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La domanda di mutui prosegue il percorso di ripresa iniziato dalla metà dello scorso anno e si dirige pian piano verso livelli pre-pandemici. A spingere la già forte propensione degli investitori italiani a puntare sul mattone sono i progressivi cali dei tassi d’interesse, e quindi dei costi dei prestiti ipotecari, in scia ai tagli al costo del denaro della Banca Centrale Europea e alla discesa dell’inflazione. Mutui destinati a diventare ancora più convenienti nei prossimi mesi, man mano che si concretizzerà l’allentamento monetario della Bce.
La domanda sale del 7,2% nei primi nove mesi
A confermare il progressivo ritorno alle richieste di finanziamenti per comprare casa sono gli ultimi dati del barometro Crif, che evidenzia come nei primi nove mesi del 2024 la domanda di prestiti per l’acquisto di casa siano salite del 7,2%. Dato ancor più significativo è l’incremento riferito al solo mese di settembre, che sfiora il 19%. A sostenere il dato complessivo relativo alla domanda sono ancora le surroghe (la possibilità di trasferire il debito residuo dalla banca originaria presso un altro istituto creditizio che offre condizioni più vantaggiose).
Nel primo semestre l’aumento delle surroghe è stato del 17,6%, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 10,5%. Il gap tra tasso fisso e variabile è infatti ancora parecchio ampio, tanto da spingere chi ha sottoscritto il secondo a cambiare e, probabilmente, chi non ha ancora acceso un mutuo ad aspettare costi di finanziamento più vantaggiosi. Stando alle ultime simulazioni di Facile.it di inizio ottobre, ad esempio, la miglior offerta sul mercato legata a un mutuo green a tasso fisso si aggira intorno a un Taeg del 2,55%, mentre si resta al 3,9% per l’omologo variabile.
Preferiti i rimborsi più lunghi
Ad ogni modo, nel terzo trimestre l’importo medio richiesto è leggermente aumentato, del +1,6%, così come nel solo settembre (+1,8%). Il valore complessivo dell’importo stimato si attesa a 146.469 euro. Da gennaio a settembre le domande di mutui per importi compresi tra 100 e 150 mila euro sono state ancora le soluzioni preferite dalle famiglie italiane (30,5% del totale), mentre le richieste si continuano a concentrare su piani di rimborso lunghi, da 20 a 30 anni.
Spinta da tassi più bassi e green
Oltre ai tassi più bassi a sostenere il sistema è anche la corsa al green. «Una politica monetaria che torna a essere espansiva, e con possibili ulteriori tagli dei tassi per fine anno, infonde maggior fiducia nelle famiglie italiane che ritornano a programmare spese di lungo periodo. Un altro volano per il comparto dei mutui immobiliari sarà l’effetto della Direttiva Case Green (Epbd)», spiega spiega Simone Capecchi executive director di Crif. «Prevediamo che i finanziamenti green raggiungeranno nel 2030 percentuali che oscillano tra il 24-30%, un terzo dell’erogato, mentre nel 2050 più di un mutuo su due sarà verde». (riproduzione riservata)
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