In Friuli Venezia Giulia pensioni sopra la media nazionale

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


L’assegno medio delle prestazioni erogate per la prima volta nel 2023 in Friuli Venezia Giulia è di 1.338 euro, una cifra che è superiore al dato italiano (che si ferma a 1.292 euro) e anche a quello del Veneto (1.326 euro). I trattamenti più elevati sono in Lombardia, Trentino–Alto Adige e Lazio (dove superano i 1.400 euro), mentre i più bassi nelle regioni del Sud.

Il Friuli Venezia Giulia si colloca appena fuori dalla top 5 degli assegni più alti, al sesto posto. E il divario territoriale tra il Sud e il Nord si conferma anche guardando alla percentuale di prestazioni assistenziali, per le quali non è necessario aver versato contributi (come l’invalidità civile e le pensioni sociali), che compongono il totale: nelle regioni del Sud sono oltre il 50% degli assegni, mentre sono circa il 35% in Fvg.

Il divario di genere

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Il divario di genere in regione però è tra i più accentuati – così accade in tutti i territori con l’assegno medio liquidato più alto. In regione gli assegni degli uomini sono più cospicui del 31% rispetto a quelli delle donne. Solo in Veneto il divario è più marcato (32%), mentre i valori più bassi si registrano in Calabria (18%), Sardegna (20%) e Campania (20%).

Questi sono alcuni dei dati che riguardano il Friuli Venezia Giulia emersi dal XXIII rapporto annuale dell’Inps, presentato nel Salone d’onore della sede di piazza Unità a Trieste della Regione, a cui ha preso parte anche il presidente dell’Inps, Gabriele Fava.

Lo scenario

Prima della presentazione del rapporto, l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, ha snocciolato alcuni dati che hanno fotografato l’andamento demografico in Friuli Venezia Giulia, ricordando che se la popolazione è cresciuta da 1,17 milioni di abitanti nei primi anni Duemila fino al totale attuale di 1,19 milioni di abitanti, la stima è che possa «scendere fino a toccare, nel 2070, quota 1.019.000».

E una contrazione è prevista anche nella popolazione attiva, «già scesa da 797.000 a 736.000 unità in 20 anni con proiezione di un ulteriore -20% nel 2050 e -24% nel 2070», mentre per effetto dell’aumento della speranza di vita, «oggi superiore agli 83 anni mentre era sotto gli 80 nel 2000» aumenterà la quantità di anziani che compone la popolazione regionale, una fascia che già oggi rappresenta «un cittadino su quattro in Friuli Venezia Giulia», ha sottolineato.

Ma in questo quadro di macrocifre che indicano che a supportare un numero crescente di pensionati sarà un numero sempre più basso di lavoratori, dà speranza il dato sul tasso di fertilità, «arrivato oggi a 1,21 figli per donna, in linea con il dato nazionale, mentre negli anni Novanta era a 0,96 figli per donna», ha ricordato l’assessore Rosolen. Tutto questo però accade in un momento di «crisi senza precedenti dell’offerta sul mercato del lavoro», ha rilevato, invitando a «un’assunzione di responsabilità collettiva».

I dati

Per far fronte all’invecchiamento della popolazione, una delle strade da percorrere è quella di aumentare il tasso di occupazione, facendo partecipare più persone al mercato del lavoro. Cosa che sta accadendo a livello nazionale – anche se la strada da fare per raggiungere i livelli dei Paesi del Nord Europa è ancora tanta.

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Il Friuli Venezia Giulia da questo punto di vista rientra tra le regioni più virtuose dato che può contare su un tasso di occupazione di quasi 8 punti superiore alla media nazionale (70,2% a fronte di un dato nazionale di 62,3%) nel secondo trimestre del 2024. Con l’aumento dell’occupazione sale il numero di assicurati Inps, arrivato a toccare nel 2023 in regione la soglia di 577 mila persone, con un incremento del 3% rispetto al periodo che precede la pandemia.

Il 45% degli assicurati è donna, una cifra in crescita del 3,7% rispetto al 2019. Si tratta anche in questo caso di un dato positivo. Il 13,6% degli assicurati (circa 15 mila persone) è nato in un Paese extra Ue, un dato in crescita del 24,3% rispetto al 2019. Il ricorso a più forza lavoro femminile e l’apporto dei migranti permettono di fare fronte ad una platea di giovani meno popolosa rispetto al passato, conseguenza della denatalità.

Le settimane lavorate pro capite sono diminuite moderatamente (44,1 nel 2023 a fronte di 44,3 nel 2019), ma il dato Fvg è migliore di quello nazionale di una settimana. I giovani assicurati Inps in Friuli Venezia Giulia sono 143 mila (+9,7% rispetto al 2019), con un’intensità media di lavoro superiore rispetto a quella nazionale (37,6 settimane Fvg a fronte di 36,5 totali). —



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