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La sicurezza sul lavoro e la tutela dell’ambiente sono temi che non possono più essere rimandati. Nel territorio di Alessandria, le voci di chi denuncia il rischio per la salute e l’ambiente si fanno sempre più forti. Mariano Amico, Direttore Provinciale delle ACLI, lancia un appello chiaro e deciso:
“Non si può morire di lavoro. I danni causati da certe lavorazioni non solo provocano malattie professionali gravi, ma inquinano l’ambiente e mettono in pericolo chi vive nei pressi degli stabilimenti, proprio come avvenne con l’amianto.”
Queste parole risuonano ancora più forti dopo l’ultimo grave episodio registrato a Spinetta Marengo, dove una fuga di gas tossico ha sollevato nuove preoccupazioni su un territorio già segnato dalla contaminazione da PFAS.
L’inquinamento industriale continua a rappresentare una delle minacce più gravi per la salute pubblica. La situazione dell’ex stabilimento Solvay (oggi Syensqo) è da anni al centro di allarmi ambientali. La contaminazione dei terreni e delle acque con PFAS (perfluoroalchiliche) ha portato a livelli di esposizione preoccupanti per i residenti. Un recente biomonitoraggio indipendente ha rivelato che il 100% dei 36 residenti testati presenta livelli di PFAS superiori al limite di sicurezza di 2 nanogrammi per millilitro, evidenziando un serio rischio sanitario.
Nonostante le diffide emesse dalla Provincia di Alessandria per il superamento dei limiti consentiti, la presenza di sostanze di ultima generazione come il cC604 continua a destare preoccupazione. La situazione è diventata ancora più critica con la fuga di perfluoro isobutene (PFBI) registrata il 18 febbraio 2025 all’interno dello stabilimento di Spinetta Marengo.
L’Arpa ha immediatamente avviato i monitoraggi sulla qualità dell’aria, ma la paura tra i residenti è palpabile. C.L., studioso della zona, evidenzia la gravità della situazione:
“Il PFBI è un gas altamente tossico, noto per la sua pericolosità estrema.”
Anche C.S., residente a Cascina Grossa, racconta la sua esperienza:
“Questo ultimo episodio riporta in superficie lo spettro dell’inquinamento da PFAS. I miei esami del sangue hanno evidenziato livelli elevati di queste sostanze, e ancora peggio è andata a mia moglie.”
A queste voci si aggiunge N.M., del Comitato Vivere in Fraschetta, che esprime una preoccupazione condivisa da molti cittadini:
“Se la fuoriuscita fosse stata più grave di quanto affermano Arpa ed ex Solvay, cosa avremmo fatto? Non abbiamo un piano di sicurezza chiaro, e siamo sempre preoccupati.”
Queste testimonianze mettono in evidenza la necessità di interventi urgenti per garantire la sicurezza della popolazione e dell’ambiente.
Le ACLI Provinciali di Alessandria annunciano l’istituzione di un osservatorio permanente sull’ambiente per monitorare questi episodi e, in caso di ulteriori criticità, coinvolgere le istituzioni e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il Patronato ACLI si impegna inoltre a fornire supporto ai lavoratori e agli ex dipendenti affetti da malattie professionali, affinché possano ottenere il giusto riconoscimento da INAIL.
Punti di forza
- Maggiore consapevolezza della popolazione: Il biomonitoraggio e le denunce stanno contribuendo ad accendere i riflettori sul problema ambientale.
- Intervento delle istituzioni: Le diffide della Provincia e il monitoraggio dell’Arpa sono segnali di una crescente attenzione da parte delle autorità.
- Ruolo attivo delle ACLI: L’osservatorio ambientale e il supporto legale per i lavoratori rappresentano un passo importante per la tutela della salute pubblica.
Criticità
- Ritardi nelle risposte istituzionali: Nonostante le diffide, le contaminazioni ambientali persistono, e la popolazione non ha ancora piani di sicurezza adeguati.
- Mancanza di alternative immediate: La chiusura dello stabilimento non è una soluzione praticabile a breve termine, ma la ricerca di metodi di produzione meno inquinanti non sembra una priorità per le aziende coinvolte.
- Rischi per la salute a lungo termine: Gli effetti dei PFAS possono manifestarsi nel tempo, rendendo ancora più urgente l’adozione di misure preventive.
Mariano Amico è Direttore Provinciale delle ACLI di Alessandria e da anni si batte per la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione esposta a contaminazioni industriali. Attraverso le ACLI, ha promosso iniziative per il monitoraggio dell’inquinamento, la formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il supporto ai cittadini colpiti da malattie professionali.
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