Museo del Mare, Rosmini replica a Brunetti e punge Falcomatà

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Riceviamo e pubblichiamo la lunga nota dell’imprenditore Federico Rosmini, titolare dell’azienda ‘R Marine Group’, la cui attività e il cui futuro dell’impresa viene messo oggi in pericolo dalla grande opera del Museo del Mare e dal mancato accordo col Comune di Reggio Calabria rispetto alla delocalizzazione del cantiere nautico.

“In riferimento alle dichiarazioni rilasciate dal Vice Sindaco Paolo Brunetti durante l’intervista trasmessa su Live Break di Citynow, ritengo opportuno chiarire alcuni punti sollevati dal Vice Sindaco Brunetti, premettendo di nutrire un profondo rispetto per la sua persona e per il ruolo che ricopre. Ricordo, infatti, che in tempi piuttosto recenti, in occasione degli accordi e degli incontri volti a chiarire la posizione del cantiere nautico, il dottor Brunetti, in qualità di facente funzione, si adoperò con tempestività e determinazione per intervenire e trovare una soluzione concreta. Tuttavia, sottolineo che, senza una visione diretta del problema e senza una reale comprensione dello spazio, del volume delle imbarcazioni e del movimento che vi ruota attorno, trovare una soluzione diventa un’impresa complessa, se non irrealistica.

È vero che si sono tenuti numerosi incontri mirati alla sistemazione e alla delocalizzazione del cantiere, durante i quali sono stati proposti tre siti alternativi. Tuttavia, tali proposte sono state successivamente annullate dal Comune stesso. Durante l’intervista, il dottor Brunetti ha giustamente evidenziato come il cantiere abbia rifiutato “legittimamente” le opzioni offerte, ma è importante chiarire i motivi di tali decisioni:

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  1. Area di Calamizzi / Parco lineare Sud: Il Dottor Brunetti è ben consapevole che su quest’area insiste un progetto comunale di natura nautica, che ha impedito il trasferimento del cantiere. Nonostante i sopralluoghi e i costi sostenuti dall’azienda per valutare l’area da parte di tecnici abilitati e progettisti, il tutto è stato annullato subito dopo il sopralluogo poiché il progetto comunale, a detta della stessa amministrazione comunale, non prevedeva la nostra presenza in quanto “iniziativa comunale di altra natura”.
  2. Area interna al porto: Ci è stato chiaramente comunicato che in quest’area non sarebbe stato possibile svolgere nessun tipo di lavorazione necessaria, seppur isolata dal contesto urbano con appositi sistemi Green, rendendo di fatto inutile la presenza di un cantiere che non può operare e dunque non può far fronte alle esigenze che noi oggi, ripeto anche nei giorni di festa comuni, affrontiamo in termini di alaggio e varo ma soprattutto intervento.
  3. Area di Pentimele: Nonostante il TAR (5.3.2024, n.172) avesse dichiarato che non fosse necessaria una gara d’appalto per l’assegnazione di quest’area, essa si è rivelata inadeguata a ospitare un cantiere nautico per evidenti motivi tecnici e logistici, come confermato da tecnici locali e una nota ditta di progettazione di Roma, interpellata dalla scrivente specializzata in realizzazione di infrastrutture nautiche, oltre infine ad essere rifinita come tesi da verbali effettuati da dirigenti del Comune di Reggio Calabria.

Il Dottor Brunetti, durante l’intervista, ha ribadito più volte il suo impegno nel trovare una soluzione per l’azienda e per i suoi dipendenti, cosa che io e tutti i miei collaboratori abbiamo molto apprezzato. Tuttavia, dopo i dialoghi avvenuti in sua presenza, la situazione si è complicata ulteriormente a causa di interpretazioni divergenti da parte di alcuni dirigenti comunali, che hanno portato a un’applicazione e interpretazione non corretta dei termini, pur abbastanza chiari, del protocollo d’intesa e delle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. Termini di lingua italiana come “funzionale”, “oneri a proprio carico”, “aree di propria competenza”, “utili e indispensabili”, e “con urgenza” sono stati travisati e interpretati, creando confusione e ostacolando il progresso dei dialoghi intrapresi con il Comune. In particolare, il termine “funzionale” ha delineato, e ancora oggi delinea, una perdita di tempo non indifferente nel processo di ricollocamento dell’azienda.

