a che punto sono le indagini

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Sono alle fasi finali le indagini su Andrea Prospero, il 19enne trovato morto in un appartamento di Perugia. Secondo l’avvocato della famiglia dello studente di Informatica, si indaga sul contenuto del computer portatile in dotazione a Prospero, recuperato nonostante le condizioni del dispositivo, e su alcune interazioni del giovane nelle chat di messaggistica.

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Le indagini sulla morte del 19enne Andrea Prospero sarebbero vicine alle fasi finali e attorno agli accertamenti svolti sullo studente universitario trovato morto in un appartamento di Perugia si mantiene il massimo riserbo. Quello che è certo è che al momento è stato recuperato il contenuto del computer portatile acquistato dal giovane poco tempo prima del decesso e che saranno oggetto di analisi anche le 40 sim telefoniche nelle disponibilità del ragazzo.

Un risultato, quello del computer, non scontato viste le condizioni nelle quali il pc era stato ritrovato. L’oggetto figura infatti tra quelli acquisiti nell’appartamento ed era probabilmente  in uso ad Andrea anche poco prima della sua morte, avvenuta con tutte le probabilità per l’ingerimento di alcuni farmaci. Questo dettaglio potrà essere confermato solo dai risultati degli esami tossicologici, come ha spiegato a Fanpage.it l’avvocato Francesco Mangano che assiste la famiglia del 19enne. Per averli bisognerà aspettare ancora un po’, ma la sensazione della difesa è che la Procura di Perugia sia vicina alla fine delle indagini.

“In questo momento – ha sottolineato il legale – tutto è oggetto di indagine. Dall’interazione dei cellulari di Andrea non è ancora emerso nulla di definitivo perché gli accertamenti proseguono, anche se siamo vicini a una conclusione”.

Il gruppo Telegram con 96 membri

Per quanto riguarda le chat Telegram nelle quali qualcuno avrebbe suggerito agli altri membri di cancellare qualsiasi interazione con gli account di Andrea Prospero, l’avvocato ha sottolineato che al momento “non acquisiscono un’importanza investigativa maggiore rispetto al resto del materiale analizzato”.

“In questo messaggio qualcuno ‘avvisa’ gli altri utenti spiegando che la Polizia Postale potrebbe avere accesso alle chat di Andrea e viene chiesto di eliminare le interazioni pregresse se si teme che le autorità possano venire a conoscenza di cose che non vogliono rendere pubbliche. Può significare tutto e niente. Da quello che si capisce, parliamo di due nickname che nelle chat non erano di principale importanza, gli utenti non sapevano chi fosse Andrea, è stato reso noto da chi ha invitato gli altri a cancellare eventuali interazioni. Non era un protagonista di quel gruppo Telegram”.

“Ovviamente a nostro avviso allo stato dei fatti tutto ha una valenza investigativa per ricostruire la dinamica dei fatti ma anche per accertare eventuali altri illeciti estranei al caso – ha ribadito Mangano a Fanpage.it -. Ovviamente in questo momento tutto è da verificare e da sezionare attentamente, comprese le interazioni di Andrea con WhatsApp, Telegram e sulle varie app di messaggistica. Come difesa, crediamo che la Procura abbia selezionato alcune conversazioni di interesse, non per forza da Telegram. C’è grande riserbo da questo punto di vista”.

Di cosa si parlava nelle chat Telegram: le ipotesi

Allo stato dei fatti sono pochissime le informazioni sul gruppo Telegram nel quale qualcuno avrebbe invitato gli altri utenti (circa 96) a cancellare Prospero. Secondo il legale Mangano, si tratterebbe di chat nelle quali si vendono prodotti di marca contraffatti. “Ovviamente parliamo di ipotesi, non ne abbiamo contezza – spiega -. Sono chat nelle quali viene proposto un po’ di tutto e poi bisogna vedere a chi interessa. Siamo però sicuri che con la conclusione delle indagini a tutto tondo verrà fuori se l’attività online del 19enne abbia avuto o meno un ruolo nel decesso e soprattutto di quale portata.

Il recupero dei contenuti del computer di Andrea

Una notizia importante e positiva, secondo il legale, è l’avvenuto recupero del contenuto del computer trovato nell’appartamento di Perugia dove Andrea Prospero è morto. “Pensavamo fosse inutilizzabile, era stato trovato rotto sotto il corpo del 19enne, invece i consulenti sono riusciti a scaricare tutti i contenuti per verificare se ci sia qualcosa di interesse ai fini delle indagini o meno”.

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“Questo è al momento lo stato dell’arte per le indagini: siamo anche in attesa degli esami tossicologici – ha ribadito Mangano – che potranno fornirci altri dettagli sull’accaduto. In queste settimane abbiamo visto anche ricostruzioni fantasiose, tra le quali alcune legate a chat per lo spaccio di crack. Ovviamente sono cose lontanissime da Andrea Prospero”.

Secondo il legale, se c’è stata qualche attività illegale, Andrea vi è stato trascinato. “Sicuramente non parliamo di reati di questo tenore – esclude – ma se qualcosa c’è stato, siamo sicuri sia stato adescato. Sicuramente è accaduto qualcosa tra l’8 e il 24 gennaio, un evento che ha portato poi alla tragica morte di Prospero”.

La richiesta di restituzione e dissequestro dei cellulari

Mangano ha fatto sapere che la difesa dei familiari di Prospero ha chiesto la restituzione e il dissequestro dei dispositivi cellulari del 19enne per permettere ai consulenti di parte di dare un’occhiata al loro contenuto. “Vogliamo capire fino in fondo cosa c’è al loro interno” ha sottolineato il legale





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