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Giunto quest’anno all’ottava edizione, il riconoscimento, istituito nel 2008, con cadenza biennale, è dedicato all’architetto di Montecchio Maggiore Luca Andreasi, prematuramente scomparso nel 2006.
Promosso dal Comune di Montecchio Maggiore e dalla famiglia Andreasi, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Vicenza, il Premio per l’edizione 2024 si è rivolto ai laureati in architettura con laurea quinquennale o specialistica a partire dall’anno accademico 2018-2019.
La premiazione dei vincitori sarà preceduta dall’intervento di Gonçalo Byrne, architetto portoghese di fama internazionale le cui opere sono caratterizzate dalla ricerca incessante di una relazione appropriata tra rispetto per il territorio, la sua storia e le esigenze di trasformazione con una relazione dal titolo “Per un ottimismo critico in architettura”.
Montecchio Maggiore, Villa Cordellina
L’evento, che ha ottenuto il Patrocinio della Città di Montecchio Maggiore e della Provincia di Vicenza, sarà condotto dalla giornalista Elisa Santucci. Sarà inoltre presente la famiglia Andreasi.
Nel lavoro di Byrne si fondono i tratti più caratteristici di una cultura progettuale che ha saputo far tesoro delle più significative esperienze compiute dall’architettura contemporanea, senza tradire la tradizione ed i contesti locali. Rigore formale, intuito, soluzioni commisurate alle esigenze, semplicità esecutiva hanno contribuito all’affermazione dell’architettura di Byrne che tende a creare nuovi legami tra urbanizzazione e natura, tra esigenze fruitive del presente e memoria del paesaggio.
Premio Andreasi
E questi sono i tratti fondamentali del Premio Andreasi che intende sensibilizzare i giovani professionisti alla buona architettura attraverso il confronto fra le migliori espressioni progettuali elaborate in ambito accademico. il Premio permette ai futuri architetti di misurarsi con la prova del concorso, strumento principale per ottenere opere di qualità, ed ai premiati di avere un riconoscimento pubblico che dia loro modo di interfacciarsi per la prima volta con altri colleghi e con il giudizio sul merito della loro produzione. In particolare, il Premio evidenzia la contestualizzazione di un linguaggio architettonico contemporaneo, l’architettura del paesaggio, le tecnologie dei materiali e le tecniche costruttive, il recupero di edifici storici, lo sviluppo e la pianificazione del territorio e l’architettura sostenibile.
Particolarmente significativa la presenza di Gonçalo Byrne alla cerimonia del Premio Andreasi. L’attenzione al territorio, coniugando nello stesso tempo storia e contemporaneità, il rispetto per l’ambiente e la vocazione all’insegnamento dei giovani sono i tratti fondamentali di una vita dedicata all’architettura ed il filo conduttore del Premio Andreasi.
Gonçalo Byrne,
architetto portoghese di fama mondiale, insignito della Medaglia d’Oro dall’Academie d’Architecture de France nel 2000, nasce ad Alcobaça nel 1941. Si laurea alla facoltà di architettura dell’Università Tecnica di Lisbona nel 1968, e da subito diviene uno dei protagonisti della fortunata stagione che attraversa l’architettura portoghese con la realizzazione di importanti opere in Portogallo, Italia e in numerosi altri paesi europei. Le opere e i progetti di Byrne sono stati pubblicati dalle principali riviste internazionali, dove hanno trovato ospitalità anche i suoi scritti. Ha insegnato in molti atenei europei (università di Venezia, Losanna, Napoli, Lovanio, Barcellona, Graz, Pamplona, Coimbra, Sassari) e presso la Harvard University, USA.
Secondo Byrne,
la relazione tra paesaggio e architettura è determinante per la qualità del vivere e la sostenibilità dello sviluppo. La ricerca incessante di una relazione appropriata tra rispetto per il territorio, la sua storia e le esigenze di trasformazione caratterizza la sua opera. Nel suo lavoro si fondono i tratti più caratteristici di una cultura progettuale che ha saputo far tesoro delle più significative esperienze compiute dall’architettura contemporanea, senza tradire la tradizione ed i contesti locali. Rigore formale, intuito, soluzioni commisurate alle esigenze, semplicità esecutiva hanno contribuito all’affermazione dell’architettura di Byrne che tende a creare nuovi legami tra urbanizzazione e natura, tra esigenze fruitive del presente e memoria del paesaggio.
Byrne appartiene a quella generazione di architetti portoghesi che sono nati sotto la dittatura di Salazar, si sono trovati 40 anni fa, giovani di eccezionale talento, nel vivo del cambiamento della “rivoluzione dei garofani” del ’74 e si sono imposti nei decenni successivi all’attenzione internazionale con opere di grande qualità e misura. Byrne in particolare è un interprete di straordinario rigore del rapporto tra storia e contemporaneità, tra le matrici culturali e artistiche della città e del paesaggio e la tecnica e l’espressività del moderno. Un lavoro che è di esempio per i giovani professionisti che saranno gli interpreti dell’architettura del futuro.
Fonte Serena Serblin ADC Eventi
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