Riguardo alle accuse di aver “insultato” qualcuno che ricopra un qualsiasi ruolo ai vertici dell’amministrazione comunale, desidero chiarire che non mi ritengo responsabile per le parole di chi ha espresso il proprio pensiero su questa vicenda alzando i toni e sottolineando chiunque lavori con offese o insulti. Senza dubbio ringrazio chiunque abbia manifestato il proprio sostegno all’azienda, dimostrando di comprendere le reali necessità del cantiere, che non sono di natura economica ma esclusivamente operative. Le mie dichiarazioni sono sempre state improntate al rispetto e alla democrazia, anche quando ho definito alcuni interlocutori “giovani ed inesperti”.

Non è assolutamente mia intenzione insultare, ma semplicemente osservare con oggettività la carenza di esperienza nel gestire situazioni complesse come questa. D’altro canto, anch’io ho ricevuto e ancora oggi ricevo osservazioni simili da professionisti più esperti, ma tali osservazioni non le ho mai ritenute offensive; al contrario, ne ho sempre tratto occasioni per migliorarmi, approfondire e prepararmi al meglio per affrontare professionalmente le sfide che il lavoro e la vita mi pongono, con la giusta competenza, sapendo con certezza che d’imparare non si finisce mai! Come si usa dire, nessuno nasce edotto, ed è forse questo il caso di poter fare un passo indietro e, magari, fare un piccolo mea culpa, perché sbagliare è umano ma perseverare nell’errore, invece, è diabolico.

Inoltre, è stato detto che il Comune di Reggio Calabria si è assunto l’onere finanziario per la movimentazione delle barche, un gesto apprezzabile senz’altro, ma non rientra tra gli obblighi convenzionalmente assunti che Brunetti conosce bene. È invece fondamentale che vengano rese disponibili aree idonee per garantire la continuità delle attività economiche e industriali, come stabilito dal protocollo d’intesa e dalle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, che nel dettaglio hanno chiarito la necessità di “rendere disponibili aree di propria competenza al fine di ricollocare adeguatamente le attività economico/industriali, in atto oggetto di concessione demaniale marittima, insistenti nell’area interessata dalla progettazione in argomento, per garantire altresì una rapida conclusione delle necessarie attività funzionali al loro utilizzo” (TAR 5.3.2024, n.172). Dunque, non si tratta solo di operazioni di alaggio e varo o trasferimento in siti fantasma, ma di replicare l’azienda in altro loco, al fine appunto di “garantire altresì una rapida conclusione delle necessarie attività funzionali al loro utilizzo” (Protocollo di Intesa Art 3 comma e / TAR 293-2023/ TAR 172-2024 / Consiglio di Stato, Sez.VII, con ordinanza 3.7.2024, n.2527).

Concludo dicendo che, come reggino, sostengo e sono fiero per la realizzazione del museo del mare ed esprimo la mia sincera gratitudine a tutti coloro che sostengono questa causa, in particolare ai clienti del cantiere nautico R. Marine Group e ai cittadini di Reggio Calabria. Un ringraziamento particolare va al Dottor Cardia, il quale, durante il Live Break, ha messo in luce aspetti fondamentali per la salvaguardia dell’opera e dell’azienda. Ritengo che aprire un dialogo sia un gesto fondamentale e di grande civiltà; il confronto rappresenta sempre un’opportunità per ampliare la comprensione e portare a soluzioni concrete a favore del territorio, dell’opera e del cantiere nautico.

