L’Europa Riafferma il Suo Sostegno a Kiev, mentre Crescono le Tensioni con Trump

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Nel terzo anniversario dell’invasione russa, von der Leyen e Costa a Kiev. Macron e Starmer attesi da Trump per discutere il futuro della sicurezza europea. Mosca e Pechino rafforzano l’asse strategico

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Nel terzo anniversario dell’invasione russa, i leader dell’Unione Europea hanno fatto tappa a Kiev per ribadire il loro appoggio al popolo ucraino. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, sono giunti nella capitale ucraina per incontrare Volodymyr Zelensky.

«L’Europa è qui per rafforzare l’Ucraina in questo momento critico», ha dichiarato von der Leyen, annunciando un nuovo stanziamento di 3,5 miliardi di euro che verrà erogato già a marzo. La leader europea ha sottolineato l’importanza di una difesa comune, anticipando un piano per incrementare la produzione di armi nel continente. Concetti ribaditi anche da Costa, che ha convocato un vertice straordinario per il 6 marzo per discutere il futuro della strategia europea sulla sicurezza.

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La Pressione su Trump: Il Ruolo della Diplomazia Europea

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, le manovre diplomatiche si concentrano sugli Stati Uniti e sulla loro politica nei confronti dell’Ucraina. Donald Trump, apertamente incline a un riavvicinamento con Vladimir Putin, rappresenta un’incognita per la stabilità della regione.

Emmanuel Macron sarà il primo leader europeo a incontrarlo, seguito dal primo ministro britannico Keir Starmer. Il presidente francese punta a convincere Trump che un atteggiamento morbido verso Putin potrebbe compromettere la sua credibilità globale, specialmente nei confronti della Cina. Il Regno Unito, storico alleato di Washington, cercherà invece di mantenere la pressione per un impegno concreto a favore della sicurezza europea.

Attacchi e Tensioni nel Giorno della Memoria

Durante la visita dei leader europei a Kiev, le sirene d’allarme hanno risuonato a causa della minaccia di un attacco missilistico russo. Nella notte, un drone ucraino ha colpito una raffineria di petrolio nella regione di Ryazan, a sud di Mosca, innescando un incendio senza provocare vittime.

Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky ha ribadito l’importanza di uno scambio completo di prigionieri di guerra come primo passo verso eventuali negoziati di pace. Tuttavia, ogni prospettiva di dialogo con la Russia appare lontana, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, secondo cui Mosca non accetterà alcun accordo che non soddisfi pienamente i suoi interessi strategici.

L’Incognita NATO e il Futuro dell’Europa

A Washington è attesa anche Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’UE per la politica estera, che incontrerà il segretario di Stato americano Marco Rubio. Kallas sostiene che l’unica garanzia di sicurezza duratura per l’Ucraina sia l’ingresso nella NATO. Tuttavia, da Washington è arrivata una netta chiusura su questa possibilità, con il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz che ha ribadito che l’adesione di Kiev all’Alleanza Atlantica «non è sul tavolo».

Nel frattempo, Francia e Regno Unito stanno lavorando a un’alternativa: l’invio di una «forza di rassicurazione» composta da decine di migliaia di soldati per impedire una ripresa delle ostilità da parte della Russia. Tuttavia, senza il sostegno degli Stati Uniti, l’iniziativa appare difficilmente realizzabile.

Il Nuovo Ordine Globale: Mosca e Pechino Stringono i Rapporti

Mentre l’Occidente si divide sul futuro della sicurezza europea, Mosca rafforza la sua posizione strategica. Vladimir Putin ha avuto un colloquio con il presidente cinese Xi Jinping, sottolineando che la cooperazione tra Russia e Cina rappresenta «il principale fattore di stabilizzazione negli affari mondiali».

Secondo il Cremlino, gli Stati Uniti stanno gradualmente riconoscendo le cause profonde del conflitto e potrebbero avvicinarsi alle posizioni di Mosca. Se così fosse, il futuro della sicurezza europea rischia di essere ridefinito non a Bruxelles o a Washington, ma nelle stanze del potere di Mosca e Pechino.

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