Cinquantamila metri quadri di superficie. Un’opera dal costo complessivo di 60 milioni di euro. Sono questi i numeri di quello che sarà il nuovo istituto penitenziario di San Vito al Tagliamento. Una struttura che potrà ospitare trecento detenuti a partire dal 2027. Al sopralluogo hanno partecipato i principali esponenti delle istituzioni locali e nazionali: i ministri della Giustizia Carlo Nordio, e per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava, il prefetto di Pordenone Michele Lastella, il provveditore Tommaso Colabufo, il sindaco di San Vito al Tagliamento Alberto Bernava e i vertici dell’impresa Pizzarotti.
I primi lavori
Il carcere sarà pronto entro il 2026. Come ha spiegato il direttore tecnico di cantiere da circa tre mesi sono state avviate le attività di decespugliamento in tutta l’area. Dopo il taglio della vegetazione l’azienda ha cominciato con gli interventi di demolizione. “In questo spazio – che adesso è totalmente pianeggiante – c’erano due strutture principali: l’officina della caserma dei carristi, e un altro edificio molto lungo vicino a quello appena descritto”. Tutti i plessi sono stati demoliti. “Il materiale – prosegue – sarà comunque recuperato e riciclato per la costruzione del nuovo carcere o per le attività previste dal cantiere”.
Per il sindaco Bernava l’opera avrà delle ricadute positive sul territorio. Ha ricordato che in questo momento stanno lavorando imprese locali. Ma nel corso dell’incontro ha sottolineato i benefici legati alla presenza di una casa circondariale come quella di San Vito come il rafforzamento della sicurezza e di un modello di integrazione tipico di una società moderna.
Nordio: “Un primo passo per risolvere il problema del sovraffollamento”
“Il nuovo carcere di San Vito è l’inizio di una soluzione al problema del sovraffollamento che, come sapete, è uno dei principali per quanto riguarda la detenzione”, ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Il nostro progetto per ridurre il sovraffollamento si articola in tre dimensioni – ha dichiarato – La prima è la riduzione della carcerazione preventiva, per limitare il numero di persone che entrano in carcere prima di essere condannate definitivamente. La seconda è fare espiare la pena agli stranieri nei propri paesi di origine. E la terza è appunto il potenziamento dell’edilizia penitenziaria”.
Ciriani: “Una giornata storica”
Per il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani si tratta di “una giornata storica per San Vito, perché realizza il carcere, e per Pordenone, perché libera finalmente il proprio castello. Ma anche per l’intera Regione: questo sarà un penitenziario da 300 detenuti, quindi un’opera di valore perlomeno regionale”.
Salvini: “Orgoglioso di questo progetto”
Il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini è intervenuto in videocollegamento alll’Auditorium Zotti di San Vito dove ha ringraziato i ministri Nordio e Ciriani e il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava. “Per risolvere il problema del sovraffollamento come governo pensiamo che sia ragionevole un altro approccio. Ci sono poche celle e pochi spazi rispetto al numero dei detenuti e degli operatori. Per questo vanno costruiti nuovi istituti moderni, efficienti, utili a rispondere alla funzione di recupero e reinserimento e non punizione, che deve essere la mission di queste strutture”. Per questo, continua Salvini, “sono particolarmente orgoglioso di questo progetto. Realizzare un nuovo carcere nel territorio di San Vito al Tagliamento significa anche restituire pezzi di città dismessi da troppo tempo come la vecchia caserma”. Con questo intervento, conclude, “restituiremo ai cittadini una nuova struttura efficiente nell’arco di pochi mesi, e non di diversi anni”.
Il recupero del Castello
L’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio Cristina Amirante ha parlato di “un’opera strategica e molto importante, non solo per il Friuli Venezia Giulia ma per l’intero Paese, che si inserisce perfettamente nella visione di rigenerazione urbana della Regione”. L’assessore ha inoltre assicurato il sostegno della Regione al futuro recupero del castello di Pordenone, che sarà liberato una volta conclusi i lavori del nuovo penitenziario sanvitese. “Questo intervento darà la possibilità al Comune di Pordenone di ritornare in possesso del proprio antico castello del tredicesimo secolo, oggi appunto sede carceraria, potendo così immaginare una sua trasformazione e la restituzione alla comunità con una destinazione e una funzione completamente nuove. Un percorso nel quale – ha sostenuto l’esponente della Giunta regionale – l’Amministrazione regionale sarà al fianco della città di Pordenone e del suo territorio per immaginare e progettare insieme un importante piano di recupero e rigenerazione della struttura che rientrerà a pieno titolo nell’assetto urbanistico della città”.
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