Povertà educativa. Rossi Doria (Con i Bambini): “Il ripristino del fondo un buon segnale” / Mosaico / La Difesa del popolo

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“Il ripristino del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile è un provvedimento importante in un Paese ricco che fa pochi figli e che si permette di avere tanti, tanti bambini, bambine, ragazze e ragazzi poveri”. Lo dice al Sir Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini, ente attuatore del Fondo. Il Governo con la Legge di Bilancio 2025 non aveva rinnovato il credito d’imposta che da otto anni permette alle fondazioni di origine bancaria di alimentarlo. Adesso con la conversione in legge del Milleproroghe da parte del Senato ha confermato il Fondo per un altro triennio, anche se con soli 3 milioni di euro l’anno. Il provvedimento passa ora alla Camera.
Il fondo fornisce un supporto ai minori che vivono condizioni di esclusione e premia il privato sociale che offre innovazioni che hanno una capacità di impatto in territori difficili. Guarda, in particolare, a temi specifici come gli orfani delle vittime di femminicidio, i figli di detenuti. Ma anche i bambini e i ragazzi fuori famiglia che vivono una situazione di particolare aggravio. Come i bambini che sono state vittime di violenza o di abusi.

Come ha accolto la notizia della conferma del fondo?
In me ha suscitato soddisfazione e contentezza perché il fondo è stato ripristinato ed è stato ripristinato con il parere favorevole in aula del Governo e dell’opposizione. Il Milleproroghe è un meccanismo legislativo che vede il concerto di tutte le forze presenti in Parlamento. Allora se il milleproroghe serve anche a definire delle correzioni, il fatto che sia ritornato il fondo con il meccanismo del credito d’imposta è una bellissima notizia. Mi pare un buon segnale anche che ciò sia avvenuto con il voto favorevole sia delle forze politiche che sostengono il governo sia di quelle dell’opposizione, con il voto favorevole dell’opposizione su un emendamento di forze che sostengono il governo. Perché il Parlamento, in qualche modo, è lo specchio in democrazia del Consesso nazionale. E ha visto non una parte, ma le parti convergere su questo ripristino.

Però è un dato di fatto che le coperture individuate attualmente sono solo di 3 milioni…
La legge di stabilità indica i limiti entro i quali avviene la spesa pubblica. Quando si va in deroga, dopo la legge di stabilità, come in questo caso, non ci si può aspettare che la deroga abbia anche un’immensa libertà per definire le coperture finanziarie. Perché sarebbe strano che uno Stato definisca i limiti alle coperture finanziarie approvate dal Parlamento e poi, dopo neanche un mese o un mese e qualche giorno, le rimetta in discussione. Sarà poi la determinazione pubblica, l’interazione tra chi governa il fondo, quindi tra le fondazioni bancarie, e il governo stesso e il Terzo settore, a determinare durante il corso dei prossimi tre anni eventuali correzioni al gettito di finanziamento, di spesa, ma nella sede giusta che è la legge di bilancio. Non può essere il Milleproroghe.

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Intanto, è stato ripristinato il meccanismo…
Sì, per un triennio il meccanismo del credito d’imposta concesso alle fondazioni di origine bancaria, che è il meccanismo sul quale si è fondato fin dal 2016 e in continuità attraverso tutti i governi il fondo, è stato ripristinato. Questo è il tema principale e prioritario. Poi, il Parlamento definirà, quantizzerà ciò, quando sarà il momento di quantizzarlo.

È stato scelto l’assetto in continuità con quanto è stato fatto nel 2016.

Io non penso che tra tre anni ci voglia un altro assetto. Io penso che, se si vuole mantenere il fondo, sia questo l’assetto e che il Parlamento della Repubblica con l’approvazione, ci tengo a sottolinearlo, del Governo e quindi delle forze parlamentari sia di Governo sia di opposizione, perché l’emendamento che è stato approvato sostiene il governo ed è stato votato dalle forze di opposizione, ha ripristinato il meccanismo.

Lei auspica giustamente un’alleanza strutturale tra Stato e società. Ci sono le premesse?
Stanno nell’articolo 118 della Costituzione con il principio di sussidiarietà. Per risolvere i problemi ci vuole in primo luogo lo Stato e le sue articolazioni – Regioni, Comuni, Città metropolitane, ambiti territoriali, autonomie scolastiche e quant’altro, che sono tutte autonomie funzionali dello Stato -, però ci vuole anche l’attivazione competente della società civile, che si mobilita per risolvere le questioni di comune interesse.

A me pare che la via per affrontare una criticità così potente, con una magnitudo così importante come la povertà educativa, non è quella di lasciare lo Stato, nelle sue articolazioni, da solo con i servizi ordinari ad affrontare nel medio e lungo periodo questa questione. Lo fa, lo deve fare lo Stato nelle sue articolazioni, però non da solo, ma con il concorso della società, quindi volontariato, terzo settore, cittadinanza.

In questi giorni, sono stati comunicati gli esiti del bando Benessere, che nasce proprio grazie al Fondo per il contrasto alla povertà educativa. Quali opportunità genera?
Questa è una manifestazione concreta di quello che si può fare con questo fondo. In questo caso, parliamo di interventi che puntano al benessere psicologico. Questo bando è stato pensato dal Comitato d’indirizzo strategico. Quindi, assieme da Acri, Governo, nella persona del viceministro Maria Teresa Bellucci, e Forum del Terzo settore, un anno fa. Dopodiché è stata effettuata una lunghissima selezione fatta da selezionatori che non si sono conosciuti, come sempre facciamo, tra di loro e poi sono stati decisi i partenariati da finanziare. Quindi poi siamo passati in Consiglio di amministrazione, in Con i bambini, e successivamente come da procedura nel Comitato di indirizzo strategico. Tra una settimana o due iniziano le operazioni sul campo di questi vincitori del nostro bando che iniziano a operare. Si tratta di uno dei 14 bandi che abbiamo fatto dal 2016.





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