Riflessioni sulla necessita della cultura digitale
Dal Mondo – Dalla metà degli anni 90 ad oggi, il mondo reale in cui viviamo si è via via sempre più evoluto in maniera tecnologica. In conseguenza a tale diffusione ed al facile accesso alla rete Internet con smartphone, computer e servizi digitali, i quali sono oramai diventati parte integrante della quotidianità di ognuno di noi o per lo meno della maggior parte della popolazione a livello mondiale. Questa diffusione è stata determinante. Tuttavia, nonostante questo, in Italia, vi sono ancora moltissime persone che fanno fatica ad adattarsi ed ad adeguarsi con questa diffusione tecnologica, mi riferisco alla questione dell’alfabetizzazione digitale, ossia la conoscenza e la capacità di utilizzo delle nuove tecnologie in modo consapevole. Purtroppo, il nostro Paese è in ritardo su questo fronte. Le conseguenze di questa difficoltà si fanno sentire in molti ambiti: dalla scuola al lavoro, dalla sanità alla sicurezza personale.
Qualche numero per dare degli spunti di riflessione
Da vari sondaggi e statistiche l’Italia purtroppo risulta tra gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda le competenze digitali della popolazione. Infatti da tali si nota che solo il 42% degli italiani possiede adeguate capacità digitali di base, contro una media europea molto più alta che si aggira intorno al 54%. Tutto ciò sta a significare che più della metà della popolazione non è nelle condizioni e non ha conoscenze per poter utilizzare strumenti tecnologici per comunicare e lavorare come ad esempio l’email, i servizi online o persino un bancomat o addirittura lavorare da casa. Questo dato è maggiormente concentrato tra gli adulti nella fascia di età over 60 e nelle regioni del Sud, dove l’accesso a internet e la diffusione della tecnologia sembra siano più limitati.
Sorge a questo spontanea punto la domanda: perché siamo così indietro rispetto agli altri stati? Le ragioni possono essere molteplici. Alla base di tutto a mio avviso, c’è un problema culturale, in quanto in Italia, soprattutto tra le generazioni più anziane, c’è ancora una certa diffidenza e una chiusura mentale verso le nuove tecnologie, perché sono restii anche all’apprendimento. Non bisogna inoltre dimenticare la questione infrastrutturale: infatti in molte zone rurali, la connessione a internet è lenta o inesistente parlo nelle zone meno servite dai servizi.
Quali rischi comporta questo dato?
Bisogna riflettere e ragionare bene sull’argomento, in quanto la mancanza di alfabetizzazione digitale ha conseguenze dirette sulla vita delle persone. Basti pensare, ad esempio, ai servizi pubblici in rete: ormai sempre più Comuni e enti statali stanno spostando online procedure come il pagamento delle tasse, la prenotazione di visite mediche o la richiesta di documenti e molto altro ancora proprio per snellire e velocizzare fornitura ed erogazione dei servizi. Purtroppo chi non sa usare un computer o uno smartphone rischia di rimanere escluso da questi servizi, con conseguenze spesso gravi, in quanto trova enormi difficoltà a fruire di tantissimi servizi a portata di un click.
Questo dato pone un altro grande problema ossia quello della sicurezza. La rete internet è una grande risorsa, un grande bacino di utenza. Ma è anche pieno di rischi e insidie come ad esempio: truffe, phishing, virus e furti che statisticamente crescono ogni giorno. Se ci fermiamo a pensare che un utente che naviga on line privo di una minima conoscenza digitale, può essere una facile preda di astuti criminali informatici. Secondo alcune stime, gli italiani sono tra le vittime preferite in ambito cybercrime, proprio per via della mancata capacità di distinguere un’email sospetta o un sito fraudolento.
Senza dimenticare un’altra ulteriore minaccia che consiste nella disinformazione. Infatti con la diffusione dei social network, le fake news si diffondono a velocità incredibili. Pertanto chi non ha le conoscenze per valutare criticamente le informazioni rischia di credere a notizie false o fuorvianti, con conseguenze non indifferenti.
La potenziale perdita di Competitività a livello lavorativo
Questo preoccupante dato, influisce anche sulle imprese, che dal canto loro pagano il prezzo di questo mancato apprendimento della competenze digitali da parte della popolazione meno formata. In un mondo perennemente on line, le imprese che non sono al passo con le nuove tecnologie rischiano di rimanere tagliate fuori dai mercati e quindi dal business a livello globale. Purtroppo, in Italia, oggi molte piccole e medie imprese (PMI) faticano a innovarsi tecnologicamente. Difatti, Solo una piccola percentuale è in grado di utilizzare strumenti come il cloud computing o l’analisi dei dati, che invece sono ormai essenziali per competere a livello internazionale su più fronti.
Inoltre, la mancanza di competenze digitali tra i dipendenti limita la produttività e l’efficienza degli stessi e di conseguenza anche del rendimento dell’azienda. esempio pratico un’azienda che vuole potenziare e utilizzare un nuovo software gestionale: se i dipendenti non hanno competenze informatiche di base, l’investimento rischia di essere controproducente. Non va dimenticata neppure la sicurezza informatica, in quanto un dipendente non adeguatamente istruito può involontariamente essere una falla nella sicurezza aziendale leggendo una mail con un allegato malevolo, mettendo in serio rischio l’intera azienda.
Vi sono possibili soluzioni a questo problema?
Ci sono molte possibilità di circoscrivere e limitare fino alla risoluzione questo problema, ma si rendono necessari, interventi mirati e coordinati. Di seguito indicheremo alcuni spunti sulle possibili soluzioni a tale problema:
1. Investire sempre più nella Scuola: l’informatica di base necessita di essere appresa sin dalla tenera età delle scuole elementari, non solo nell’uso degli strumenti, ma soprattutto sulla sensibilizzazione e sicurezza online.
2. Formare la popolazione adulta: La fruizione di corsi gratuiti per chi è analfabeta a livello digitale è fondamentale.
3. Implementazione delle Infrastrutture: Anche nelle zone più remote la possibilità di connettersi è fondamentale con le nuove tecnologie questo oggi è possibile.
4. Cultura della sicurezza on line: Campagne di sensibilizzazione possono fare la differenza contro truffe e crimini in rete.
5. Incentivi PMI: se le aziende possono accedere ad agevolazioni fiscali e non diventa più facile far formare i propri dipendente in ambito tecnologico.
Conclusioni
L’alfabetizzazione digitale non è da considerarsi una skill in più, bensì deve essere intesa come una necessità. In un mondo in continua evoluzione tecnologica e sociale, costituisce un errore madornale lasciare indietro una parte della popolazione. I rischi correlati all’esclusione sociale, insicurezza, perdita di competitività sono davvero esponenzialmente troppo alti. Pertanto, si rende oggi più che mai un impegno collettivo, da parte delle istituzioni, delle scuole, delle aziende e dei cittadini, per colmare questo divario di conoscenze al di includere tutta la popolazione L’Italia è un grande paese dalla grandissime potenzialità ed ha tutte le carte in regola per farcela, ma bisogna darsi una mossa sin da adesso.
Image by Gerd Altmann from Pixabay
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