ecco il Giubileo come lo vede Anagni – AlessioPorcu.it

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La Città dei Papi e “Le vie del Giubileo: cammino di fede e spiritualità tra luoghi, sapori e tradizioni”: per non restare indietro a nessuno. Un progetto che finalmente tiene fuori Roma. L’allarme di Righini: o interveniamo o l’agricoltura del Lazio tra 30anni sarà sparita. la difesa delle Bonifiche. E la stilettata al sindaco di Pontecorvo

Un salto di livello. Far uscire la provincia di Frosinone da quella dimensione di parente povera di Roma che ha sempre avuto finora. Per farlo, l’occasione si chiama Giubileo. O meglio, gli 80 milioni di turisti che nel 2025 arriveranno a Roma attirati dalla 25° edizione di una ricorrenza nata ad Anagni il 22 febbraio del 1300, grazie all’intuizione di papa Bonifacio VIII.

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A quei turisti bisognerà far capire che non esistono solo la Cappella Sistina o il Colosseo. Ci sono anche, solo per restare in tema religioso, l’abbazia di Casamari e quella di Montecassino. O, se si cercano le bellezze naturali, la cascata di Isola del Liri. Oppure, per gli appassionati del buon vino, il Cesanese del Piglio. Occasioni imperdibili per quel turista “lento” che oggi sceglie bene dove andare. E spesso fa la differenza tra il fallimento ed il successo di un’iniziativa.

Il progetto della Pisana

Un turista da coccolare, vezzeggiare, proponendo non solo luoghi, ma esperienze ed opportunità. Di qui la volontà di creare dei veri e propri percorsi tematici. Che spingano i turisti ad uscire da Roma, scoprendo che il Lazio, e la provincia di Frosinone in particolare, è tutto da esplorare. Sta qui il senso dell’iniziativa “Le vie del Giubileo: un cammino di fede e spiritualità tra luoghi, sapori e tradizioni”.

Un progetto realizzato dalla Regione Lazio in collaborazione con l’Arsial, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura. Che punta ad intercettare l’onda lunga dei milioni, circa 80, di turisti che nel 2025 circoleranno all’interno della regione Lazio attirati dall’evento del Giubileo.

La sfida è quella di far sì che questi turisti non siano soltanto l’occasione per un picco irripetibile, ma diventino il punto di partenza per far fare a regione e provincia un vero e proprio salto di qualità. Che possa, nel frusinate soprattutto, far diventare concreto il sogno di quella riconversione turistico-culturale di cui da anni si parla nei nostri territori.

Associare fede e territori

Un’idea semplice, in fondo: associare cammini religiosi, non soltanto romani ma laziali, alle esperienze dei prodotti locali e degli scorci naturali del territorio regionale e provinciale. Per creare sviluppo sociale ed economico. Il tutto attraverso il coinvolgimento delle comunità locali.

Di questo si è parlato ieri all’interno di un convegno che si è tenuto all’interno della Sala della Ragione del comune di Anagni, che ha rappresentato di fatto il punto di partenza della presentazione dei progetti che coinvolgeranno la provincia di Frosinone.

Presenti tra gli altri oltre al sindaco di Anagni Daniele Natalia, l’assessore al bilancio, alla programmazione economica ed all’agricoltura Giancarlo Righini, l’assessore alla cultura ed alle opportunità Simona Baldassarre, la presidente della commissione regionale sanità Alessia Savo ed il consigliere regionale Daniele Maura.

Natalia: “Intercettare il flusso”

A rompere il ghiaccio ci ha pensato il primo cittadino di Anagni. Che ha ricordato il convegno tenutosi sabato per celebrare la grandezza culturale e religiosa del Giubileo, arrivato alla sua venticinquesima edizione. Un’eccellenza culturale che adesso deve essere lo spunto per un salto in avanti.

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Attraverso “investimenti che possano far arrivare da noi una parte di quei 35 milioni di turisti che transiteranno nel Lazio in quest’anno”. Natalia ha ricordato l’accordo stipulato con le quattro città fortificate della zona nord della provincia di Frosinone, Alatri, Anagni, Ferentino e Veroli. “Ma si può fare molto altro. Penso ad esempio alle eccellenze termali nel nostro territorio. Bisogna far capire ai tanti che verranno nel Lazio che oltre a Roma c’è molto altro che merita di essere visto”. Toni simili anche da parte della Baldassare. (Leggi qui: “Anagni, dove tutto ebbe inizio”: il Giubileo tra fede e turismo. E leggi anche Capitale della Cultura 2028, anzi…. Capitali ciociare: il patto delle quattro).

