Monitoraggio Lea, è scontro tra Regione Lombardia e Ministero Salute

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Lea

28 Febbraio 2025

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La pubblicazione dei dati sul monitoraggio ha visto la Lombardia scivolare al settimo posto, suscitando la reazione del presidente Attilio Fontana, che ha contestato duramente i parametri valutativi


La pubblicazione dei dati sul monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ha innescato un duro scontro tra la Regione Lombardia e il Ministero della Salute. Secondo il report diffuso dal Ministero, la Lombardia ha registrato un punteggio superiore alla soglia di sufficienza in tutte le macro-aree valutate, ma ha subito un arretramento al settimo posto nella graduatoria generale. Il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha contestato i criteri utilizzati per l’elaborazione del monitoraggio, sostenendo che gli indicatori adottati non riflettono correttamente la qualità dell’assistenza sanitaria. “Sono cose assolutamente inaccettabili. I cervellotici parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità e hanno l’obiettivo di penalizzarci”, ha dichiarato Fontana, che ha poi aggiunto: “Sono tutte, se posso usare un termine giuridico, puttanate”.

Il governatore ha puntato il dito contro la metodologia di valutazione basata su codici di diagnosi, facendo riferimento al caso delle schede di dimissione ospedaliera per ricoveri pediatrici per asma e gastroenterite. “Sono state esaminate 1.400 schede su un milione e 350 mila ricoveri fatti all’anno. Un dato mal codificato, non rappresentativo della reale capacità di gestione territoriale delle patologie pediatriche”, ha sottolineato, spiegando che ciò avrebbe comportato “una penalizzazione di 18 punti, con un effetto distorsivo sulla valutazione complessiva”. Secondo Fontana, se le osservazioni della Regione fossero state accolte, “la Lombardia avrebbe mantenuto la quarta posizione o, potenzialmente, sarebbe salita al terzo posto”. Dal Ministero della Salute è arrivata una replica netta. In una nota ufficiale, il dicastero guidato da Orazio Schillaci ha sottolineato che “il monitoraggio non è una classifica e non ha l’obiettivo di penalizzare le Regioni, ma di assicurare ai cittadini l’erogazione delle prestazioni a cui hanno diritto”. Il Ministero ha poi precisato di “non formulare classifiche, ma di pubblicare periodicamente, in ottemperanza alla normativa vigente, i dati relativi alla corretta erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Le dichiarazioni di Fontana hanno suscitato reazioni nel panorama politico. La Lega ha difeso la posizione del governatore, evidenziando “le decine di migliaia di pazienti di altre Regioni che ogni anno scelgono i nostri ospedali per curarsi”, come ha sottolineato il segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Romeo. Dall’opposizione, il Partito Democratico ha invece puntato il dito contro la gestione della sanità regionale, affermando che “di inaccettabile c’è solo l’immobilismo della giunta che ha fatto lievitare le liste d’attesa”. Anche il Movimento 5 Stelle ha criticato la presa di posizione di Fontana, chiedendosi ironicamente se “qualcuno ha detto a Fontana che l’attuale ministro è della sua stessa maggioranza?”. Lo scontro rimane aperto, con la Regione Lombardia che ha annunciato l’intenzione di confrontarsi con il Ministero per rivedere gli indicatori di valutazione, ritenuti non rappresentativi della reale qualità del servizio sanitario offerto. “La Regione sta dialogando con il ministero per avere degli indicatori che rappresentino effettivamente la realtà”, ha concluso Fontana.


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