“La pace fiscale è necessaria” – Libero Quotidiano

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Un’analisi delle ragioni e degli obiettivi delle misure proposte dal Governo per la rottamazione delle cartelle esattoriali, con una valutazione dei benefici per lo Stato, le imprese e i cittadini. Inoltre, si affrontano le principali difficoltà nell’attuazione di una vera riforma fiscale e si illustrano altre proposte economiche volte a stimolare la crescita e a garantire un fisco più equo e sostenibile. Intervista a Andrea de Bertoldi, deputato della Lega. 

Onorevole, come risponde a chi sostiene che una misura come la rottamazione delle cartelle possa favorire l’evasione fiscale e penalizzare i contribuenti che pagano regolarmente?
“Rispondo su più fronti. Innanzitutto, chiarisco che non si tratta di un condono, perché le imposte vengono comunque interamente pagate. La differenza tra centrodestra e sinistra sta nella concretezza: noi riteniamo che mantenere un magazzino fiscale di crediti inesigibili non sia utile né per lo Stato né per i cittadini. Se i contribuenti non sono in grado di saldare queste cartelle, quei crediti diventano di fatto irrecuperabili. Trasformarne una parte in crediti liquidi, sia pure ridotti per il venir meno delle sanzioni, rappresenta invece un vantaggio per lo Stato, che incasserebbe somme che altrimenti non recupererebbe. Inoltre, la rottamazione permetterebbe a molte imprese di rimanere in attività, evitando fallimenti, perdita di posti di lavoro e difficoltà per molte famiglie. È un beneficio per il sistema Paese.”

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Quali sono i principali ostacoli che potrebbero emergere nell’attuazione di una vera riforma fiscale?
“Il principale ostacolo è la mancanza di risorse. Una riforma fiscale efficace dovrebbe portare a una riduzione della tassazione per stimolare la crescita del PIL, ma le coperture finanziarie sono limitate, anche a causa di sperperi di denaro pubblico come quelli legati al superbonus. Nonostante ciò, il governo ha cercato di impostare una riforma orientata alla semplificazione e a un rapporto più equilibrato tra fisco e contribuente. Un’altra difficoltà è che la Ragioneria dello Stato non accetta come copertura le cosiddette ‘retroazioni fiscali’, ovvero il fatto che una riduzione della tassazione, lasciando più denaro nelle tasche di famiglie e imprese, genererebbe una crescita economica e quindi maggiori entrate fiscali nel lungo periodo. È un tema che meriterebbe un approfondimento.”

Perché ritiene necessaria la cosiddetta ‘pace fiscale’?
“Non credo che punire gli italiani perbene, che pur volendo non sono riusciti a pagare le tasse, sia la strada giusta. La via da seguire è quella della pace fiscale. Abbiamo già riaperto i termini per la rottamazione quater nel decreto Milleproroghe, permettendo ai contribuenti decaduti di presentare una nuova domanda entro il 30 aprile. Ora proseguiremo con un Ddl al Senato e una Pdl alla Camera per una rottamazione delle cartelle in 120 rate su 10 anni. Così si rendono liquidi crediti dello Stato altrimenti difficilmente esigibili, ed è in continuità con la riduzione delle sanzioni previste nella riforma fiscale, allineandoci alle direttive europee. Questa misura non solo renderebbe il fisco meno ostile nei confronti dei cittadini, ma darebbe anche maggiore veridicità ai bilanci dello Stato.”

Ci sono altre proposte economiche che ritiene prioritarie?
“Sì, tra le misure più importanti c’è la riduzione della tassazione per le casse di previdenza dei liberi professionisti. La riforma fiscale prevede questa misura, ma il decreto attuativo ancora non è stato emanato. Ho presentato un ordine del giorno, che è stato approvato, attraverso cui il Governo si impegna a procedere in questa direzione. L’idea è di abbassare la tassazione, oggi al 26%, al 20%, allineandola a quella della previdenza complementare, a condizione che le casse investano nell’economia reale italiana. Questo avrebbe un doppio effetto positivo: da un lato favorirebbe la crescita economica nazionale, dall’altro permetterebbe alle casse di investire di più nel welfare dei propri iscritti.”

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