L’estrema destra è il secondo partito in Germania. Gli exit poll relativi alle elezioni federali tenutesi oggi, 23 febbraio, accreditano a Afd il 20,1% dei consensi, dietro la Cdu/Csu che vince con il 28,5%. Qui tutti i risultati provvisori.
Nessuno ha conquistato la maggioranza assoluta, dunque andrà trovata un’alleanza, calcolando che le forze moderate non intendono coinvolgere il partito di Alice Weidel nella formazione del governo. Si ripropone insomma una domanda che non ha mai ottenuto una risposta certa: tenendo fuori i movimenti estremisti c’è il rischio di far guadagnare loro ulteriori consensi? O dando loro responsabilità di governo reali si depotenzierebbero perché si renderebbero evidenti le differenze rispetto alle promesse da campagna elettorale?
Giorgio Rutelli, vice direttore Adnkronos, lo ha chiesto al prof. Giovanni Orsina, professore di Storia Contemporanea all’Università di Roma Luiss Guido Carli, in occasione della serata elettorale dedicata al voto tedesco, in diretta dalla residenza dell’ambasciatore tedesco a Roma.
Orsina è partito da un punto fondamentale: “Questi movimenti hanno radici profonde e invece di sgonfiarsi o crescono o scendono temporaneamente, sono animati da sacche di insoddisfazione importanti”.
Il dibattito è quello ormai in corso da tempo, ha spiegato Orsina: “Se non sia meglio portarli (i movimenti di estrema destra) al governo in posizione junior, subordinata”, sostanzialmente per farli ‘bruciare’ con vere responsabilità di governo, “o se non sa meglio isolarli”.
“A volte ha funzionato un sistema, a volta no, dipende dalle culture dei vari Paesi. La Germania è un caso scuola perché quel tipo di cultura (dell’estrema destra, ndr) colpisce in modo profondo”, ha aggiunto l’esperto.
Concorde l’ambasciatore Michele Valensise, presidente dell’Istituto Affari Internazionali: “Afd al 20% è un dato politico di cui tenere conto. Merz ha escluso ogni collegamento con Afd ma la politica tedesca dovrà riflettere sui motivi del successo esplosivo” del partito di estrema destra.
Le geometrie variabili, “un altro problema politico”
Anche per Nicoletta Pirozzi, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Istituto Affari Esteri (Iai), una delle prime questioni da capire è “la posizione di Cdu-Csu rispetto a Afd“. Perché anche se Merz ha ribadito che non intende procedere ad alleanze di governo con l’estrema destra, “quello che vediamo è una tendenza a voler ricorrere alle geometrie variabili rispetto a questioni specifiche, che è un altro problema politico”.
Il riferimento è alla mozione di Cdu passata al Bundestag per la prima volta in assoluto con i voti di Afd. La proposta di legge poi non è passata, ma l’episodio ha generato grosse polemiche e imponenti manifestazioni di piazza per il timore che il partito di Friedrich Merz, la Cdu appunto, volesse rompere il BrandMaurer, il cordone sanitario che storicamente tiene fuori le forze estremiste e antidemocratiche (come Afd) dalla stanza dei bottoni.
Riguardo Afd, Pirozzi ha anche rilevato un altro aspetto: “Si è parlato molto di ‘italianizzazione delle elezioni’, ma può essere che il sostegno di Musk abbia danneggiato Afd più che avvantaggiarla“. Una considerazione sottolineata anche da altri esperti intervenuti durante la serata, che hanno evidenziato la sostanziale stabilità dei consensi ottenuti dal partito: intorno al 20%, stabili rispetto ai sondaggi di inizio campagna elettorale.
I rapporti tra partiti
Afd non è però l’unico punto interrogativo per quanto riguarda i rapporti tra i partiti. Dall’altro lato dello spettro politico ci si può chiedere quanto Spd resisterà al risultato pessimo che ha ottenuto in queste elezioni (intorno al 16%), dovuto per Pirozzi “alle difficoltà della guida Scholz e in generale alle incertezze che hanno caratterizzato il governo sia internamente sia in politica estera”.
Ulteriore elemento da considerare è l’exploit della Linke, il partito di ‘sinistra sinistra’ che era dato intorno al 5% e che ha quasi toccato il 9%. Un successo “probabilmente dovuto alle giovani generazioni“, ha spiegato ancora Pirozzi. “E’ un partito che porta avanti messaggi sociali ed economici forti ma è stato incerto sull’Ucraina, ad esempio sul posizionamento rispetto alla Russia di Putin e al sostegno armato all’Ucraina, e questo potrebbe complicare (coinvolgerlo in, ndr) eventuali alleanze“.
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