I risultati elettorali in Germania saranno fondamentali per il futuro dell’Ue

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Ci risiamo – viene spontaneo pensare osservando l’ascesa della destra e dell’estrema destra in Europa sullo sfondo della crisi economica e della perdita di rilevanza a livello geopolitico del Vecchio continente. È tutto già successo poco meno di un secolo fa. Ma questa settimana noi europei abbiamo rimesso il dito in una piaga che credevamo si fosse per sempre rimarginata, e ci siamo accorti con orrore di quanto sia nuovamente profonda.

Il vicepresidente americano, J.D. Vance, ha apertamente manifestato la sua disapprovazione per la democrazia europea, come se l’Unione Europea fosse la moderna repubblica di Weimar. Rivolgendosi alla Germania a pochi giorni dalle elezioni, ma parlando per sottintesi a tutta l’Europa, ha criticato la cosiddetta politica “firewall”, un meccanismo progettato per escludere l’estrema destra (rappresentata dall’AfD Alternative für Deutschland) dal potere. Secondo Vance, questa strategia equivale a “mettere il bavaglio agli elettori” e a limitare la democrazia. Uno choc e un insulto per un continente ridotto in macerie dall’elezione ‘democratica’ di Hitler e del partito nazionalsocialista.

In parallelo, Usa e Russia si sono seduti al tavolo delle negoziazioni preliminari a Riad, in Arabia Saudita, per concordare la pace in Ucraina. Un incontro bilaterale organizzato in sette giorni, al quale non sono stati invitati né gli stati europei né l’Ucraina. Relegati al ‘tavolo dei bambini’ come hanno scritto i giornali americani, i capi di stato europei si sono visti a Bruxelles per il Consiglio d’Europa. E lì hanno cercato di rilanciare, ahimè pateticamente, il loro ruolo nel conflitto ucraino. Hanno approvato una serie di misure a favore dell’Ucraina definite nei documenti ufficiali come segue: “iniziative che riflettono l’impegno dell’Ue a sostenere l’Ucraina su più fronti: economico, militare, umanitario e politico. L’obiettivo è aiutare Kiev a resistere all’aggressione russa e a prepararsi per la ricostruzione post-bellica, garantendo al contempo che l’Ucraina rimanga saldamente ancorata ai valori democratici europei”.

Peccato che questi valori siano sotto attacco da tutte le parti. Le dure critiche americane, l’indifferenza e l’abbandono da parte della nuova amministrazione fanno eco al boato che l’estrema destra tedesca lancia da una Germania in crisi profonda. La dipendenza dal gas russo ha infatti scatenato una crisi energetica epocale, aggravata da problemi strutturali come l’invecchiamento delle infrastrutture e la burocrazia asfissiante. Il paese ha registrato due anni consecutivi di contrazione economica, mentre la competitività del settore manifatturiero continua l’inesorabile declino. Le disuguaglianze sociali si stanno ampliando, mettendo a rischio il patto sociale su cui si fonda la Germania.

Questo il contesto in cui l’Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra, è salito al secondo posto nei sondaggi, con il sostegno di un elettore su cinque. L’AfD, particolarmente forte nell’ex Germania Est, propone politiche anti-immigrazione, la chiusura delle frontiere e un allontanamento dai principi delle società aperte, avvicinandosi pericolosamente a modelli autoritari, in particolare alla Russia.

Ma non basta. Alcuni esponenti dell’AfD hanno minimizzato le atrocità naziste, e la co-leader Alice Weidel ha suscitato scalpore definendo Adolf Hitler un “comunista” durante una discussione sui social media con Elon Musk, il quale ha espresso sostegno al partito. Friedrich Merz, leader della Cdu, ha avvertito che se il prossimo governo non riuscirà a rilanciare l’economia e controllare l’immigrazione, i partiti di centro rischiano di scomparire, aprendo la strada al populismo di destra.

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I risultati elettorali in Germania saranno fondamentali per il futuro dell’Europa. Non solo perché questa è l’economia più importante dell’Ue, ma perché si sovrapporranno a quelli ottenuti recentemente in altre nazioni dove la destra e l’estrema destra hanno riportato grandi vittorie. In Italia, Ungheria, Finlandia, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Austria la destra è al potere, o l’estrema destra partecipa al governo.

Un paesaggio triste e pericoloso, soprattutto se a questa lunga lista si aggiungesse la Germania. Se ciò avvenisse sarebbe difficilissimo difendere i valori del progetto dell’Unione Europea. L’avanzata del populismo di destra e della dottrina economica libertarian alla Elon Musk sarebbe inesorabile, e il nuovo modello americano di Donald Trump diventerebbe l’alternativa alla decadenza dell’Europa progressista. E così l’esperimento di unificazione del Vecchio continente verrebbe cestinato come la versione 2.0 della repubblica di Weimar.



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