Alla Biblioteca della Follia di Crotone un tributo intenso alla grande poetessa Alda Merini

Sabato 1 marzo, alle ore 17.30, a Crotone,   presso la Biblioteca della Follia, gestita dal prof. Giuseppe Gangale, l’associazione culturale Le Arnie ha tenuto l’evento “Alda Merini: la poetessa dell’anima”. Un evento concepito e realizzato con l’intenzione di porre al centro la vita e l’opera della più grande poetessa italiana del Novecento, ma non secondo i consueti canoni con i quali la Merini è stata identificata dai mass media, ma per mettere a fuoco la profondità dei suoi versi, quanto istintivi, ma allo stesso tempo riflessivi.

L’evento è stato aperto dall’artista e art curator, Rosanna Vetturini che ha letto l’incipit, da lei composto per la  locandina-manifesto, una locandina-manifesto che, come ha sottolineato la stessa Vetturini, vuole essere espressione d’una personalità profonda che ci ha donato la sua grande poesia, quindi un omaggio a una grande artista qual è stata Alda Merini.

Il Presidente delle Arnie, Giuseppe Condello ha messo in rilievo quanto parlare di Alda Merini e della sua poesia ci riconcilia con un assoluto, con l’essenza della parola, con il primato del canto poetico. Lo stesso Giuseppe Condello, mediante l’esposizione di alcuni dati biografici ha messo in rilievo la sofferta, ma appassionante vita della poetessa dei navigli.

È seguita la lettura delle poesie per il momento poetico “Maturando l’amore” da parte di Marianna Lorenzano, che ha espresso la forza, la passione, la ritmica delle parole amorose della grande poetessa, e ha suscitato commozione con una lettura che ha colto i motivi mai scontati dell’amore meriniano, i motivi certo sofferti, ma che s’incidono nell’anima per un sempre. Marianna Lorenzano ha saputo trarre quello che per la Merini era l’autentico significato del sentimento amoroso.

Teresa Grotteria, nota artista crotonese, da più di quarant’anni pittrice di talento, ha esposto due sue opere: Il cuore in caos e la donna e il vento. Teresa Grotteria ha indicato il caos, ma pure la libertà della Merini, la libera capacità espressiva che gli artisti hanno come dono nella loro vita. Alda Merini ne è stata un esempio lampante  e noi dobbiamo trarre da ella la capacità di rigenerazione.

Franca Migale ha declamato poesie di Alda Merini per il momento poetico della serata intitolato “La natività di se stessa”, e ha spiccato in particolare la poesia “Sono nata il ventuno a primavera” con la quale è stata messa in luce la proiezione autobiografica della poetica meriniana. Franca Migale ha dato solennità e fondamentale accentuazione ai versi della grande poetessa, senza mai essere retorica, ma mantenendo una misura cadenzata nella declamazione.

Anna Torchia ha declamato altre tre poesie della Merini per il momento poetico “Innamoramento”. In cui è stato dato rilievo all’innamoramento sia verso una persona in particolare, ma pure verso la vita, verso il mondo, ma soprattutto verso se stessi. Anna Torchia ha dato ampiezza ai versi della Merini, li ha declamati con un tono di voce che ha restituito autenticità alla parola meriniana e, nel contempo, ha dato forza ai significati di drammaturgica sofferenza, ma di lirico sentimento della poetessa.

Rosanna Vetturini, che ha esposto il suo dipinto Vento di Cambiamenti,  ha posto l’accento sul cambiamento che nella vita vogliamo essere, sull’essenza della Merini che è stata una donna che ha attraversato diversi cambiamenti. L’artista e Art Curator ha indicato quindi il coraggio che bisogna avere nel cercare di cambiare e dare un significato alla vita.  Un significato che non può prescindere dall’affermazione d’una propria autenticità, d’una propri personalità, pertanto, la vita è anche costante dialettica nei cambiamenti.

Teresa Quattromani ha declamato le poesie per il momento poetico “Emozioni e fragilità”, e con la sua declamazione ha esaltato il potere poetico delle fragilità della poetessa dei navigli, mettendo in luce quanto Alda Merini fosse una poetessa trafitta dalla vita alfine di addivenire a una forte istintività del verso e una intensa consapevolezza della sua unicità di artista, ponendo in mente quanto vi sia una osmosi tra la vita e la poesia.

Maria  Stella Marino, nota pittrice crotonese, che da anni dipinge la sua serie straordinaria delle Donne di Riri, ha esposto una delle sue donne Eileen, e l’artista ha messo in rilievo quanto a volte nella vita, al di là delle apparenze, abbiamo uno sguardo celato, proprio come Eileen e come pure Alda Merini, che aveva il suo pathos di sofferenze e leggendo un passo commovente della poetessa dei navigli, tratto da una biografia, ha espresso quanto proprio questa donna proclamasse il suo diritto e il suo orgoglio di essere madre al di là degli stigmi sulla malattia mentale.

Maria Pia Genduso ha declamato le poesie per il momento poetico “L’innocenza e il sacro” e con la sua declamazione la Genduso ha messo in rilievo la bellezza che è intrinseca nelle poesie meriniane, vale a dire la bellezza come valore e la bellezza come potenza del credere, come affermazione d’uno stupore e d’un canto di fede, e ciò specie nella poesia “Quando il cielo bacò la terra nacque Maria”. L’innocenza e il sacro sono risuonati con autenticità nella voce  partecipativa di Maria Pia Genduso.

Durante la serata sono stati proiettati filmati con i brani musicali: Canzone per Alda Merini di Roberto Vecchioni, Caruso di Lucio Dalla, Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi, Pregherò di Adriano Celentano. I sottofondi musicali di accompagnamento alle declamazioni sono stati  a cura di Mario Migliarese che al termine dell’evento ha cantato un suo splendido brano, da lui composto,  dal titolo A’  luna, con testo in dialetto calabrese.