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Chiusura Mirafiori: Stellantis, rischio stop fino a gennaio e capannoni in vendita on line – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Secondo indiscrezioni è probabile lo stop dal 30 al 7 gennaio, mentre la linea di produzione della 500 ibrida non vede ancora la luce: nel frattempo sul web si vendono porzioni abbandonate dello stabilimento

Gianluigi Giannetti

“Verificheremo i programmi di produzione di dicembre nelle prossime settimane”, questa l’unica risposta ufficiale da parte di Stellantis alla indiscrezione raccolta da Reuters, che però non viene affatto smentita. Anzi, addirittura accompagnata dall’apparizione in rete di annunci che sembrano suggerire un ulteriore “alleggerimento” della fabbrica. Dopo lo stop alla produzione da metà a settembre al primo novembre, con una riapertura ad operatività drasticamente ridotta su un solo turno, lo stabilimento di Mirafiori a Torino sarebbe destinato ad una nuova chiusura prolungata, dal 30 novembre al 7 gennaio 2025, o ancora oltre. I 2.700 addetti, divisi in due linee di prodotto, non possono che prendere atto di una situazione pesante e forse non del tutto chiarita.

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parola alla crisi

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A Mirafiori lavorano per il marchio Maserati 968 dipendenti, peraltro in Cassa integrazione straordinaria con causale contratto di solidarietà fino a dicembre 2024 e destinati alle catene di montaggio di Maserati Granturismo e Grancabrio, con motorizzazione V6 benzina ed elettrica. Il versante Fiat occupa con 1.700 dipendenti destinati alla produzione di 500 elettrica. Secondo i dati forniti dal sindacato Fim, nei primi 9 mesi del 2024 a Mirafiori sono state prodotte 22.240 auto, ovvero il 68,4% in meno rispetto alle 70.365 del 2023. La cronaca racconta della cerimonia l’11 aprile scorso che ha segnato l’inaugurazione della nuova linea di assemblaggio di cambi elettrificati a doppia frizione eDct. Assorbirà a pieno regime 500 addetti e rappresenta la premessa per l’avvio della produzione proprio a Mirafiori della nuova Fiat 500 ibrida, già entro la fine del 2025, come promesso da Carlos Tavares in occasione dell’audizione alla Camera l’11 ottobre scorso. Allo stato attuale, resta confermato l’avvio della produzione in serie per l’autunno, ma l’allestimento delle linee per la realizzazione dei primi prototipi entro primavera non è ancora partito. L’obiettivo dichiarato dall’azienda è quello di incrementare i volumi di fabbricazione dell’impianto per una cifra oscillante “fra le 80 e le 100 mila auto in più ogni anno”. Tutto questo, salvo clamorose smentite.

Pronto cassa

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L’avventura della società Torino Nuova Economia Spa comincia nel 2005 con lo scopo di riqualificazione delle ex aree dismesse originariamente facenti parte del Comprensorio industriale Fiat, oggi Fca-Stellantis. Nel capitale entrano la Regione Piemonte e la Città di Torino, entrambe con il 48,86%, mentre a Fca Partecipazioni Spa per conto di Stellantis va il 2,28%. Da allora, molto silenzio, almeno fino ad un annuncio pubblicato sul portale Quimmo dedicato alla compravendita di immobili e alle aste giudiziarie, il 16 ottobre scorso, senza il minimo accenno al marchio Fiat. Sono in vendita 3 lotti di terreno per un totale di superficie di 37.500 metri quadrati, ma si tratta di edifici, perché ne viene dichiarata una superficie lorda pavimento per 47.400 metri quadrati. La collocazione tra Corso Settembrini e Corso Orbassano di Torino suggerisce agli osservatori che si tratta di porzioni dello storico stabilimento Mirafiori ormai abbandonate, capannoni che vengono già sostituiti in un filmato dimostrativo con le palazzine destinate a prendere il loro posto. Valore dei tre lotti? Circa 14,5 milioni di euro. Pronto cassa. Tutto rientra nella nuova Zona A del progetto MRF Industrial Hub, con altre aziende già insediate e che prevede “la costruzione di un enorme polo dedicato alle imprese, ma anche alla formazione, allo sviluppo della tecnologia e alla ricerca”, cita il documento di presentazione. Lo scopo è riconvertire un sito industriale dismesso e trasformarlo in un “distretto di eccellenza”. Non passando più necessariamente dalla fabbricazione di automobili, questo il messaggio.



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