Agricoltura digitale: soluzioni retrofit per tutti – Agrimeccanica

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Le nuove tecnologie digitali possono rivoluzionare le filiere agroalimentari migliorando la sostenibilità economica e ambientale delle produzioni agricole, aumentando la sicurezza delle operazioni e garantendo una tracciabilità dei prodotti impensabile fino a pochi anni fa.

 

C’è però un problema, soprattutto le piccole e medie imprese (Pmi) sono tagliate fuori dalla transizione digitale. In Italia, sono poche le aziende agricole che hanno macchine e competenze adeguate per poter raccogliere dati in campo e inviarli a un portale cloud per l’analisi e l’archiviazione.

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Progetto Si Riparte per la digitalizzazione “dal basso”

Allargare il bacino di utenza delle tecnologie è uno degli obiettivi del progetto Si Riparte, acronimo di SIstemi digitali Rapidi, Innovativi e Partecipati per l’integrazione delle piccole/medie imprese agricole marchigiane nelle filiere biologiche globali.

Avviato a novembre 2022, il progetto ha durata triennale ed è finanziato dalla misura 16 del Psr della Regione Marche che sostiene la creazione di Gruppi Operativi, ovvero partenariati tra aziende agricole, enti di ricerca e produttori di tecnologie, per lo sviluppo di innovazioni in agricoltura.

 

I partner di Si Riparte sono il dipartimento D3A dell’Università Politecnica delle Marche, il Vision Robotics and Artificial Intelligence Lab (VRAI Lab) del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione della medesima Università, il gruppo Apra, la Cooperativa Agrobiologica Montebello e il Consorzio Marche Biologiche.

 

“Insieme agli altri partner, puntiamo a sviluppare e testare un prototipo per digitalizzare la rilevazione e la gestione dei dati in piccole aziende cerealicole. Si tratta di un sistema composto da dispositivi elettronici di rilevazione installabili in modo semplice e con bassi costi, su mezzi di vecchia generazione afferma Francesco Solfanelli, professore e ricercatore dell’Università Politecnica delle Marche.

 

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Nell’ambito del progetto Si Riparte, l’Università Politecnica delle Marche e altri partner promuovono la digitalizzazione tra alcune piccole aziende agricole marchigiane

(Fonte foto: Università Politecnica delle Marche)

 

Attualmente il Gruppo Operativo è impegnato nei test e nella validazione del prototipo. “Abbiamo affrontato principalmente due sfide: convertire macchine obsolete in unità capaci di raccogliere dati in modo efficace e mantenere bassi i costi. Questo aspetto è fondamentale per le imprese coinvolte che, essendo di dimensioni ridotte e producendo prodotti a basso valore aggiunto, non hanno grandi capacità di investimento – aggiunge Solfanelli.

Inoltre, stiamo cercando di testare il sistema nel maggior numero di aziende possibile in vista di una futura adozione su larga scala. Per ora lavoriamo con quindici realtà, ma vorremmo coinvolgerne altre con l’aiuto della cooperativa Montebello”.

 

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Raccolta dati? Bastano due soluzioni low cost

Il prototipo del VRAI Lab permette a trattori senza Isobus e telematica di acquisire in tempo reale dati riguardanti le operazioni svolte in campo durante la stagione e caricarli sul cloud. Il tutto, previo consenso dei titolari delle aziende agricole.

“Il nostro sistema si basa su due hardware di Teltonika che costano poche decine di euro: un Tracker GPS, una specie di scatola nera da applicare sul trattore e un Beacon Bluetooth da applicare sull’attrezzo – spiega Adriano Mancini, professore del VRAI Lab. Il Tracker GPS funziona anche con vecchi modelli degli anni Ottanta, perché necessita solo di una batteria da 12 o 24 volt, accendisigari e presa. Anche il Beacon è facilmente installabile tramite fascette su diversi attrezzi collegati al trattore mediante Pto o prese idrauliche”.

 

Il Tracker GPS è in grado di rilevare il tracciato fatto in campo registrando tempo di lavoro, posizione e velocità del trattore. Il Beacon trasmette un segnale identificatore, nel raggio di pochi metri e con una frequenza variabile, in modo che il Tracker GPS possa percepire il segnale e registrare il tipo di implement attaccato.

“Il nostro sistema registra il percorso, il giorno, l’orario, l’operazione eseguita e trasmette tutte le informazioni al software open source su cloud Trackr di Apra. Così possiamo tracciare tutte le attività agricole e in particolare le lavorazioni del terreno e la semina, gestite con macchine piuttosto obsolete  – sottolinea Mancini. Con il nostro prototipo, l’operatore non deve fare nulla se non collegare l’attrezzo al trattore e fornire alimentazione. Se l’interazione con i sistemi è praticamente nulla, anche la manutenzione è minima poiché il beacon resiste bene alle intemperie e ha una batteria che dura anche 3-4 anni”.

