di Anna Raisa Favale
La scorsa settimana sono stata a Milano per lavoro e tra gli ospiti intervistati per un documentario a cui sto collaborando, ho anche incontrato la famiglia Scarpolini, una famiglia a dir poco eccezionale.
Lui, il padre, Silvio, tenore nel coro della Scala per 30 anni, ora in pensione da poco. Lei, Luisa, regista e attrice teatrale, nel corso della vita ha partecipato anche a noti programmi televisivi per bambini; se qualcuno di voi ricorda la trasmissione “L’albero azzurro”, lei era “la streghetta” del programma.
Quando Silvio e Luisa si incontrano e si innamorano, non hanno solo la passione per la musica e l’arte ad unirli, ma anche una fede radicata e profonda, che portano con loro per la vita e sulla quale fondano le scelte che fanno in famiglia.
Si sposano, arrivano cinque figli, scelgono di accoglierli tutti, anche se le cose non sono sempre facili. Luisa doveva spesso restare a casa per badare a tutti, e un solo stipendio a Milano con una famiglia di sette poteva essere motivo di difficoltà.
Ma loro sono legati da un grande amore per la vita, l’arte e un creatore a cui fanno capo, per cui non si scoraggiano, ma anzi buttano il cuore oltre l’ostacolo e decidono di fare di questo loro grande amore anche qualcosa da donare agli altri e da condividere.
Così, nei periodi di ferie di Silvio, viaggiano low cost tutti insieme in giro per l’italia, creando degli spettacoli a misura di bambini, in cui annunciare la bellezza della famiglia – nonostante i limiti che tutti abbiamo – ma spostando l’accento sul miracolo d’amore che avere una famiglia rappresenta.
Ed è così che tutti questi bambini crescono in un mondo fiabesco, creato dai loro genitori, e assorbono l’arte, la musica, la bellezza, l’amore. Non stupisce allora che tutti e cinque abbiano deciso di fare dell’arte la propria vita. Il più grande, il primogenito, ha scelto di dedicare la sua vita alla musica ed è oggi il primo violoncello della Filarmonica di Milano. La seconda diventa una ballerina classica, la terza e la quarta due attrici e cantanti che lavorano nei musical – una in Germania, l’altra in Italia – e l’ultima è anche lei una musicista.
Incontrarli a cena è stato come incontrare la famiglia del musical “Tutti insieme appassionatamente”: ve lo ricordate il musical con Julie Andrews, in cui lei fa la tata alla famiglia di sette figli del Comandante von Trapp, i due finiscono per innamorarsi e sposarsi, e tutti cantano insieme appassionatamente, guidati dalla sua voce d’usignolo e la sua anima unica e fatata? Ecco, è la famiglia Scarpolini, esiste, e in Italia ne abbiamo un esempio.
Si sa, se vuoi conoscere qualcosa, mangiaci insieme. Soprattutto le famiglie. Puoi notare frecciatine, ironia, impazienza, piccole grandi intolleranze. La famiglia Scarpolini prima di iniziare a cenare ha invece intonato un coro a quattro voci per rendere grazie, e poi di tanto in tanto, mentre si raccontava qualche storia del passato, qualcuno improvvisava una battuta tratta dagli spettacoli di cui stavamo parlando, qualcun altro esplodeva in un acuto, qualcun altro ancora raccontava un aneddoto memorabile, e tutti insieme finivano a ridere di gusto, nonostante non sempre le visioni univoche o necessariamente allineate sulla vita in tutti i suoi aspetti.
Su una cosa, però, erano tutti allineati, anzi due: uno, la musica come valore imprescindibile in cui tutti avevano avuto il dono di nascere e crescere e che in un modo o nell’altro ha segnato profondamente le scelte che tutti loro hanno poi fatto nella loro vita di padri e madri nel presente di oggi, e due, questa assoluta bellezza che viene dalla famiglia. Tutti e cinque i figli si sono commossi nel parlare della grazia dell’essere nati da Silvio e Luisa – esprimendo una autenticità che rare volte ho visto nelle interviste – e credetemi, ne ho fatte tante in tanti posti nel mondo – e tutti trasmettevano una grande armonia interiore, nonostante le inevitabili lotte e la stanchezza della vita presente.
A fine intervista io e tutte le altre persone che erano con me ad ascoltare, ci siamo messi a piangere. Gli Scarpolini hanno intonato un’ultima canzone, e l’emozione era così vera, palpabile e forte che nessuno di noi ha potuto trattenere le lacrime.
Forse qualcuno di voi, leggendo, si sta interrogando se sia vero, e siete tentati di non crederci. Vi capisco. Credo che la maggior parte di noi abbiano sperimentato grandi ferite e conflitti nelle famiglie con cui siamo entrati in contatto, ed è davvero difficile credere che una famiglia del genere possa esistere. A me è sembrato niente di meno che un miracolo.
Eppure, grazie a Dio, degli esempi del genere esistono, e credo anche che siano molti di più di quelli che vediamo. Solo che non fanno notizia.
Per questo, ho deciso di raccontarvene uno io. “Tutti insieme appassionatamente”, da oggi, non sarà più solo un film da guardare a Natale, pensandolo come una fiaba, ma qualcosa di reale, con un nome ed un cognome. La famiglia “Scarpone”, si chiama su Youtube. Potete cercarla.
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