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L’8 giugno 2022, dando notizia dell’apposizione dei sigilli al “Panamino”, il chiosco bar abusivo di parco Rabin a Villa Ada, rimase in sospeso una domanda: quando verrà abbattuto? La risposta arriva a due anni e mezzo di distanza, l’11 ottobre 2024. Una data certa da segnare sul calendario non c’è, ma il II municipio rassicura che sarà a breve, “in poche settimane”. Di sicuro “entro la fine dell’anno”.
L’ex “Panamino” verrà demolito
La notizia è stata data dagli assessori a Lavori Pubblici e Ambiente del II municipio durante una tripla commissione congiunta anche con il Bilancio, sollecitata dall’associazione “Carte in regola”. Da tempo l’ente di prossimità attendeva di avere a disposizione i fondi necessari per l’opera di demolizione, da inserire appositamente a bilancio: 56mila euro. Non una montagna di soldi, va detto, ma i tempi dell’amministrazione sono quelli che sono. E così adesso arriveranno le ruspe a cancellare gli abusi edilizi commessi all’interno di un’area verde tutelata, il parco Rabin, inserito nello storico contesto di Villa Ada.
Abusi mai abbattuti e crateri che deturpano il paesaggio: nel cuore dei Parioli il degrado è storico
Le tempistiche dell’intervento
“Mercoledì 16 ottobre verrà stipulato il contratto con la nuova ditta di demolizioni – avvisa l’assessore Rino Fabiano – e di conseguenza la consegna dei lavori potrà avvenire nel giro di poche settimane. Dopo tanti anni abbattiamo anche l’ex ‘Panamino’, come fatto con l’ex bocciofilo al parco Nemorense, come l’ex ‘Casina dei Pini’ a Villa Massimo”. “Abbiamo ottenuto la disponibilità economica ed è stata aggiudicata la gara per l’abbattimento del volume fuorilegge – aggiunge Paola Rossi, assessora ai lavori pubblici -, la demolizione è un passaggio propedeutico alla definizione del futuro bando di affidamento, che è di competenza del Dipartimento Tutela Ambientale”.
La (lunga) storia di un abuso
L’ex “Panamino” era un chiosco di legno tirato su a inizio ‘900. Nel 2002, dopo varie trasformazioni, venne trasformato in un punto di ristoro tramite convenzione/concessione, ma col tempo la struttura è arrivata a sforare di gran lunga i 90 mq di estensione tra ferro, vetri, coperture. Un po’ troppo, considerando la presenza all’interno di un parco che è parte integrante di Villa Ada. Da chioschetto di legno a salottino della Roma bene con gazebo, ristorante e bagni, punto di ritrovo storico e irrinunciabile dalla mattina a colazione fino a sera per l’aperitivo. Ma nel 2012 il Comune chiese per la prima volta la demolizione delle strutture aggiuntive. Le due società gestrici, Eolie S.R.L. e Panamino S.R.L., fanno ricorso ma perdono al Tar del Lazio tre anni dopo. Nel 2016 il Consiglio di Stato conferma la sentenza dei giudici amministrativi. Ci vorranno otto anni per far decidere Roma Capitale a mettere i sigilli, anche perché nel frattempo i gestori avevano continuato a servire cappuccini e spritz come se niente fosse.
Un progetto non solo speculativo
“Quello che mi auguro da assessore all’Ambiente – conclude Fabiano – è che si elabori un progetto sull’esempio di parco Nemorense, aggiungendo ben oltre alla semplice attività commerciale. La concessione futura dovrà essere vincolata a un progetto sociale, ambientale, di cura dell’area. Fosse anche solo per l’illuminazione, il controllo, la pulizia. A parco Rabin in questi anni abbiamo fatto molto, per esempio sbloccando dopo dieci anni la messa in sicurezza della falda geologica di 10mila mq che rendeva inaccessibile un terzo dell’area. L’ambasciata d’Israele ha donato i giochi per bambini divisi per fasce d’età e ora cercheremo di capire se si potrà perimetrare la zona cani”.
L’appello degli ambientalisti
Esulta anche l’Osservatorio Sherwood, associazione ambientalista che si occupa di tutelare e valorizzare Villa Ada: “Apprezziamo la concretizzazione dell’abbattimento degli abusi del del ‘Panamino’ – dice Lorenzo Grassi -, che tante volte avevamo sollecitato in passato. Abbiamo invitato però a una visione più ampia sull’area di parco Rabin, che prenda in considerazione anche lo scheletro edilizio del cosiddetto ‘Villino Todini’, sequestrato a sua volta per assenza di autorizzazioni, l’impatto del previsto passaggio del Grande Raccordo Anulare delle Bici e i tentativi dell’università Luiss di ‘riqualificare’ a suon di cemento il cratere del parking abusivo di via Panama, nonostante i proclami del sindaco Gualtieri sulla necessità della rinaturalizzazione per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.
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