Desidero anche fare un breve riferimento alle “iniziative” recentemente sottoscritte dall’Assessore Romeo su un quotidiano locale. Queste “iniziative”, che come chi lavora per un privato con sacrificio e dedizione conosce bene, mirano a tutelare i nostri interessi in relazione alle défaillance di questa Amministrazione Comunale, la quale, nonostante disponesse di un “manuale di istruzioni” per gestire la situazione in modo dignitoso, si trova ora coinvolta in processi giudiziari che gravano sul privato, in termini morali, di dignità e economici, mentre per l’Amministrazione sembrano quasi privi di costi e di immagine. Sarebbe opportuno invece, e mi sento di dirlo da cittadino che legge i quotidiani e non solo, che venissero date delucidazioni EFFETTIVE su cosa potrebbe essere svolto in termini di imprenditorialità o attrattive turistiche all’interno di questa magnifica, immensa grande opera del Museo del Mare. Credo che il suo lavoro non si possa soffermare a descrivere le “iniziative” altrui; ognuno ha un ruolo ed è necessario che venga svolto al meglio, soprattutto se retribuito dai cittadini.

Ringrazio SINCERAMENTE il Sindaco Falcomatà per aver dedicato una “manciata di secondi” – riferimento giornalistico odierno – ai dipendenti della R. Marine Group, che auspicavano e tutt’oggi si aspettano un confronto pacifico e costruttivo. È fondamentale che venga riconosciuta la loro posizione di professionisti nel loro settore. Vorrei precisare che c’è stato un aspetto del monologo sostenuto dal primo cittadino durante l’inaugurazione con cui non sono del tutto d’accordo, in quanto sembrava rivolto principalmente alla R. Marine Group, facendo riferimento alla manifestazione pacifica, senza dubbio, messa in atto dai miei collaboratori.

Il mare è simbolo di inclusione e unione, non di divisione, e questo concetto noi lo condividiamo da tempo. Gli unici confini che incontriamo sono quelli imposti dalle ferme posizioni adottate dall’amministrazione nei nostri confronti, senza motivazioni palesi e concrete che giustifichino il blocco di una visione chiara e reale riguardo agli obblighi che l’amministrazione stessa ha assunto nei confronti di un’attività locale.

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Credo fermamente che un incontro dedicato a comprendere l’attività e la professionalità del Personale che opera e lavora all’interno della R. Marine Group, il quale svolge un compito cruciale per garantire la sicurezza in mare, non solo per i diportisti ma anche per le forze dell’ordine impegnate, ad esempio, nel soccorso di migranti come le Classi CP 300, sarebbe di grande valore. Questi ultimi operano a molte miglia dalla costa per garantire la salvaguardia di coloro che si trovano in difficoltà, e hanno la necessità di avere unità nautiche con prestazioni adeguate a poter operare in sicurezza.

Conoscere il loro lavoro e la dedizione all’assistenza nautica dei ragazzi che lavorano all’interno dell’azienda arricchirebbe chiunque, poiché sono veri e propri esperti nel loro campo. Non lo affermo solo in qualità di titolare dell’azienda, ma perché ho avuto modo di confrontarmi con altre realtà nautiche e posso garantire che noi, come Cantiere Nautico e come parte dell’R. Marine Group, possiamo competere con aziende già molto note in questo settore. Questo è il progetto che l’azienda si auspica di realizzare in futuro in questa città, garantendo, tra l’altro, numerosi posti di lavoro.

Pertanto, ritengo superfluo parlare di nuove sentenze o dei tempi dell’amministrazione; è essenziale considerare i tre anni di incontri e le soluzioni mai attuate, non per capriccio dell’Azienda R. Marine Group ma per il mancato rispetto degli obblighi da parte dell’amministrazione, amministrazione comunale che, come ben noto a entrambi, ha ancora il tempo di poter porre soluzione e rimedio a questa situazione anche senza attendere la sentenza del CdS. Spero vivamente che si possa trovare una soluzione condivisa per salvaguardare il contesto nautico e i servizi essenziali che offriamo alla città di Reggio Calabria abbandonando definitivamente questo sistema Monarchico che non porta altro che distanza e CONFINI.

NB: Brunetti ha affermato che il museo del mare potrà creare tra i 500, 600, 700 posti di lavoro, e io mi auguro che questa cifra possa arrivare a 1.000, 1.200 o 1.400. Tuttavia, non è il momento di dare numeri, ma di focalizzarsi esclusivamente su chi, oggi, crea davvero posti di lavoro, e su come – come ha giustamente sottolineato lo stesso Dottor Brunetti – sia importante tutelarli”.



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