Caserta, beni culturali e legalità: intesa Soprintendenza-Archivio di Stato #finsubito richiedi mutuo fino 100%

Un progetto rivolto ai giovani per la diffusione della cultura della legalità passando attraverso la conoscenza e la cura del patrimonio comune nel segno della bellezza e del suo valore etico. Questa la genesi, ma anche l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto ieri fra la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento (Sabap) e l’Archivio di Stato nel salone espositivo della Sabap, nuovo spazio recuperato alla fruizione pubblica e istituzionale.

Solo il primo della ristrutturazione in atto all’interno della Soprintendenza e che porterà, entro Natale, all’apertura di nuovi ambienti, ha annunciato il soprintendente Mariano Nuzzo, che, sebbene sia solo da giugno alla guida della Sabap di Caserta e Benevento, ha già rivoluzionato uffici e spazi.

Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, moderata dalla responsabile della comunicazione della Sabap, Mariangela Mingione, è stato sottolineato come l’iniziativa sia in perfetta sintonia anche con le finalità della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. «Confermiamo anche in questo modo il ruolo delle istituzioni nell’educare i giovani alla cultura del rispetto dei diritti, della legalità e all’inclusione e nel modellare una società giusta e paritaria», ha aggiunto Nuzzo.

“Beni d’interesse criminale. Patrimonio culturale e mafie” è il titolo del progetto rivolto alle scuole e che verrà realizzato in collaborazione con il comando carabinieri Tutela patrimonio culturale di Napoli.

«Favorire il contrasto alla criminalità organizzata e soprattutto spiegare l’intensa attività di prevenzione e di repressione delle diverse infiltrazioni nel patrimonio culturale, ci permette di dare attuazione alle garanzie che la Costituzione prevede. Con le lezioni offriremo spunti per una riflessione che recuperi la memoria storica, indispensabile per capire quanto sia importante vivere la democrazia, liberandola da ogni forma di violenza», ha dichiarato Nuzzo. Le scuole aderenti saranno, infatti, coinvolte in una prima fase, che prevede quattro incontri di formazione in classe, la seconda dedicata alla lettura e all’analisi delle fonti archivistiche e bibliografiche all’Archivio di Stato e nella biblioteca della Soprintendenza, mentre la terza vedrà l’attivazione di laboratori.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte dirigenti scolastici e studenti degli istituti superiori della provincia che hanno già aderito all’iniziativa, (“Michelangelo Buonarroti” di Caserta, “Leonardo Da Vinci” di Santa Maria Capua Vetere, il Convitto “Giordano Bruno” e il “Villaggio dei ragazzi” di Maddaloni), l’importanza della prevenzione e della collaborazione interistituzionale è stata messa in risalto, dalla direttrice dell’Archivio, Fortunata Manzi.

«La missione civica degli istituti della cultura è comune per scongiurare gli attacchi al patrimonio culturale che comprende tutti i beni. Perché – ha sottolineato – non si rubano solo reperti, affreschi, quadri, ma anche documenti d’archivio, libri antichi, che spesso finiscono in vendita nelle aste o su particolari piattaforme. Un danno irreversibile che rischia di inficiare il senso di identità e di comunità di un popolo». Il comandante dei carabinieri Tutela patrimonio culturale di Napoli, maggiore Massimo Esposito, ha insistito sulla necessità che le istituzioni dialoghino con i giovani per diffondere l’attenzione alla legalità che passa per la conoscenza e il senso di appartenenza, spesso messi a rischio proprio da reati che colpiscono il patrimonio culturale.

Quindi, dopo aver raccontato il modus operandi del nucleo Tutela, ha ricordato che in Italia è stato istituito nel 1969, un anno prima che l’Unesco invitasse le nazioni aderenti a fare la stessa cosa. Un primato confermato dalla banca dati delle opere illecitamente sottratte curata dai carabinieri, oggi implementata dall’uso dell’intelligenza artificiale che consente agli investigatori di monitorare anche eventuali movimenti e informazioni che circolano in rete sulle opere rubate. Al progetto possono aderire altri istituti di secondo grado inviando un’email a sabap-ce@cultura.gov.it entro il 9 dicembre.