Il velivolo stava viaggiando a 17mila piedi. Era un volo sperimentale per effettuare un record di velocità. Il pilota ha riportato un forte trauma facciale e si teme possa perdere un occhio
Un brutto incidente aereo si è verificato questa mattina, intorno alle 8.20, nel territorio di Mantello, al confine con quello di Cino. Fortunatamente senza conseguenze gravissime per le persone coinvolte, perché per come si erano messe le cose poteva andare anche peggio.
Invece, il bilancio, pur non banale, è di gravità contenuta rispetto all’accaduto, con il pilota, Alberto Porto, 58 anni, di origini argentine, ma residente a Cremella (Lecco), che ha riportato un forte trauma facciale e si teme possa perdere un occhio. Su di lui si sono concentrate, infatti, le iniziali attenzioni dei soccorritori, mentre la moglie, 43 anni, che viaggiava al suo fianco sull’aeromobile biposto, se l’è cavata con un grande spavento e delle contusioni, ma nulla di veramente serio.
Porto, conosciutissimo in ambito aeronautico, è stato estratto dall’abitacolo del velivolo dai vigili del fuoco di Morbegno e dai colleghi del soccorso alpino fluviale giunti da Sondrio, e, dopo la prima assistenza sul posto, trasferito con il mezzo di EliComo al Papa Giovanni XXIII di Bergamo per essere sottoposto agli accertamenti e alle cure del caso. Non è in pericolo di vita, ma c’è questa grande preoccupazione per l’occhio. Sua moglie è stata, invece, portata in ambulanza a Gravedona, in codice giallo, più che altro in via precauzionale. Si può dire sia uscita quasi miracolata da questo pauroso incidente.
Ma cosa è accaduto al Risen superveloce 916 della “Porto aviation” che la rivista mensile di settore Vfr Aviation, dava per certo fosse pilotato proprio dal suo costruttore? Da Alberto Porto?
Ebbene, pare che mentre viaggiava a 17mila piedi in volo sperimentale per effettuare un record di velocità mondiale, abbia cozzato contro un oggetto, si presume un uccello, e l’impatto è stato tale da provocare lo sfondamento della calotta dell’aeromobile.
«Il pilota, al comando, è stato colpito al volto da un frammento riportando una seria lesione – scrive Vfr Aviation – , ha subito ridotto motore e velocità ed ha configurato l’aereo per l’atterraggio estraendo carrello e flap, ma si è anche subito reso conto di non essere in grado di poter pilotare in sicurezza fino alla pista. A quel punto ha correttamente azionato il paracadute d’emergenza, a razzo».
Tuttavia, in fase di discesa, non è riuscito nell’intento di governare al meglio il velivolo che ha finito per impiantarsi col muso fra la boscaglia e un muretto a secco che la delimita, non più di cinquanta metri sopra le case della frazione Torchi di Mantello. Il paracadute è rimasto incagliato nei rami delle piante, lì sventolante, e il velivolo inchiodato a ruote all’aria nel muro a secco. Ed è una fortuna che nessuno dei residenti sia rimasto coinvolto in questo singolare sinistro, considerata la vicinanza delle abitazioni.
I residenti hanno sentito un botto senza capire di cosa si trattasse, poi, hanno visto il paracadute e si sono diretti verso l’appezzamento di terreno privato che delimita il bosco per rendersi conto dell’accaduto. Erano le 8.18 di oggi quando dal confine fra Mantello e Cino è scattato l’sos. Sul posto sono giunti immediatamente i vigili del fuoco, EliComo, le automediche ed ambulanze di Areu, i Carabinieri afferenti alla Compagnia di Chiavenna e mobilitati anche i tecnici del Soccorso alpino della stazione di Morbegno.
Una volta soccorsi gli occupanti del mezzo, le attenzioni si sono spostate sul medesimo e sulla sicurezza dei luoghi. Sono intervenuti anche i tecnici di Arpa Lombardia a causa dello sversamento di idrocarburi fuoriusciti dal velivolo, ma nulla di troppo impattante.
L’area è stata delimitata e sequestrata insieme al biposto su disposizione della Procura della Repubblica di Sondrio che sta compiendo gli approfondimenti del caso in tandem con Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile.
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