Tante parole e pochi (f)atti al ministero, Salvini bocciato alla prova dei decreti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Il Codice della strada attende ancora 14 provvedimenti su 17 per la piena attuazione. Il dicastero dei Trasporti è il peggiore. Ma tutto il governo non eccelle sull’adozione dei testi

Il nuovo codice della strada è stato uno degli stemmi che Matteo Salvini si è apposto al petto. Nelle dirette social ha snocciolato i risultati miracolosi della riforma. Uno sforzo di comunicazione a cui non corrisponde altrettanto impegno negli atti al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

Il testo attende la piena attuazione. Approvata lo scorso novembre, a distanza di ormai tre mesi devono essere emanati ancora 14 decreti attuativi (i provvedimenti che rendono esecutive le cornici norme previste) su 17.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

 A oggi risultano solo 3 decreti pubblicati, meno del 20 per cento. Mancano, tra le varie cose, le disposizioni per l’installazione dei dispositivi alcolock, che registra il tasso alcolemico del guidatore (ed eventualmente blocca l’accensione dell’auto), e il quadro normativo sul prezzo di vendita delle targhe per i monopattini, bloccando il contenuto della riforma su questo punto.

Trasporti a rilento

La mancata (piena) attuazione del codice della strada è solo uno dei casi che racconta come il ministero, sotto la guida di Salvini, stia arrancando. Il dossier della Camera sui decreti attuativi, che ha raccolto i dati fino all’inizio di febbraio, conferma che il leader della Lega non ha dato grande impulso al lavoro del suo ministero. Il Mit è uno dei più inefficienti: deve ancora adottare 49 provvedimenti, (contando solo quelli relativi all’attività del governo Meloni).

Solo il ministero dell’Economia, a quota 93 testi da completare, ha fatto peggio. Il Mef ha però una valida attenuante: per sua natura è oberato dai decreti attuativi. C’è poi un altro fattore che non depone a favore di Salvini. Il ministero di Giancarlo Giorgetti ha completato l’iter di 110 provvedimenti (sempre dell’era Meloni). Un numero più alto dei 93 in attesa di definizione per un saldo positivo di +17. Il Mit è invece fermo a 38 decreti emanati, molti di meno rispetto a quelli da emanare, 49 appunto. Un saldo di -11.

Restringendo il perimetro ai soli decreti attuativi delle manovre economiche, la situazione non migliora. Al ministero delle Infrastrutture fanno capo 29 atti e 18 sono in attesa di completamento. Sono solo 11 quelli pubblicati.

Al di là del nuovo codice della strada, ci sono perciò altri provvedimenti dimenticati al Mit. Alcuni sono addirittura scaduti, andati oltre il termine indicato dal governo stesso. A fine di gennaio il ministero avrebbe dovuto definire le modalità di assegnazione dei contributi in favore degli operatori ferroviari operanti nell’area portuale. Un potenziale milione di euro a testa. Entro giugno dello scorso anno, il ministero del leader leghista avrebbe dovuto riformare il trasporto pubblico per favorire le «esigenze di mobilità delle persone anziane nei contesti urbani ed extraurbani». Bisogna ancora attendere.

Certo, quello di Salvini non è l’unico caso dei troppi decreti in stand-by. Va malissimo pure il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica di Gilberto Pichetto Fratin. Il governo Meloni ha previsto 55 decreti facenti capo al Mase: solo 17 (meno di un terzo del totale) hanno terminato l’iter. Sulla stessa falsariga ci sono poi il ministero della Salute di Orazio Schillaci a cui, in questi due anni e mezzo, hanno affidato 58 provvedimenti e solo 21 sono stati pubblicati, e il ministero del Lavoro e delle politiche sociale di Marina Elvira Calderone che ha emanato 25 decreti sui 61 assegnati.

Pochi promossi

Ci sono, d’altra parte, ministeri che possono vantare una grande efficienza. Tra quelli più importanti spiccano il ministero dell’Università di Anna Maria Bernini che ha un tasso di adozione del 94,4 per cento. Promossi pure il Viminale di Matteo Piantedosi, con il 67,3 per cento di tasso di adosizione, di poco davanti al ministero della Giustizia di Carlo Nordio, al 62,5 per cento, e al Mimit di Adolfo Urso al 60 per cento.

Più in generale, comunque, l’attività del governo Meloni non brilla sul fronte dei decreti attuativi. Il sottosegretario con delega all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, ha spesso rivendicato una grande operatività su questo versante. Eppure l’ultima Legge di Bilancio smentisce un cambio di passo. I decreti attuativi previsti per la manovra sono 110, sugli stessi livelli del primo governo Conte (111) e giusto un po’ meno del secondo governo presieduto dall’attuale leader del Movimento 5 Stelle (125).

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Oltre alla legge di Bilancio, il computo non è brillante. «Rispetto alla precedente edizione del dossier recante il monitoraggio aggiornato all’1 novembre 2024, si registra un incremento dello stock dei provvedimenti da adottare, con un aumento di 69 atti (da 579 a 648)», si legge nella relazione presentata a Montecitorio. Insomma, i buoni propositi di Fazzolari, messo a guardia del programma, non stanno producendo gli esiti sperati.

C’è poi un trucchetto in voga: «I provvedimenti attuativi derivanti da disposizioni legislative di iniziativa governativa che non prevedono nella fonte primaria un termine di adozione» sono «in costante aumento, essendo passati da 229 nel febbraio 2023 (pari al 45,44 per cento del totale dei 504 atti allora pendenti) a 318 al 1° febbraio 2025 (pari al 52 per cento del totale dei 611 atti ancora da adottare)», prosegue il dossier della Camera.

Cosa significa? «La previsione di un termine certo e adeguato entro il quale emanare regolamenti, decreti o altri provvedimenti attuativi richiamati in una legge, possa indirettamente produrre un effetto di “stimolo” al solerte adempimento degli obblighi attuativi posti in capo alle amministrazioni competenti». Invece con il governo Meloni si preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Source link