 

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Il prototipo del progetto Si Riparte prevede il montaggio di un Tracker GPS sui trattori e di un Beacon Bluetooth sugli attrezzi

Il prototipo del progetto Si Riparte prevede il montaggio di un Tracker GPS sui trattori e di un Beacon Bluetooth sugli attrezzi

(Fonte foto: Università Politecnica delle Marche)

 

Il registro di campo si compila da solo

Il sistema messo a punto nell’ambito del progetto, automatizza la stesura del registro di campo e, in più, garantisce la qualità dei dati raccolti, minimizzando gli errori che potrebbero invece verificarsi con l’inserimento manuale delle informazioni.

 

“Dopo il caricamento sul cloud di Apra, noi analizziamo i dati controllando che provengano da campi effettivamente autorizzati dagli agricoltori. Poi eliminiamo le informazioni non autorizzate e inseriamo i dati ‘puliti’ nel sistema gestionale agronomico Agrigis della Cooperativa Agrobiologica Montebello – specifica Mancini. Il processamento dei dati in Agrigis consente di monitorare le performance dei produttori della Cooperativa, anche in relazione tra loro, e di pianificare interventi mirati evitando sprechi di risorse e migliorando le rese”.

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Nuove tecnologie: come reagiscono le piccole imprese?

La possibilità di staccare i dispositivi elettronici di rilevazione in alcuni campi e la verifica dei dati dopo il caricamento in cloud, hanno favorito l’accettazione del prototipo tra i piccoli agricoltori coinvolti nel progetto Si Riparte.

 

“Ci siamo scontrati con la diffidenza degli operatori che, non essendo nativi digitali, si sentono spiati e vedono il tracciamento del lavoro come un’invasione della loro privacy. Tale percezione è priva di fondamento poiché, con il nostro prototipo, i dati acquisiti vengono trasferiti solo nel sistema gestionale Agrigis” chiarisce Mancini.

 

Sfide da superare nella digitalizzazione delle piccole aziende agricole

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(Fonte foto: Università Politecnica delle Marche)

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“Le risposte degli agricoltori al progetto sono state estremamente polarizzate: alcuni hanno mostrato interesse, altri hanno accettato di installare i sistemi elettronici con la possibilità di spegnerli all’occorrenza e altri ancora hanno spento i dispositivi fin dall’inizio per non tracciare le operazioni in campo – continua Mancini. Sicuramente l’età anagrafica alta, il profondo attaccamento a un metodo ‘tradizionale’ e la scarsa conoscenza del digitale frenano l’adozione delle nuove tecnologie”.

 

La formazione aiuta a cambiare approccio

Per vincere ulteriormente le resistenze degli operatori nei confronti della raccolta dei dati, i partner del progetto hanno organizzato sessioni operative – in aula e in campo – per presentare le attività, illustrare il funzionamento dei dispositivi di rilevazione e mostrare l’utilizzo corretto del software Trackr di Apra.

 

Durante le sessioni, i ricercatori cercano di spiegare anche i vantaggi derivanti dalla digitalizzazione delle operazioni. “Una volta che abbiamo acquisito i dati, possiamo usarli per il Registro di campo, ma anche per tanti altri scopi, ad esempio per snellire le procedure di controllo delle filiere biologiche o per stendere il bilancio di sostenibilità, che in futuro sarà probabilmente obbligatorio anche per le aziende agricole – precisa Solfanelli. Gli imprenditori agricoli devono entrare nell’ottica che oggi la raccolta dei dati è un valore aggiunto, ma domani sarà lo standard richiesto a tutti”.

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Adriano Mancini presenta le attività del progetto Si Riparte ad alcuni agricoltori durante una sessione operativa

Adriano Mancini presenta le attività del progetto Si Riparte ad alcuni agricoltori durante una sessione operativa

(Fonte foto: Università Politecnica delle Marche)

 

“Dopo aver fatto vedere come si installano il Tracker GPS e il Beacon Bluetooth, abbiamo lasciato i due sistemi in comodato d’uso sulle macchine degli agricoltori. La speranza è che, alla fine del progetto, alcuni soggetti vogliano continuare a usare le tecnologie per la raccolta dei dati di campo” prosegue Mancini.

 

Si Riparte, le prime evidenze 

I risultati del progetto sui SIstemi digitali Rapidi, Innovativi e Partecipati sono ancora in fase di elaborazione e saranno diffusi nell’ultimo trimestre del 2025.

