappresentati dalle frequenti condizioni meteomarine avverse, l’impervio isolotto di Santo Stefano a Ventotene, sostituendo così l’approdo di difficile realizzazione. “A ora, l’approdo a Santo Stefano non è possibile per chi ha disabilità, per le donne incinta, per gli anziani e per i bambini. Quindi, il Governo – che investe 80 mln di euro – dovrebbe realizzare un Progetto che impedisce l’accesso al più del 50 per cento della popolazione italiana ed europea: questo è impensabile. Oggi su Santo Stefano salgono mediamente 1500 persone l’anno e quasi tutte durante il periodo estivo, quando le condizioni meteo marine sono favorevoli. Mi sono dedicato per mesi allo studio, fondamentale, di come superare l’inaccessibilità di Santo Stefano. Oggi c’è la possibilità di fare una piccola funivia, a campata unica, che va da Ventotene a Santo Stefano, che consentirebbe di superare tutti gli ostacoli e avrebbe come ricaduta la possibilità di programmare visite, eventi formativi, convegni, cosa che ad oggi non è possibile. Un’opera – se si riuscirà a fare – che garantirà la destagionalizzazione dei flussi turistici e permetterà a molte attività commerciali di Ventotene di restare aperte anche durante l’autunno e l’inverno, cosa che ora non succede”.



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