16.45 – mercoledì 19 febbraio 2025
Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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La pubblica amministrazione italiana è in ritardo sull’attuazione delle norme sui bonifici istantanei, con il rischio di vanificare i benefici attesi per imprese e fornitori dello Stato, in particolare le piccole e medie imprese. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, che analizza gli effetti della circolare della Ragioneria generale dello Stato sull’applicazione del Regolamento (Ue) 2024/886. Il documento della Ragioneria, pubblicato nei giorni scorsi, conferma che le amministrazioni pubbliche non saranno in grado di adeguarsi in tempi rapidi al nuovo quadro normativo, che prevede pagamenti e incassi in 10 secondi, h24 e 7 giorni su 7.
Secondo Unimpresa, il sistema di tesoreria pubblica e le complesse procedure di spesa rendono impossibile per la Pa rispettare le tempistiche imposte dalla normativa europea. Il nodo principale riguarda i controlli contabili e amministrativi che precedono l’autorizzazione di pagamento da parte degli enti pubblici: la circolare chiarisce che i 10 secondi previsti dal regolamento scatteranno solo dopo il completamento di queste verifiche, spesso soggette a lungaggini burocratiche. Per le imprese fornitrici dello Stato, il rischio è rimanere escluse dai benefici della riforma sui bonifici istantanei, che invece per il settore privato entrerà in vigore senza limitazioni. Il ritardo della Pa penalizza soprattutto le pmi, che contano su pagamenti più rapidi per migliorare la gestione della liquidità e ridurre il rischio di insoluti.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, si corre il rischio di creare un doppio binario: mentre le imprese potranno incassare istantaneamente dai privati, i fornitori della Pa resteranno bloccati in procedure obsolete e tempi di pagamento dilatati. È necessario un intervento urgente per accelerare l’adeguamento del sistema pubblico ai nuovi standard europei. La circolare della Ragioneria conferma inoltre che anche per gli incassi istantanei il sistema pubblico sarà meno reattivo rispetto agli standard del settore privato. Sebbene le amministrazioni siano tenute a ricevere bonifici istantanei entro il 9 gennaio 2025, l’effettiva disponibilità dei fondi potrebbe subire ritardi per effetto delle tempistiche delle procedure di tesoreria. Si concretizzeranno ripercussioni negative per le aziende che operano con la Pa e si aggraveranno le difficoltà già esistenti nei tempi di pagamento della pubblica amministrazione italiana, che in alcuni casi superano ancora i 60 giorni previsti dalle norme europea.
«Ancora una volta la pubblica amministrazione italiana si dimostra incapace di stare al passo con l’innovazione. Mentre il settore privato si prepara a sfruttare i benefici dei bonifici istantanei, le imprese fornitrici dello Stato, in particolare le pmi, resteranno escluse da questo strumento essenziale per la gestione della liquidità. È inaccettabile che la burocrazia rallenti una riforma pensata proprio per accelerare i pagamenti. Le regole europee parlano chiaro: i bonifici istantanei devono essere disponibili per tutti, pubblici e privati, senza differenze. Eppure, la Pa italiana si sta ritagliando un trattamento speciale, nascondendosi dietro la complessità delle proprie procedure. I
l risultato? I fornitori dello Stato continueranno a subire ritardi nei pagamenti, con danni enormi per la stabilità finanziaria delle imprese» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «La mancata tempestività della pubblica amministrazione nell’adottare le nuove regole rappresenta una grave distorsione del mercato, che creare un doppio binario tra chi può beneficiare di pagamenti istantanei e chi, invece, dovrà continuare ad aspettare settimane o mesi prima di ricevere quanto dovuto. Non possiamo permettere che si creino cittadini e imprese di serie A e di serie B. Vogliamo un confronto immediato con il Mef per capire come risolvere questa stortura e quindi per discutere un piano di adeguamento accelerato della PA ai bonifici istantanei. Le pmi non possono aspettare anni affinché la burocrazia si adegui a norme che sono già operative per il resto del Paese. Il governo deve intervenire con decisione» spiega il presidente di Unimpresa.
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