 

“Per ora i dispositivi elettronici installati sui mezzi agricoli funzionano bene e gli output riguardanti le 15 aziende sono promettenti. In questo terzo anno di sperimentazione cercheremo di convincere gli agricoltori a lasciare il Tracker GPS e il Beacon Bluetooth sempre collegati in modo da ottimizzare la raccolta dei dati – chiarisce Mancini. I risultati attesi del progetto sono una riduzione significativa del tempo necessario per l’inserimento dei dati ai fini della documentazione delle operazioni e una diminuzione dei costi operativi.

 

Kit retro fit: salto di qualità per le macchine più basiche

Gli hardware usati nel progetto Si Riparte non sono gli unici dispositivi che consentono ad attrezzature puramente meccaniche di raccogliere dati in campo e inviarli wireless a portali cloud o alle centraline dei trattori. Un piccolo agricoltore che non vuole sostituire gli attrezzi in uso con nuovi modelli dotati di elettronica avanzata e funzionalità Isobus, può scegliere tra diversi kit retro fit che generalmente sono anche trasferibili con facilità da un mezzo all’altro. Qui segnaliamo il nuovo T1 Box di KUHN, ma anche Agri 4.0 ed Easy Fit di Cobo.

 

T1 Box di KUHN

Il sistema di interconnessione leggera T1 Box ha debuttato sull’andanatore KUHN GA 8131 CL ad Eima 2024. Semplice da usare, permette di connettere tutte le attrezzature non Isobus del Gruppo al portale MyKUHN. Da una dashboard dedicata nel portale, il responsabile aziendale può visualizzare la posizione e lo stato delle macchine, conoscendo sempre il tempo trascorso su strada o in campo e la velocità di marcia. 

 

Video sul funzionamento del sistema di interconnessione KUHN T1 Box

 

Inoltre, attraverso il sistema KUHN che esegue il calcolo automatico delle ore di lavoro, è possibile accedere a statistiche sull’uso degli implement e ricevere, via SMS o mail, avvisi di manutenzione con le informazioni necessarie per l’esecuzione degli interventi. Monitorare le modalità d’impiego degli attrezzi consente di ottimizzare le operazioni in campo mentre, fare una corretta manutenzione, aumenta l’efficienza e la durata dei mezzi in esercizio. Tutti i dati generati da T1 Box sono esportabili in Excel.

 

Kit di Cobo

Ideale soprattutto per l’installazione su attrezzature per la lavorazione del terreno, il kit Cobo Agri 4.0 permette il monitoraggio delle funzioni delle macchine, la gestione di comandi remoti e la trasmissione dati. Grazie al sistema, è possibile avere un controllo costante delle attività in campo e una tracciabilità completa delle risorse impiegate, misurando in modo più semplice la redditività dei propri mezzi e dei propri terreni.

 

Schema di funzionamento del kit Cobo Easy Fit

Schema di funzionamento del kit Cobo Easy Fit

(Fonte foto: Cobo Group)

(Clicca sull’immagine per ingrandirla)

Il kit Cobo Easy Fit – composto da un trasmettitore WED sull’attrezzo e un ricevitore UWR nella cabina del trattore – apre la comunicazione tra i mezzi al lavoro e l’esterno. Il trasmettitore WED identifica l’implement e conta le ore inviando dati utili (superfici coperte, ore lavorate e avvisi di manutenzione) al ricevitore UWR che comunica con un eventuale Virtual Terminal Isobus e con la centralina CAN-LIVE. Quest’ultima intercetta i messaggi in uscita dal ricevitore UWR e trasmette i dati al portale Cobo InTouch per la memorizzazione. Entrambi i kit Cobo hanno vinto il concorso Novità Tecniche 20-21.

 

Agricoltura digitale? Si può chiedere ai contoterzisti

Se, invece, il titolare di una piccola azienda non se la sente di iniziare a raccogliere dati in autonomia, può sempre rivolgersi a contoterzisti preparati. Alcuni agromeccanici hanno sia le macchine giuste per raccogliere e inviare dati in cloud sia le competenze adeguate per gestire l’elaborazione e l’analisi delle informazioni reperite.

 

Ad esempio, la Gobbo Ag Services offre servizi digitali a 105 imprese agricole venete attraverso il progetto Smart Agrifood Execution. Da un account digitale pre impostato, le aziende possono visualizzare vari tipi di dati, generati dalle macchine dell’azienda contoterzi o dai sensori nei campi.

Leggi anche Contoterzisti, guide per le piccole aziende nella transizione digitale

Gobbo offre servizi di base (analisi dei dati di coltivazione, gestione del magazzino, compilazione del Registro di campo) o servizi più avanzati come il monitoraggio degli indici agronomici, la creazione di mappe di prescrizione e la gestione finanziaria.



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