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Pesa il boom del costo dell’energia elettrica negli anni 2022-23, quelli della crisi energetica degenerata dopo l’invasione dell’Ucraina, nelle bollette che da quest’anno stanno già pagando gli utenti umbri quale acconto sugli aumenti deliberati oggi dall’assemblea di Auri, l’Autorità Umbra Rifiuti e Idrico. 7,7 per cento in più quest’anno e il prossimo per gli utenti di Umbra Acque; 6,2 per cento quelli del Servizio Idrico Integrato di Terni e il 5,9 per lo stesso biennio per quelli di Valle Umbra Servizi, più fortunati perché le sorgenti si trovano sulla fascia appenninica e occorre meno energia per portare l’acqua a Foligno e Spoleto rispetto al capoluogo di regione. Aumenti disciplinati dall’autorità nazionale Arera che, proprio in virtù dei maggior costi sostenuti negli anni precedenti, ha deciso di spalmare gli aumenti in sei annualità. Ma dal 2026 scatterà l’aggiornamento biennale e, se le tendenze macroeconomiche rimangono quelle attuali, sono previsti aumenti molto meno consistenti. Insomma, dopo il 2026 beato chi lo sa. Certo è che tutta Italia si trova nella stessa situazione e che sulla determinazione tariffaria incidono anche gli investimenti. Circa 100 milioni di euro quelli di Auri per il risanamento della rete idrica entro marzo 2026, con fondi però prevalentemente PNRR e solo in parte provenienti dalla tariffa. La buona notizia è che dal 2023 se un cittadino ha presentato una dichiarazione Isee da qualche parte, il gestore ne è a conoscenza ed eroga lo spettante bonus idrico. Circa il 10 per cento dei residenti ne sta usufruendo, uno sconto che in Umbria viene raddoppiato. Un bonus sociale che vale un milione di euro dal 2024 per gli aventi diritto nei 38 comuni di Umbra Acque. Poco più della metà per gli altri.
Il servizio di Monica Tasciotti, montaggio di Paolo Canestri
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