Mentre la città di Alessandria attraversa una delle più gravi crisi economiche e, soprattutto, di didentità della sua storia, il Sindaco Giorgio Abonante non trova di meglio da fare che discettare sulla data della sua fondazione, con argomentazione, peraltro, risapute e già documentalmente confutate.
Sull’argomento abbiamo chiesto un parere al Sindaco Emerito Piercarlo Fabbio (che ringrazio per la consueta disponibilità) che, con competenza e rigore storico-scientifico, ribadisce la correttezza dell’attuale datazione.
Massimo Taggiasco
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L’antefatto è conosciuto. Il prof Paolo Grillo, docente all’Università meneghina, relatore al bel convegno “Fondare una città, fondare una chiesa”, in occasione degli 850 anni della diocesi, durante il suo speech, comunica all’attento uditorio presente nella Sala conferenze della Fondazione Carial, una presunta novità: la data di fondazione della città di Alessandria sarebbe il 23 aprile, giorno dedicato a San Giorgio. La cosa, per i neofiti, è presa come un’assoluta novella, anche se lo stesso Grillo e poi il prof. Masarra, nelle conclusioni del convegno, hanno teso a smorzare gli entusiasmi: va bene il giorno di San Giorgio, santo particolarmente amato dagli alessandrini, ma anche santo guerriero – non a caso, durante la sua festa, si dava inizio, nel medioevo, alle campagne belliche -, ma il 3 maggio resta come la vera nascita politica di una città.
Il 3 maggio 1168 tre consoli di Alessandria si erano recati a Lodi per dichiarare l’adesione della città alla Lega dei Lombardi: in quello stesso giorno Alessandria compariva per la prima volta in un documento, che è poi il testo del trattato di alleanza politico-militare sottoscritto dai consoli alessandrini nel congresso di Lodi della Lega Lombarda. Fausto Bima, nella sua Storia degli Alessandrini del 1965, scrive che tale data “segna l’ingresso del nome civico nella storia patria”.
Nel 2001, per l’esattezza il 18 marzo, poco prima che il Consiglio Comunale fissasse con propria delibera il compleanno della città, partendo da una precisa e preziosa indicazione del prof. Claudio Zarri, la Presidenza del Consiglio Comunale organizzava, insieme al sindaco Calvo e alla Società di Storia arte e Archeologia, un incontro presso la sala Ferrero del Teatro Comunale appunto intitolato: il Compleanno di Alessandria. Le relazioni storiche erano state svolte da Ettore Dezza e Geo Pistarino, mentre Umberto Eco aveva trattato il tema della leggenda della fondazione. Il sottoscritto e Gianfranco Cuttica di Revigliasco si erano confrontati, in una sorta di contrasto medioevale, sulle possibili date da tenere in considerazione. E tante date erano state verificate e messe da parte.
Ora, chi si è entusiasmato, in modo un poco avventato, per gli Annales Cremonensis, qualche domanda sul tema non se l’è fatta? Ad esempio: gli storici e gli annalisti alessandrini non sono certo secondi ai cremonesi, almeno per quanto riguarda la loro/nostra storia e dobbiamo credere al fatto che sarebbe loro sfuggita una notizia del genere? Domanda a cui si può rispondere abbastanza in fretta, senza neppure approfondire più di tanto: Giuseppe Ottaviano Bissati, ad esempio, a fine Settecento, scrive: “La Cronaca di Cremona che contiene la storia dal 1096 al 1232: Caffaro, ossia il suo continuatore Oberto Cancelliere nei suoi annali di Genova scritti nel secolo XII, fissano la fondazione di Alessandria nell’anno 1168”. (Memorie Politiche civili militari della città di Alessandria, pag. 53). Ergo la fonte non è nuova ed era tranquillamente conosciuta dai nostri storici e annalisti, che così non fanno la figura degli sprovveduti. Semplicemente i nostri padri hanno pensato ad altre date: Ghilini dice 22 aprile, Claro il 5 di maggio, e lo stesso Bissati dice di tener fede alla Cronaca di Cremona sposando il 24 – e non il 23 – aprile, definendolo giorno di San Giorgio. E anche qui bisognerebbe verificare le riforme dei calendari per capire meglio se il 23 o il 24 aprile.
Quindi la novità non è tale e ci scuserà il prof. Grillo se non gli riconosciamo la progenitura di tale informazione e di tale fonte, ma così va la storia. Vero che la “storia è bella, perché si può scrivere ogni giorno”, mi spiegava il prof. Guido Ratti, ma vero anche che le fonti vanno rispettate.
Poi si può discettare all’infinito se il 3 maggio valga di più del 23/24 di aprile o di qualsiasi altra data, ma non perché in modo un po’ superficiale si cerca di far passare come una novella, ciò che già sapevamo. All’amo bisognerebbe mettere un’esca per far abboccare il pesce…
Per esercizio storico comunico che altre date potrebbero fare alla bisogna del nostro compleanno, date che erano già state considerate nel 2001, come ad esempio: il 30 gennaio 1176, giorno in cui era stato nominato il primo vescovo della città, oppure il 12 aprile 1174, data faustissima visto che Federico I il Barbarossa leva le tende e l’assedio di Alessandria, sancendone la leggendaria propensione a resistere e a difendersi, o ancora il 14 marzo 1183 data del riconoscimento da parte dell’impero che ribattezza la città di Cesarea, nome che per altro i cittadini alessandrini usarono per pochissimo tempo, enfatizzando il carattere irriverente ed irriguardoso nei confronti del “rex” e, forse, preferendo che l’indole un poco spiritualistica del loro carattere premiasse il “sacerdos”, cioè il papato.
E si potrebbe continuare con una ricerca puntuale ed individuare altre date, magari precedenti il 1168, ma non certamente affermare che tutto ciò sia una novità.
Piercarlo Fabbio
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