Food safety, automazione HACCP e innovazione SaaS

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Per la sicurezza alimentare, l’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è da sempre la ‘bibbia’ di chi opera nell’agroalimentare. Manuali, check-list, procedure, controlli frequenti: un flusso continuo di documenti e ispezioni che rischia spesso di apparire come una complicazione burocratica. Eppure, proprio da questa complessità possono nascere opportunità di innovazione e modelli di business scalabili.

Più di una semplice raccolta dati

L’HACCP non è soltanto un insieme di moduli da compilare o di temperature da registrare. In realtà, dietro ogni manuale, c’è un processo di accompagnamento e consulenza che aiuta le imprese a rispettare normative, standard qualitativi e a interfacciarsi con le autorità di controllo. Al momento, gran parte di questo lavoro viene svolto da consulenti che forniscono indicazioni su come organizzare i piani di autocontrollo, verificare la filiera, gestire le non conformità.
Ma se un tempo quest’attività era per forza di cose legata a incontri dal vivo e pacchi di fogli, oggi i tempi sono maturi perché diventi un sistema SaaS (Software as a Service), capace di integrare consulenza, automazione e processi digitali in un’unica piattaforma.

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L’illusione di una semplice digitalizzazione

È vero, molte startup e strumenti software promettono soluzioni facili: basta posizionare un sensore nel frigorifero e il controllo della temperatura è fatto. Ma chiunque abbia esperienza nel settore sa che mantenere costante la temperatura non è così scontato: si aprono e chiudono porte, si inseriscono prodotti con temperature diverse, ci sono guasti, blackout e mille altre variabili. Un foglio di excel o un’app non bastano a risolvere questi problemi reali.
Per questo, l’innovazione non deve fermarsi all’installazione di dispositivi IoT, ma andare oltre, integrando un processo che aiuti l’imprenditore a prendere decisioni rapide quando si verificano anomalie: notifiche automatiche, procedure di emergenza, istruzioni di manutenzione e, soprattutto, un sistema che dialoghi in modo semplice con chi deve poi certificare la conformità dell’azienda.

Dal cartaceo al valore aggiunto: la consulenza smart

L’HACCP è un territorio che coinvolge non solo l’hardware (sensori) e il software (piattaforme cloud), ma anche le persone. La consulenza è fondamentale per formare i dipendenti, mantenere alta l’attenzione e garantire che, quando emergono criticità, ci sia un protocollo chiaro da seguire. Immaginiamo un SaaS che, oltre a raccogliere dati, offra un sistema di e-learning continuo, consigli personalizzati e collegamenti con figure specializzate in materia di sicurezza alimentare, disponibili in chat o in videoconferenza.
È qui che può nascere la vera disruption: trasformare un obbligo legale in un processo di miglioramento continuo, semplificando la vita agli imprenditori e offrendo servizi a valore aggiunto che possano garantire qualità, trasparenza e rapidità.

Alcune startup da tenere d’occhio

  • Biorsaf (Italia): si concentra sulla digitalizzazione dei piani HACCP e sulla semplificazione dei processi di registrazione, con un approccio integrato che unisce sensori ambientali e gestione documentale.
  • FoodDocs (Estonia): piattaforma SaaS che aiuta ristoranti e produttori a creare e gestire piani di autocontrollo, con checklist dinamiche e un sistema di notifiche per evitare distrazioni o ritardi. Ha raccolto due milioni di euro.
  • RizePoint (USA): software di audit e certificazione, pensato per grandi catene di ristorazione e retail, che permette di tracciare i dati in tempo reale e di effettuare analisi predittive sui rischi. Ha raccolto 30 milioni di dollari.

Ognuna di queste realtà, pur con approcci diversi, cerca di automatizzare i controlli, trasformando l’HACCP in una sorta di pilota automatico che non toglie importanza all’intervento umano, ma anzi lo rende più efficace e meno vincolato ai fogli di carta.

Verso una nuova era di food safety

In Italia, la forte tradizione culinaria e la straordinaria varietà di prodotti tipici rendono ancora più urgente un salto di qualità nella gestione della sicurezza alimentare. Siamo un Paese che vive di cibo, esporta eccellenze e attrae turisti da tutto il mondo proprio per la qualità della nostra ristorazione. Continuare a gestire tutto in modalità analogica non solo rallenta i processi, ma rischia di farci perdere competitività sui mercati internazionali.
Se sapremo vedere nell’HACCP non più un ‘male necessario’, ma un terreno di innovazione e digitalizzazione, potremo recuperare terreno su altri Paesi e, magari, diventare un punto di riferimento per chi cerca soluzioni integrate di food safety. Dopotutto, se c’è un posto dove un software per la sicurezza alimentare può fare la differenza, quello è proprio l’Italia.

Nota per il lettore: l’autore è CEO di Beeco e collabora con fondi di investimento attivi nell’ambito agritech, che potrebbero aver sostenuto o sostenere in futuro alcune delle startup menzionate.

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