l’Ue risponde con un summit anti Trump

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Un incontro per la pace in Ucraina è previsto la prossima settimana in Arabia Saudita, tra funzionari Usa, russi e ucraini. Donald Trump ha confermato l’esclusione della Ue dal tavolo della nuova Yalta. Zelensky da Kiev avverte: con una Nato debole, la Russia sarebbe pronta a un’invasione su larga scala in altre parti d’Europa già a partire da questa estate

«Ci sarà un incontro sulla pace per l’Ucraina la prossima settimana in Arabia Saudita, non con me e il presidente Putin ma con dei funzionari. Ci sarà anche l’Ucraina». È la posizione finale di Donald Trump sugli incontri di pace.

I grandi assenti saranno gli europei, esclusi dalla “nuova Yalta”, il vertice dei vincitori della Seconda guerra mondiale (Roosevelt, Churchill e Stalin) che si divisero il mondo in sfere di influenza. È la fine dell’Alleanza atlantica come patto fra le liberaldemocrazie unite da valori comuni occidentali come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi? È la spartizione del mondo secondo la regola hobbesiana del più forte, la visione che tanto piace a Trump e al suo numero due J.D. Vance, che a Monaco si è tolto la maschera per smantellare la relazione speciale tra Washington e Bruxelles?

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Di certo c’è che l’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, è partito alla volta dell’Arabia Saudita con il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz per colloqui su come porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina.

Le sue dichiarazioni a Fox News sono state la conferma ufficiale che i colloqui di pace avranno luogo in Arabia Saudita senza rappresentanti del Vecchio continente. Non avrebbero dovuto essere sorpresi da questa svolta, gli europei. Eppure i funzionari Ue sono rimasti scioccati e colti di sorpresa dalle mosse dell’amministrazione Trump, della Russia e della difesa europea negli ultimi giorni. Uno schiaffo pesante tenendo conto che le ultime due guerre mondiali sono iniziate per la ridefinizione dei confini nell’Europa orientale, il cortile di casa europeo, la sfera di influenza di Bruxelles.

La reazione europea

Superato il primo momento di sgomento il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha deciso che lunedì pomeriggio «terrà una riunione informale con i capi di governo di Germania, Gb, Italia, Polonia, Spagna, Olanda e Danimarca». Lo confermano fonti dell’Eliseo, sottolineando l’intenzione di Macron di «avviare consultazioni fra dirigenti europei sulla situazione in Ucraina e i nodi della sicurezza in Europa». La riunione si svolgerà nel pomeriggio, saranno presenti anche «la presidente della Commissione Ue e il segretario generale Nato». «I lavori potranno prolungarsi in altri formati per riunire tutti i partner interessati alla pace e alla sicurezza in Europa». E l’Europa ora deve battere un colpo dopo l’elettroshock di Monaco, una vera svolta epocale che rischia di marginalizzare l’Unione, stretta dalla morsa di Trump e Putin.

Il monito di Zelensky

Volodymyr Zelensky ha capito immediatamente che i russi chiederanno la sua testa per avere un governo amico a Kiev, fuori dalla Nato e senza i territori occupati militarmente dai russi. Molto più di una finlandizzazione, una resa senza certezze di nuovi attacchi futuri. Così il presidente ucraino ha detto alla Nbc a margine della Conferenza di Monaco che se Donald Trump riducesse il suo sostegno alla Nato e questa si trovasse indebolita, la Russia sarebbe pronta a un’invasione su larga scala in altre parti d’Europa, già a partire da questa estate. «Sapendo che non è riuscito a occuparci non sappiamo dove andrà, ma c’è il rischio che possa trattarsi della Polonia e della Lituania, perché crediamo che Putin muoverà guerra alla NATO», cominciando «da quei piccoli paesi che sono stati nell’URSS, nell’Unione Sovietica».

L’Europa al bivio

Nel corso della conferenza sulla sicurezza tenutasi a Monaco, si è diffuso un senso di sgomento tra i delegati europei nel momento in cui il vicepresidente americano J.D. Vance ha incontrato i leader del gruppo di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), evitato dai partiti tradizionali, in vista delle elezioni nazionali del 23 febbraio. Primo tra i loro timori: non poter più essere sicuri della sicurezza degli Stati Uniti dopo che il presidente Donald Trump concluderà un accordo diretto di pace in Ucraina con il presidente russo Vladimir Putin che mina Kiev e la più ampia sicurezza europea.

Questa preoccupazione è stata alimentata dal discorso alla conferenza del vicepresidente americano J.D. Vance, che menzionava l’Ucraina e la difesa europea solo di sfuggita e si concentrava sull’accusa all’Europa di soffocare la libertà di parola e di non riuscire a gestire le migrazioni. Gli alleati tradizionali della Nato erano su posizioni opposte proprio a Monaco, città sinonimo del patto del 1938 che consentiva alla Germania nazista di annettere la regione dei Sudeti della Cecoslovacchia.

Alcuni leader europei alla conferenza sulla sicurezza della città bavarese hanno affermato apertamente di temere che la pacificazione trumpiana sull’Ucraina possa passare sopra le loro teste, rompere l’ordine che Washington ha creato nel secondo dopoguerra tutto a spese dell’Europa. L’azione di Trump ha ribaltato anni di politica occidentale che cercavano di isolare Putin. Ora gli europei dovranno cambiare completamente il loro atteggiamento, pena la loro marginalizzazione.

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