Che ha ricordato le molte cose fatte dalla giunta Rocca in tema di imprese, soprattutto di impresa femminile come ad esempio il progetto “Impresa Rosa”. O sul tema delle fragilità, la legge per le famiglie in difficoltà con 12 milioni di euro stanziati. A questo va aggiunto adesso lo sforzo per la cultura. “Un settore – ha detto- che nel 2024 ha movimentato 100 miliardi di euro in Italia, con la creazione di un milione di posti di lavoro. Un’ottima base di partenza sulla quale innestare il progetto che punta a realizzare cammini di fede che uniscano la spiritualità ai sapori delle zone.

Un progetto senza Roma

Giancarlo Righini

Appassionato l’intervento di Righini. Che è partito da una considerazione: “Nel progetto dei percorsi delle vie di Giubileo non c’è Roma. Perché pensiamo che non ne abbia bisogno. L’obiettivo è quello di dare visibilità a tutto il resto del territorio laziale, alle province e ai tanti scorci spesso dimenticati”. Nasce da qui la campagna delle vie del Giubileo. Che punta a mettere in evidenza questi territori.

“I turisti del Giubileo dovranno arrivare qui e vedere queste bellezze. Pensiamo al turista di oggi, quello lento, esigente, competente. Oggi il turismo esperienziale vale ben 18 miliardi di euro. Una prospettiva che in altre regioni – ha detto ancora Righini – hanno già chiara; penso alla Toscana, solo per fare un esempio. Noi dobbiamo muoverci in quella direzione”. Ovviamente formando “del personale preparato e consapevole che possa raccontare bene i territori”.

Sos agricoltura

Andrea Renna © AG. IchnusaPapers

Con l’essenziale “partecipazione delle realtà locali che dovranno fare la loro parte”. Righini ha infine approfittato dell’incontro per lanciare l’allarme sulla situazione dell’agricoltura nella Regione lazio. Che, ha detto, “è a fortissimo rischio di desertificazione. Se non interveniamo in fretta e con decisione adesso, fra trent’anni l’agricoltura della nostra regione sarà sparita, cancellata dai cambiamenti climatici”. Colpa dei cambiamenti climatici, che rendono necessari interventi urgenti a tutela dell’acqua. “Se ci vogliamo salvare dobbiamo sviluppare ed attuare metodi di irrigazione che evitino di attingere dal suolo e recuperino l’acqua piovana“.

Il problema non è solo di quantità ma anche di qualità dell’acqua: “Il grado di salinità e di acidità è aumentato in maniera vertiginosa nel giro di pochi anni, se continuerà molte fonti non saranno più utilizzabili per l’agricoltura del Lazio. Difendere l’agricoltura significa difendere l’acqua“. L’assessore ha evidenziato il cambio di ruolo dei Consorzi di Bonifica, alcuni dei quali avevano un debito abbondantemente superiore al loro capitale: “Siamo intervenuti e grazie anche al lavoro svolto dal direttore delle Bonifiche del Lazio Andrea Renna la situazione oggi è cambiata“.

Sassolini dalle scarpe

Foto © Jplenio / Pixabay

Giancarlo Righini non ha rinunciato a togliersi un sassolino dalle scarpe. Lo ha fatto quando ha criticato quelli che invece di impegnarsi al fianco dei Consorzi di Bonifica cavalcano la protesta sperando di averne poi un ritorno elettorale. Non lo ha nominato ma il riferimento era al sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo. E non perché sia di Forza Italia ma perché con la protesta dei coltivatori di Pontecorvo ha creato dubbi sulla reale efficacia di Anbi.

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Nessun segnale interno invece dall’elenco di presenti ed assenti. Vero che mancava solo l’area dell’onorevole Massimo Ruspandini: altrettanto vero che nelle stesse ore dell’incontro ad Anagni si stava tenendo il Congresso FdI a Ceccano che ha eletto presidente del Circolo l’avvocato Rino Liburdi.

Se qualcuno cercava la polemica, ad Anagni non l’ha trovata.



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