A Erfurt, dove l’Afd canta già vittoria: «Ci riprendiamo la Germania»

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Sostenitori dell’Afd durante una manifestazione elettorale nel centro di Berlino – Reuters

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«Ricordo ancora quando la Germania era un Paese sicuro, oggi dobbiamo preoccuparci, quando i nostri figli escono, che vengano accoltellati, investiti, che ce li riportino a casa in un sacco con il ventre squarciato». Björn Höcke, non delude, i suoi toni sono quelli accesi che di lui tutti conoscono. Siamo al suo comizio conclusivo prima del voto di oggi, a Erfurt, capitale della Turingia, il land dell’ex Germania Est dove a settembre l’Afd ha conquistato il primo posto con un sensazionale 32,8%, sconquassando il Parlamento regionale e forzando il leader Cdu (arrivata seconda con il 23,6%) Mario Voigt a un governo di minoranza. L’ingovernabilità provocata dalle vittorie di Afd che adesso temono a Berlino.

Höcke, 52 anni, leader locale dell’Afd (lui è cresciuto nell’Ovest), ex professore di storia al liceo, è il rappresentante più carismatico e più radicale del partito. I servizi tedeschi lo hanno «accertato come estremista di destra» insieme a tutto l’Afd della Turingia. L’anno scorso è stato condannato due volte per aver utilizzato uno slogan delle SA (la milizia nazista che precedette le Ss) «tutto per la Germania». In un’intervista al Wall Street Journal affermò che «è un problema che Hitler venga definito come il male assoluto». Proprio lui è quello che ha la maggiore trazione, il maggiore successo alle urne, tanto che ormai tutto l’Afd si sposta sempre di più sulle sue posizioni. Sembrano passati anni luce da quando, nel 2017, il partito avviò una procedura (fallita) di espulsione. Oggi i suoi toni sono ripresi dai massimi vertici, e ieri la candidata cancelliere Alice Weidel ha detto di lui di poterselo immaginare come ministro.

La grande piazza del Duomo di Erfurt è gremita, ci sono famigliole con bambini, solo pochi ragazzi in “tenuta” neonazista, tanti invece dalla faccia pulita, moltissime persone dall’aspetto di cittadini normali, a testimoniare che ormai l’Afd sta conquistando il ceto medio. Dall’altra parte della piazza, separata da due colonne di blindati della polizia, c’è una contromanifestazione di sindacati e forze anti-estrema destra, e un signore di mezza età rivolge il dito medio in quella direzione. «L’Afd va forte perché è l’unico che dice le cose come stanno – ci dice Steffi, una signora sulla cinquantina –. Non ne possiamo più delle pale eoliche, delle imposizioni “woke”, abbiamo paura per le nostre pensioni». E i migranti? «Ma se lavorano e rispettano le regole bene, ma basta con milioni di richiedenti asilo, afgani, siriani, che poi ci attaccano!».

«Mi ricordo i bei tempi in cui la Germania era un Paese florido, ricco, rispettato – sta dicendo Höcke –. Ricordo quando le nostre figlie potevano andare in giro sicure anche di notte». Ricorda il 2015, attacca Merkel. «Non c’era alcun bisogno di accogliere milioni di profughi, perché l’ha fatto? Avete distrutto la nostra identità e la nostra sicurezza! Rivogliamo indietro la nostra patria! Sono più le vittime dei terroristi che i morti del Muro di Berlino, e intanto quelli vivono a spese del nostro sistema sociale!». La gente applaude, annuisce, esulta: «Una vergogna» strillano in tanti. E poi l’attacco contro la «cricca dei partiti corrotti, dei giudici politicizzati, dei giornalisti venduti. È ora di finirla, ora basta! Cambieremo il Paese da cima a fondo!».

Ed ecco la Russia. «Avevamo ottimi contratti di gas a basso prezzo con Mosca – urla Höcke –, splendidi rapporti. Loro li hanno fatti saltare, senza motivo». Ovviamente elogia Donald Trump e il suo vice JD Vance che alla Conferenza di Monaco ha attaccato gli europei e sostenuto Afd. «Ha detto solo la verità, per questo la cricca è furibonda!» tuona. Poi il pezzo forte. «Viviamo una straordinaria costellazione: un presidente Usa che è di origine tedesche e ci ama, e un presidente russo che ha vissuto da noi (come agente Kgb a Dresda ai tempi dell’Urss, ndr), parla benissimo la nostra lingua, ci apprezza! Dobbiamo lavorare fianco a fianco con Usa e Russia, rimettendo la Germania al centro!». Adesso, dice ancora Höcke, «con Alice Weidel avremo finalmente una patriota alla cancelleria, che sa che farà il volere del popolo!». I sostenitori esplodono in grida di giubilo.





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