L’Aeronautica Militare statunitense ha ordinato l’ispezione a terra dell’intera flotta di 89 aerocisterne KC-46A Pegasus dopo la scoperta di crepe strutturali.
La decisione drastica, annunciata in esclusiva a The War Zone, arriva in seguito al ritrovamento di fessurazioni su due dei quattro nuovi velivoli pronti per la consegna. Boeing, il costruttore degli aerei, ha comunicato di aver identificato il problema e di aver temporaneamente interrotto le consegne.
La flotta KC-46A Pegasus, destinata a diventare la spina dorsale del rifornimento in volo dell’US Air Force, si trova nuovamente al centro di una tempesta di problemi. Le crepe, localizzate nelle strutture primarie e secondarie degli aerei, seppur non interessando superfici di volo o cardini delle stesse, hanno immediatamente attivato l’allarme. L’Aeronautica Militare ha infatti chiarito che ogni velivolo trovato con fessurazioni dovrà essere sottoposto a riparazioni prima di poter tornare operativo.
Boeing si è affrettata a dichiarare di essere al lavoro per risolvere la situazione, collaborando attivamente con l’Aeronautica Militare per valutare l’entità del problema e mitigare l’impatto sulla flotta esistente e sugli aerei in produzione. Questa nuova emergenza rappresenta solo l’ultimo capitolo di una storia travagliata per il programma Pegasus. Già in ritardo di anni sulla tabella di marcia, il KC-46A ha visto il suo primo esemplare consegnato solo nel gennaio 2019.
Fin dalle prime fasi, il programma è stato afflitto da una serie di problematiche tecniche serie e persistenti. Tra queste, spiccano i malfunzionamenti al braccio di rifornimento e al Remote Vision System (RVS), il sistema di visione remota utilizzato dagli operatori per guidare il braccio durante le operazioni di rifornimento. Attualmente, Boeing è impegnata a risolvere i problemi di rigidità del braccio, attraverso modifiche hardware e software, e sta integrando una versione completamente nuova dell’RVS, dopo che la prima versione si è rivelata pericolosa e potenzialmente dannosa per la salute degli operatori.
Un rapporto del Dipartimento della Difesa statunitense per l’anno fiscale 2024 ha evidenziato come il KC-46A “non soddisfi molti dei suoi parametri di idoneità”. Il rapporto ha sottolineato come la disponibilità operativa e la mission capability rate siano significativamente inferiori alle soglie richieste, peggiorando ulteriormente se si considerano gli aerei parzialmente operativi ma incapaci di svolgere la missione primaria di rifornimento in volo. A ciò si aggiungono i prolungati tempi di riparazione dovuti a problemi di fornitura di pezzi di ricambio. Non è tutto: nel marzo 2024, la consegna di nuovi aerei aveva subito un ritardo di due mesi a causa del ritrovamento di un pezzo rotto nel sistema del braccio di rifornimento.
Le difficoltà del programma Pegasus si traducono anche in enormi perdite finanziarie per Boeing. A gennaio, l’azienda aveva annunciato perdite per 800 milioni di dollari solo nel quarto trimestre del 2023 a causa dei costi di produzione più alti del previsto. Queste perdite si sommano a miliardi di dollari bruciati da Boeing a causa del contratto a prezzo fisso per il KC-46A.
Questa ennesima battuta d’arresto per il KC-46A è particolarmente preoccupante, considerando che il programma è nato per sostituire la flotta obsoleta di aerocisterne KC-135, in servizio dagli anni ’50, e i KC-10 Extender, l’ultimo dei quali è stato ritirato lo scorso settembre. La vicenda delle crepe strutturali rappresenta un nuovo, significativo ostacolo per un programma già ampiamente compromesso, mettendo a rischio la capacità di rifornimento in volo dell’Aeronautica Militare statunitense. La situazione rimane in continua evoluzione e The War Zone si impegna a fornire aggiornamenti non appena disponibili.
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