Il primo gennaio sono partiti i nuovi divieti per i fumatori a Milano che non potranno più accendere una sigaretta all’aperto, a meno che non si trovino ad almeno 10 metri da altre persone. Con l’eccezione delle sigarette elettroniche, il divieto di fumo è esteso «a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico incluse le aree stradali», tranne «in luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone».
Il divieto promosso dal Comune di Milano si basa anche sui dati dell’Arpa che riportano che il fumo delle sigarette è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili. Il Piano aria e clima milanese, inoltre, si propone di ridurre del 45% il livello di CO2 entro il 2030.
Rischio multe
Non si potrà quindi fumare anche nei dehors di bar e ristoranti secondo un provvedimento ad hoc. Non saranno multati i commercianti, ma solo i cittadini che rischiano un’ammenda da 40 a 240 euro. Il divieto promosso dal Comune di Milano si basa anche sui dati dell’Arpa che riportano che il fumo delle sigarette è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili. Il Piano aria e clima milanese, inoltre, si propone di ridurre del 45% il livello di CO2 entro il 2030.
Il progetto del Comune di Bergamo
Un indirizzo, quello di una città «smoke free», presente anche nel piano programmatico dell’amministrazione comunale di Bergamo: «La visione di una città in cui il consumo di sigarette sarà sempre più ridotto fa parte dell’idea di Bergamo portata avanti dalla Giunta e promossa dall’assessorato alla Transizione ecologica, ambiente e Verde», spiega l’assessore al Verde del Comune di Bergamo, Oriana Ruzzini.
Un impegno messo nero su bianco anche in una recente delibera approvata dalla Giunta, dedicata all’approvazione dello schema di protocollo d’intesa tra il Comune di Bergamo e l’associazione «Plastic Free» oltre che alla candidatura per il riconoscimento del titolo di «Comune Plastic Free 2025». Nella delibera è indicato non solo che il «Comune potrebbe attivare sul proprio territorio l’emissione di un regolamento per il divieto di utilizzo di plastica monouso nei locali e agli eventi fieristici», quindi restando prettamente legati al tema del consumo di plastica, ma anche che «tali disposizioni avverrebbero di concerto con misure finalizzate all’introduzione di un piano per l’aria pulita e per il clima, per una città smoke free al pari di altri capoluoghi italiani ed europei, ovvero città dove chi fuma all’aperto lo fa ad almeno dieci metri da altre persone per evitare i danni da fumo passivo, città dove non si fuma nei parchi, né alle fermate del trasporto pubblico locale».
Il Comune: «Prioritario, ora, è promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per parlare in modo approfondito, in particolare, dei rischi per la salute dei cittadini legati al fumo e all’impatto ambientale dei mozziconi di sigaretta buttati per terra»
Campagne di sensibilizzazione
L’ombra di un’ordinanza che sancisca un divieto, comunque, ad oggi, non c’è. E non è negli immediati piani dell’amministrazione: «Per arrivare ad un divieto la strada è lunga e di certo è necessario discuterne attentamente e rifletterci – puntualizza Ruzzini –. Prioritario, ora, è promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per parlare in modo approfondito, in particolare, dei rischi per la salute dei cittadini legati al fumo e all’impatto ambientale, legato all’inquinamento, dei mozziconi di sigaretta buttati per terra. Ma, certamente, il divieto o limite al fumo di sigaretta è un punto da attenzionare in un’ottica di un piano per l’aria pulita e il clima che come amministrazione e assessorato promuoviamo».
Già diverse iniziative
Una strada, quella della sensibilizzazione, che è già stata intrapresa dall’amministrazione attraverso diverse iniziative. Come quella nata con la scorsa amministrazione, in collaborazione con il Distretto urbano del commercio e Aprica, per dare un «cenerino» (bidone dedicato alla raccolta dei mozziconi) da posizionare fuori dagli esercizi commerciali così da evitare l’abbandono di mozziconi in strada. E il progetto «Il mare inizia qui» nato in estate, a cura delle associazioni Il Cerchio di Gesso e Borgo del Tasso con la Rete di quartiere Pignolo, finanziato dal Comune, per sensibilizzare contro l’inquinamento, in particolare quello generato dai mozziconi nei tombini della città. Cautela è chiesta dall’assessore al Commercio, Sergio Gandi che rivolge uno sguardo, in particolare, al mondo commerciale che, nel Comune di Milano, si sta già scagliando contro l’ordinanza. «Sono tanti i passi da fare prima di arrivare ad un divieto, da fare con dovuta prudenza», dice il vicesindaco. «Se si arriverà a definire un divieto, ci siederemo ad un tavolo per discuterne ben disponibili come siamo sempre stati, specialmente in un tema delicato come questo che tocca la salute di tutti noi», aggiunge Cesare Rossi, direttore Promozioni Confesercenti Bergamo.
«Tema più ideologico che pratico»
Sulla tematica è intervenuto anche Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo: «Milano è una realtà diversa da Bergamo essendo i dehors più piccoli, molti chiusi e molto più affollati – dice –. Fermo restando che il diritto alla salute deve sempre prevalere, il tema è più ideologico che pratico. Arriveremo ad una stretta sul fumo all’aperto, ma ci arriveremo con un provvedimento nazionale che riassuma il cambiamento culturale in atto. Il rischio è che affrontandole a colpi di ordinanze comunali si creino più tensioni sociali che vantaggi».
Una possibile deriva ideologica è attenzionata anche da Nicola Viscardi, Distretto urbano del commercio: «Queste azioni portate avanti da un Comune sembrano veramente più ideologiche che di sostanza. Credo che temi come il “diritto alla salute” andrebbero prima affrontati sul piano europeo», puntualizza.
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