Omicidi in Italia: il calo del 33% in dieci anni conferma un trend positivo

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Il servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza ha pubblicato il report “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024.
Il report evidenzia un calo costante degli omicidi nel nostro Paese: dal 2015 al 2024 si registra una riduzione del 33%, con un decremento del 6% solo nell’ultimo anno. Ancora più marcato il calo degli omicidi di matrice mafiosa, in diminuzione del 72%.
L’Italia si conferma tra i paesi più sicuri d’Europa per questo tipo di reato, secondo i dati Eurostat.
Tuttavia, emerge un preoccupante aumento della presenza di minori tra gli autori di omicidi, passati dal 4% nel 2023 all’11% nel 2024. L’uso di armi improprie e bianche rimane il metodo prevalente, mentre le liti degenerative rappresentano il principale movente.

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Un trend in calo: il successo della prevenzione e del controllo


Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha assistito a una costante riduzione del numero degli omicidi volontari. I dati presentati dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale mostrano un calo significativo: dai 475 casi del 2015 si è scesi ai 319 del 2024. Il trend è stato confermato anche nell’ultimo anno, con un’ulteriore riduzione del 6% rispetto al 2023.
Questo miglioramento può essere attribuito a una combinazione di fattori: dalle politiche di prevenzione e le modifiche legislative, che hanno rafforzato la lotta contro la violenza e la criminalità, all’efficace attività delle Forze di polizia, impegnate sia nella repressione che nella prevenzione del fenomeno. Anche il progressivo cambiamento sociale, con una maggiore consapevolezza sulle dinamiche di violenza e sulla loro prevenzione, ha giocato un ruolo fondamentale.

Mafia e criminalità organizzata: omicidi in calo, ma il pericolo resta


Un dato particolarmente significativo riguarda la criminalità organizzata: gli omicidi legati a contesti mafiosi sono crollati del 72% nel decennio, passando da 53 a 15 casi. Questo cambiamento riflette una trasformazione delle dinamiche interne alle organizzazioni criminali, che sempre più spesso evitano azioni violente e plateali per non attirare l’attenzione delle autorità. Le mafie puntano invece sull’infiltrazione nell’economia legale, prediligendo metodi meno eclatanti ma altrettanto pericolosi per la società.
Nonostante il calo degli omicidi mafiosi, il controllo del territorio da parte della criminalità organizzata rimane una sfida aperta. La riduzione della violenza non implica necessariamente una minore pericolosità delle organizzazioni criminali, che continuano a operare su altri fronti, dal narcotraffico alle frodi economiche.

Nuove preoccupazioni: l’aumento dei minori tra gli autori di omicidi


Se il quadro generale mostra una tendenza positiva, non mancano elementi di preoccupazione. Tra questi, il dato relativo alla fascia d’età degli autori di omicidi: nel 2024, l’11% degli omicidi è stato commesso da minorenni, contro il 4% del 2023. Un aumento che pone interrogativi sul ruolo della devianza giovanile e sulla necessità di politiche di prevenzione mirate.
Dal punto di vista delle modalità con cui vengono commessi gli omicidi, si conferma la prevalenza dell’uso di armi improprie o bianche, con 133 casi nel 2024, mentre le armi da fuoco sono state impiegate in 98 casi. Le liti degenerative risultano essere il movente principale nel 49% degli episodi, evidenziando l’importanza di interventi educativi e sociali per la gestione dei conflitti.

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Italia tra i Paesi più sicuri d’Europa


La riduzione degli omicidi in Italia trova conferma anche nel confronto con il resto d’Europa: secondo i dati Eurostat relativi al 2022, il nostro Paese è tra quelli con il minor tasso di omicidi, consolidando una tendenza di lungo periodo. Questo risultato, frutto di politiche di sicurezza efficaci e di un cambiamento culturale, rappresenta un traguardo importante ma non definitivo: la prevenzione e il contrasto alla criminalità restano priorità per garantire la sicurezza dei cittadini.

Codice Penale e di Procedura Penale per la Polizia Giudiziaria

PARTE ICODICE PENALE• R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398 – Approvazionedel testo definitivo del codice penale• R.D. 28 maggio 1931, n. 601 – Disposizioni di coordinamento e transitorie per il codice penalePARTE IICODICE DI PROCEDURA PENALE• D.P.R. 22 settembre 1988, n. 447 – Approvazione del codice di procedura penale• D.Lgs. 28 luglio 1989, n. 271 – Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale• D.M. 30 settembre 1989, n. 334 – Regolamento per l’esecuzione del codice di procedura penaleINDICI ANALITICI• Codice penale• Codice di procedura penaleUgo TerraccianoDocente universitario in criminologia. Già docente presso la Scuola Ispettori della Guardia di Finanza. Ha assunto incarichi dirigenziali nella Polizia di Stato e di comando nella Polizia Municipale.Luigi TramontanoGiurista, già docente a contratto presso la Scuola di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, è autore di numerose pubblicazioni, curatore di banche dati legislative e direttore scientifico di corsi accreditati di preparazione per l’esame di abilitazione alla professione forense.

 

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