Per il Fondo nuove competenze Fondartigianato ha destinato 1 milione di euro all’Invito 1-2025, promuovendo progetti di innovazione tecnologica, sostenibilità e impatto ambientale. Partendo dalle faq e dai chiarimenti ministeriali, Fondartigianato spiega le modalità e la documentazione da allegare, inclusa la possibilità di utilizzare la formazione a distanza asincrona. I progetti formativi devono riguardare ambiti come la tecnologia digitale, l’intelligenza artificiale, la sostenibilità e l’efficientamento energetico. Il Fondo permetterà anche di testare il sistema di individuazione e validazione delle competenze. Chi può presentare i progetti? In quale modalità e con quale documentazione?
A poche settimane dall’avvio della Terza Edizione del Fondo Nuove Competenze, Fondartigianato ha destinato 1 milione di euro all’Invito 1-2025, confermando la sinergia con le istituzioni e il suo ruolo al fianco delle imprese dei lavoratori.
Come infatti indicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’Avviso che ha lanciato la nuova edizione di FNC, la Linea del Fondo promuove i progetti di innovazione nei sistemi tecnologici e digitali e quelli dedicati alla sostenibilità e all’impatto ambientale.
Chi sono i soggetti che possono presentare i progetti: i chiarimenti del ministero
A presentare i progetti possono essere le singole imprese o le filiere. Per “filiera formativa”, spiega lo stesso ministero in una Faq, può intendersi un’aggregazione di imprese che lavorino lo stesso prodotto o che concorrano alle diverse fasi di produzione e commercializzazione di prodotti diversi.
Il ministero, nelle ultime Faq pubblicate, ha inoltre chiarito che è possibile aderire a Fondartigianato anche fino alla data di presentazione dell’istanza utile ad accedere al contributo FNC.
Le modalità e la documentazione da allegare per Fondartigianato
In considerazione della specificità della Linea FNC3 dell’Invito 1/2025, Fondartigianato ha chiarito che non saranno adottati limiti all’utilizzo della FAD Asincrona. A tal fine sarà possibile richiedere l’incremento del numero di ore previste da erogare con tale modalità.
Si aggiunge una specifica rispetto alle aziende provenienti da altro Fondo e per quelle non aderenti a nessun Fondo, ma che abbiano comunque aderito a Fondartigianato prima della presentazione dell’istanza al ministero: in questi casi, se nel cassetto previdenziale non fosse ancora disponibile l’evidenza dell’avvenuta adesione a Fondartigianato, sarebbe necessario allegare copia del “Flusso Uniemens”, con relativa ricevuta di invio recante il “codice FART”. In alternativa, specifica il ministero, è possibile allegare copia dell’autocertificazione (ex D.P.R. n. 445/2000) firmato dal legale rappresentante dell’azienda beneficiaria.
Digital e green al centro dei progetti
I progetti formativi potranno riguardare uno o più ambiti di innovazione tra quelli previsti dall’Avviso di FNC3:
– sistemi tecnologici e digitali;
– introduzione e sviluppo dell’intelligenza artificiale;
– sostenibilità e impatto ambientale;
– economia circolare;
– transizione ecologica;
– efficientamento energetico;
– welfare aziendale e benessere organizzativo.
Il progetto potrà articolarsi in uno o più percorsi e il numero di ore da destinare alla formazione dovrà essere tra le trenta e le centocinquanta, nel caso dei lavoratori, e di almeno venti, nel caso di disoccupati assunti con contratti stagionali nel settore turismo e agricoltura. La Linea FNC3 si rivolge infatti non solo ai lavoratori già inseriti all’interno dell’azienda candidata, ma anche ai disoccupati preselezionati e disoccupati formati per la loro successiva assunzione con contratto stagionale.
Nelle Faq il ministero precisa che le ore minime possono essere suddivise su più percorsi formativi, purché per ogni percorso sia previsto il rilascio di attestazione di trasparenza delle competenze. Ad esempio, si possono progettare due percorsi formativi, uno da 10 ore e uno da 20 ore.
Un documento di trasparenza per comprovare le competenze
I progetti presentati nell’ambito della Linea FNC 3 permetteranno di testare il sistema di individuazione e validazione delle competenze, in via di adozione in questi mesi. Al termine del percorso formativo dei propri dipendenti, infatti, l’azienda proponente dovrà prevedere il rilascio di un documento di trasparenza. È quanto prevede la legge che disciplina il Sistema di Individuazione, Validazione e Certificazione delle competenze. Il documento passerà al vaglio dei soggetti individuati dalla legge, tra cui i fondi interprofessionali.
Le qualificazioni da indicare nel documento di trasparenza
Il documento di trasparenza dovrà far riferimento ai repertori definiti in ambito nazionale ed europeo. In particolare:
b) il Quadro comune europeo di riferimento (QCER) per ciò che riguarda le competenze multilinguistiche;
c) il Quadro comune europeo di riferimento (EntreComp), per ciò che riguarda l’imprenditorialità;
d) il Quadro comune europeo di riferimento (LifeComp), per la certificazione delle competenze personali, sociali e di apprendimento;
e) gli standard di competenze stabiliti nell’ambito dell’indagine internazionale dell’OCSE-PIAAC, per ciò che riguarda le competenze matematiche e numeriche.
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