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“Il settore della pesca a strascico sta attraversando un periodo estremamente complicato a causa di molteplici fattori: introduzione di un nuovo tetto massimo alle giornate di pesca, quote gamberi, stringenti norme che non tengono conto delle specificità, mancanza di ricambio generazionale, incertezza sul futuro del settore”.
Sono le parole del sanremese Calogero Volpe, a nome dei molti pescatori a strascico della città dei fiori e in qualità di presidente ella cooperativa ‘Gambero Rosso’. “Una situazione preoccupante – prosegue Volpe – che ormai ci attanaglia da anni causata da una visione ottusa e non lungimirante della Comunità Europea. In nome di una sostenibilità che è solo formale e non sostanziale si vuole eliminare lo strascico portando i consumatori a scegliere pesce di importazione che per arrivare sui nostri mercati viaggia su gomma, navi ed aerei. E’ necessario incentivare le produzioni locali e Regione Liguria in questo è ormai da anni impegnata con politiche di salvaguardia e tutela”.
Per quanto attiene invece la questione della nuova progettualità del Porto Vecchio, essendo tutto lo strascico in fermo pesca fino al 30 ottobre, i pescatori intenzione di chiedere un incontro al Sindaco per capire gli sviluppi della progettazione: “In Liguria – va avanti Volpe – esiste una Legge Regionale del 2007 che più volte è stata determinante per la pesca professionale e che consente di salvaguardare la flotta peschereccia definendo criteri e modalità di attribuzione degli spazi. Gli uffici comunali sono perfettamente a conoscenza di questa legge e pertanto esprimiamo un cauto ottimismo. In questi anni di confronto aperto non abbiamo mai fatto mistero delle nostre istanze prima fra tutte quella di avere una concessione demaniale marittima direttamente dallo Stato e non da un ente privato. L’incontro con il Sindaco Mager sarà l’occasione per presentarci e confermare quanto già espresso in passato”.
I pescatori considerano strategico il ruolo della Regione: “Se vogliamo continuare a poter esercitare la pesca del gambero viola di profondità è necessario un piano di gestione regionale a cui la Regione lavora ormai da anni con importanti investimenti nella ricerca. La Regione ha infatti attribuito fondi al GAL FISH LIGURIA proprio nell’ottica di salvaguardare e difendere il comparto della pesca e consentire di realizzare azioni che singolarmente non potremmo portare a compimento. Un piano di gestione per la pesca dei Gamberi di profondità nelle GSA 9, 10 e 11 ovvero Liguria, Toscana e Sardegna garantirebbe la sostenibilità ambientale, economica e sociale e sarebbe uno strumento riconosciuto dalla Comunità Europea”.
“Vorrei ringraziare pubblicamente – termina Volpe – sia la struttura tecnica che la struttura politica della Regione Liguria perché grazie al contributo FEAMP – 2014-20, mis. 5.68 (Compensazioni alle imprese di pesca e di acquacoltura per i costi aggiuntivi sostenuti a causa della perturbazione del mercato dovuta alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina) le imprese di pesca sanremesi hanno ricevuto una boccata di ossigeno molto importante in un momento in cui i costi del gasolio erano alle stelle”.
A fronte di un impegno di fondi pari ad euro 2.171.466,58 (circa 1 milione di quota Ue, circa 760mila euro di quota Stato e circa 325mila euro dalla Regione Liguria) più del 27% di questi fondi ovvero euro 590.000,00 sono stati destinati a 27 imbarcazioni da pesca ormeggiate a Sanremo che entro fine anno riceveranno il saldo. Un contributo ricevuto grazie alla capacità tecnica e politica della Regione Liguria che ha saputo lavorare bene per evitare che il disinvestimento di fondi destinati ad altre Regioni.
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