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AI, la sfida del futuro


Per raggiungere volumi paragonabili a quelli dei colossi come Cina e Stati Uniti, l’Italia ha ancora molta strada da fare. La competizione è fuori scala, dominata da investimenti miliardari e strategie industriali consolidate. Tuttavia, il settore dell’intelligenza artificiale nel nostro Paese sta avanzando rapidamente: nel 2024 il mercato ha raggiunto la cifra record di 1, 2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente.

Un traguardo significativo, ma ancora modesto rispetto agli investimenti globali. Secondo gli analisti di Citi, nel 2025 Amazon, Microsoft, Meta e Google investiranno complessivamente circa 209 miliardi di dollari in intelligenza artificiale. A questo scenario si affianca la crescita esponenziale della Cina, dove, secondo i dati del China Information Industry Development Center, il settore ha già raggiunto nel 2024 una dimensione di 64 miliardi di euro.

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L’Ue e la sfida investimenti

Per colmare almeno in parte il divario con i colossi globali, l’Unione Europea ha deciso di rafforzare il sostegno all’innovazione tecnologica. La Banca Europea per gli Investimenti, il braccio finanziario dell’UE, ha annunciato la creazione di un fondo tecnologico da 20 miliardi di euro per il 2025, destinato a incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è ambizioso: attrarre investimenti per un totale di 200 miliardi di euro, rendendo il mercato europeo più competitivo rispetto a Stati Uniti e Cina.

Il ruolo del Nord Ovest

In questa sfida globale, l’Italia punta su poli di eccellenza, tra cui il Piemonte si distingue per il suo ruolo strategico nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, grazie a un ecosistema in forte espansione che coinvolge istituzioni, aziende e centri di ricerca.

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Torino, in particolare, è diventata un punto di riferimento: la città ospita il Centro Italiano di Intelligenza Artificiale (AI4I), situato nelle Officine Grandi Riparazioni. Questa struttura, scelta dal governo come hub nazionale per lo studio e l’applicazione dell’IA, riceve un finanziamento statale iniziale di 20 milioni di euro l’anno, stanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’obiettivo è raddoppiare questi fondi nei prossimi 3-5 anni attraverso bandi competitivi e collaborazioni industriali.

Una delle iniziative più significative di AI4I è la recente collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha dato vita al Compagnia di San Paolo Institute for Advanced Study (CSP IAS). Questo nuovo centro, sostenuto da un investimento di 4 milioni di euro per il periodo 2025-2028, è dedicato alla ricerca avanzata e all’innovazione industriale, con particolare attenzione alle start-up, alle PMI e alle grandi imprese.

«Il CSP IAS – ha dichiarato Marco Gilli, presidente della Compagnia di San Paolo – nasce con una prospettiva nazionale e internazionale. Il nostro obiettivo è rafforzare le connessioni tra i centri italiani dedicati all’IA e ai Big Data, contribuendo alla competitività del territorio e del Paese attraverso nuovi investimenti e iniziative di alta formazione».

Negli ultimi mesi, Torino ha visto nascere diversi centri dedicati all’intelligenza artificiale. Oltre ad AI4I, la città ospita l’HighESt Lab dell’Università di Torino, guidato dall’ex ministra per l’Innovazione Paola Pisano, e il polo AI di Microsoft, situato anch’esso nelle Officine Grandi Riparazioni.

Nel polo tech di Corso Castelfidardo, Microsoft ha assunto il ruolo di acceleration partner nel progetto “Microsoft AI L. A. B – Learn Adopt Benefit” , che offre programmi personalizzati per imprese, pubbliche amministrazioni, professionisti e studenti del Piemonte e del Nord-Ovest. L’obiettivo è massimizzare l’impatto delle nuove tecnologie e promuovere l’adozione dell’IA generativa attraverso percorsi di innovazione digitale e formazione.

In questa direzione si muove anche il programma “Impact Deal” , nato dalla collaborazione tra Microsoft Italia, OGR Torino e Fondazione CRT. Questo progetto, che si posiziona all’incrocio tra dati, intelligenza artificiale e imprenditorialità, offre alle aziende l’accesso a dataset esclusivi, una rete di mentor ed esperti, e opportunità di networking con investitori e attori del settore del Data Sharing. Un elemento chiave è il Data Club, una rete di aziende e organizzazioni che mettono a disposizione i propri dati per favorire lo sviluppo di soluzioni basate sull’IA.

A questi centri si aggiungono il CentAI di Intesa Sanpaolo, focalizzato su intelligenza artificiale e finanza, e l’ISI Foundation, specializzata in Big Data e ricerca applicata.

Questa concentrazione di eccellenze sta trasformando il capoluogo piemontese in uno degli ecosistemi più dinamici d’Europa per l’intelligenza artificiale, attirando investimenti e talenti da tutto il mondo.

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Il capitale umano

Uno degli aspetti chiave per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Italia è la formazione di competenze adeguate. Il settore è in forte espansione e la domanda di professionisti altamente qualificati cresce rapidamente.

«Nell’attuale contesto di trasformazione digitale, una delle principali sfide è lo sviluppo delle competenze necessarie per alimentare l’innovazione» ha affermato Francesco Ubertini, presidente del Cineca. «Attrarre ricercatori internazionali e formare giovani talenti è essenziale per rafforzare la competitività del Paese».

Proprio con questa finalità nasce il CSP IAS, che punta a creare un flusso continuo di conoscenza e innovazione tra università, startup e imprese, favorendo l’arrivo di visiting professor e giovani ricercatori dall’estero.

AI e formazione

Il mondo accademico italiano si sta adattando rapidamente a questa trasformazione. Un esempio significativo è l’accordo tra la ESCP Business School e OpenAI, che introduce l’IA nelle università italiane come assistente digitale per docenti e studenti.

«L’obiettivo – spiega Francesco Rattalino, presidente esecutivo di ESCP Business School – è integrare l’intelligenza artificiale nella didattica, non solo come strumento di apprendimento, ma anche come competenza chiave per il futuro. Nei prossimi anni, la gestione dell’IA sarà centrale nei modelli di business, e i manager dovranno saperla utilizzare come un vero e proprio collega».

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