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Le prime bollette di gas e luce arrivate dall’inizio del 2025 hanno fatto fare un salto sulla sedia a tanti cittadini ravennati, che si sono ritrovati a pagare aumenti considerevoli, anche nell’ordine di oltre 100 euro a bimestre. I prezzi dell’energia continuano infatti ad essere sotto scacco di problematiche geopolitiche lontane dalla vita dei comuni cittadini, ma a pagarne le spese sono proprio gli utenti finali, cioè tutti noi. Dei rincari energetici abbiamo parlato con Vincenzo Fuschini, presidente di Federconsumatori Ravenna.
L’INTERVISTA
Parliamo dei rincari, a quanto ammontano?
L’unico rincaro comunicato ufficialmente fino ad ora da Arera riguarda l’energia elettrica: stiamo parlando, per il mercato tutelato, di un +18% della quota energia dal 1° gennaio 2025. Per il gas ci aspettiamo da un giorno all’altro che comunichino gli aumenti. Sappiamo che quello è un mercato molto caotico e in continuo movimento, ma siccome il prezzo dell’energia elettrica è a sua volta condizionato da quello del gas, perché molte centrali elettriche italiane funzionano a gas, senza dubbio aumenterà anche il gas.
E nel mercato libero, come vanno le cose?
C’è un enorme numero di offerte: tra corrente elettrica e gas, ci sono più di 700 in Italia, una giungla. In Germania sono un terzo, ma da noi manca una politica di controllo. Non si capisce perché tutti questi soggetti che operano nel campo dell’energia, senza possedere né un filo elettrico, né un metro di tubo, quindi puri commercianti, non debbano dare garanzie di correttezza e affidabilità. Manca una politica regolatoria.
E cosa propongono?
Tra le offerte che vanno per la maggiore ci sono due tipologie: una a prezzo fisso, che incanta molti clienti, ma bisogna capire quanl è il prezzo. Sollecito i consumatori a tenere gli occhi aperti sui prezzi proposti, confrontandoli con i prezzi del mercato tutelato. Non sempre con il prezzo fisso si fa un affare. Inoltre, quando c’è il prezzo fisso, l’azienda può imporre penali per la recessione prima di un certo termine, spesso fissato in 1 anno. Non lo sto sconsigliando in assoluto, sia chiaro, ma va attentamente valutato, non è una panacea per tutti i mali. In ogni caso, con le offerte a prezzo fisso, ad ogni bolletta viene fatturato l’effettivo consumo di quel periodo. La tariffa applicata però è sempre la stessa, anche se durante il corso dell’anno dovesse aumentare.
L’altro tipo di offerta molto diffusa è quella a taglie: sulla base del consumo energetico degli ultimi anni, il cliente paga una quota fissa tutti i mesi, con conguaglio ad una certa data. Io su questa offerta sono un po’ diffidente prima di tutto perché se faccio un’offerta a taglie sul gas, pagherò una bolletta elevata anche in estate, quando il riscaldamento è spento. E poi, in sede di conguaglio, non tutti hanno le bollette da controllare, per capire quanto abbiano realmente consumato o meno. Possono insorgere complicazioni tra quanto richiede il gestore e quanto crede di dover pagare l’utente, non sempre facilmente conciliabili. È vero che i cittadini sono sempre più attenti e conservano tutte le bollette, ma c’è anche chi butta via tutto e poi si ritrova senza pezze di appoggio per controllare.
Il passaggio al mercato libero comporta la necessità di seguire sempre il mercato. Si tratta di una cosa complicatissima per l’utente finale: se è giusto tenere il mercato tutelato per gli ultra 75enni, ci sono comunque persone che di anni ne hanno solamente 70 ma si trovano in grande difficoltà. Parlando poi dei tanti motori di ricerca che consigliano la tariffa più conveniente, bisogna ricordarsi che sono pagati dalle aziende, non sono un ente pubblico senza interessi specifici.
Quindi il mercato libero non ha portato ad un risparmio per gli utenti finali?
Il sito di Arera è molto chiaro a questo proposito: l’informazione che fornisce indica che in base alle rilevazioni fatte, considerando anche l’aumento del 18% sulla quota luce, su base annua comunque è più conveniente la maggior tutela che il mercato libero. Inoltre, nel mercato tutelato c’e la trasparenza e si sa esattamente cosa aspettarsi.
Avete tante richieste da parte dei consumatori?
L’anno scorso prima dell’apertura del mercato libero, abbiamo fatto in provincia 14 assemblee per informare le persone. Non possiamo certo dare indicazioni su quale operatore scegliere ma cerchiamo di fare chiarezza. Il nostro intervento di sportello si concentra sulla gestione della “patologia”, specialmente nel caso di passaggio da un gestore all’altro o laddove ci siano delle controversie. Abbiamo la possibilità di ricorrere alla mediazione dell’autorità garante, Arera, che fornisce gratuitamente un mediatore, che assieme al nostro conciliatore e a quello dell’azienda con cui è aperto il contenzioso, cercano di trovare l’accordo. Di solito risolviamo questi problemi positivamente nella misura del 95-96% dei casi. Proprio pochi giorni fa abbiamo fatto ottenere un rimborso di circa 600 euro per un errato doppio pagamento di una bolletta. Spesso si tratta di rimborsi di qualche centinaia di euro, può sembrare poca cosa, ma per un lavoratore dipendente o un pensionato, che sono il nostro target, hanno significato.
Il problema è che quando uno si stufa e paga per eliminare il problema: a quel punto non c’è più niente da fare e diventano piccoli abusi che vanno a beneficio dei gestori.
Con l’avvento del mercato libero sono aumentate le richieste che ricevete?
Sono cambiate: prima arrivavano soprattutto richieste di chiarimento per capire le bollette e solo qualche volta si sconfinava nel richiamo. Adesso chiedono soprattutto di capire come mai i prezzi siano aumentati così vertiginosamente rispetto alle promesse originarie: gli utenti non ci capiscono più niente, si perdono nei meandri delle offerte e, spesso, accettano senza capire fino in fondo, condizioni non vantaggiose. Sarebbe stato importante prorogare la tutela.
Un altro tema è quello dei call center…
Sì. In tutti i paesi europei esistono legislazioni stringenti: per esempio in Francia sono stati contingentati gli orari in cui possono telefonare. Non è certo l’unico problema da risolvere, ma si inizierebbe a portare ordine nella materia. Da noi chiamano a tutte le ore, fanno proposte diversissime e non è affatto facile capire al telefono se quello che proposto sia il prezzo della quota energia o quello complessivo dell’offerta. È complicato e nessuno dice mai che c’è una quota fissa.
In provincia di Ravenna la situazione dei rincari è un po’ meno sentita che altrove, perchè abbiamo una quota molto elevata di energia solare: Comuni come Alfonsine sono molto coperti ed inoltre ci sono le comunità energetiche che stanno diffondendosi. Purtroppo il costo iniziale per realizzare gli impianti è molto importante e non tutti se lo possono permettere. Speriamo che i progetti in cantiere sulle energie alternative si realizzino, perché è quello su cui bisogna puntare. Altrimenti non ne veniamo più fuori.
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