La Commissione UE cerca di spegnere la rivolta agricola: basterà?

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Bruxelles prova a placare gli agricoltori con una “Visione strategica per il futuro dell’agricoltura”: ecco tutte le novità

A poco più di un anno dalle proteste infuocate dei trattori, Bruxelles prova a placare gli agricoltori con una “Visione strategica per il futuro dell’agricoltura“. Il piano presentato dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen introduce misure mirate, ma lascia più di un dubbio sulla loro reale efficacia.

Stretta sulle importazioni: un’arma a doppio taglio

Una delle mosse chiave della Commissione è il giro di vite sulle importazioni di pesticidi e bestiame dall’estero. L’obiettivo? Impedire che prodotti agricoli provenienti da fuori Europa entrino nel mercato comunitario senza rispettare le stesse rigide regole imposte agli agricoltori europei.

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Bruxelles chiama questo principio “standard di reciprocità“, ma per molti osservatori è solo un tentativo tardivo di arginare la concorrenza sleale che da anni mette in ginocchio il settore. La domanda resta: basterà a proteggere i produttori europei?.

La sovranità alimentare: slogan o realtà?

Un altro pilastro del piano è la cosiddetta “sovranità alimentare“. Bruxelles promette di ridurre la dipendenza da forniture estere di fertilizzanti e mangimi e di istituire una task force per monitorare le importazioni. Ma l’Europa sarà davvero in grado di produrre in autonomia tutto ciò che serve?

Nel frattempo, la Commissione punta su una strategia per favorire il ricambio generazionale, un piano per incentivare la coltivazione di proteine vegetali e la creazione di un osservatorio sui terreni agricoli. Misure che sulla carta sembrano positive, ma che dovranno scontrarsi con la dura realtà della burocrazia e della scarsità di risorse.

Agricoltori soffocati dalla burocrazia

Tra gli annunci più attesi c’è quello di un secondo pacchetto di semplificazione della Politica Agricola Comune (PAC). Dopo il primo intervento che ha già ridotto alcuni obblighi ambientali, ora la Commissione promette pagamenti forfettari per i piccoli agricoltori e la sospensione del sistema di “verifica delle performance“.

Se da un lato si tratta di passi avanti, dall’altro rimane il dubbio su quanto queste misure incideranno realmente nel quotidiano di chi lavora nei campi. Il rischio è che restino solo modifiche di facciata.

Libertà alimentare o strategie nascoste?

Il commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen, ha voluto chiarire che l’UE “non imporrà mai ai cittadini cosa mangiare“. Ma allo stesso tempo ha sottolineato come il consumo di carne rossa sia in calo, mentre cresce quello di pollame. Coincidenza o un indizio di una politica alimentare europea non dichiarata?

In ogni caso, il numero di capi di bestiame nell’UE è in calo da anni e il settore zootecnico si interroga su quale sarà il suo destino di fronte a una politica che sembra sempre più orientata a ridurre gli allevamenti.

Clima e agricoltura: chi paga i danni

Sul fronte ambientale, la Commissione conferma l’obiettivo di ridurre l’impatto inquinante dell’agricoltura, ma promette di non usare più il “bastone” delle sanzioni, bensì “la carota” degli incentivi.

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Il vero nodo, però, resta la questione delle calamita naturali. Gli eventi meteo estremi stanno causando miliardi di danni al settore, ma la riserva agricola da 450 milioni di euro della PAC si rivela insufficiente. Bruxelles parla di nuove assicurazioni contro il cambiamento climatico, ma chi si farà carico dei costi?

Polemiche politiche: chi esulta e chi attacca

Il piano ha raccolto reazioni contrastanti. La destra europea, con Fratelli d’Italia in prima fila, applaude parlando di “aria fresca per un settore massacrato dalla burocrazia e dall’ideologia green“. Anche i Socialisti europei accolgono con favore le proposte, pur chiedendo più chiarezza sui fondi.

Critici invece i Verdi, che accusano la Commissione di non aver inserito misure più incisive per la sostenibilità e il clima.

Conclusione: un piano di facciata o una svolta concreta

La “Visione strategica per il futuro dell’agricoltura” si presenta come un tentativo di risposta alle proteste degli agricoltori, ma restano molti interrogativi.

Basteranno queste misure a risollevare il settore o siamo di fronte a una strategia elettorale che lascerà tutto com’è? Il tempo, e soprattutto i diretti interessati, daranno il verdetto.



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