Torre Colimena
Il Comune di Manduria ha sbagliato a respingere il progetto della «Sailing & Sea Project» di Avetrana relativo alla realizzazione di un porticciolo turistico nella baia di Torre Colimena. Lo hanno deciso i giudici del Consiglio di Stato che hanno accolto il ricorso presentato dall’impresa invitando l’ente messapico a rivalutare la richiesta di concessione dell’area demaniale marittima, respinta con determina dirigenziale del 21 luglio 2022.
Si riaccendono così le speranze degli investitori che, con lo sfruttamento dell’area di mare attualmente gestita dalla Lega Navale di Torre Colimena, intendono fare concorrenza al porto turistico di Campomarino e, più a Sud, a quello di Porto Cesareo. A curare legalmente gli interessi della società avetranese, con sede legale a Lecce, è stato l’avvocato Massimiliano Musio che aveva seguito il primo ricorso respinto dal Tar di Lecce. Musio censurava il rifiuto del comune che si basava esclusivamente sulla mancata approvazione del Piano Comunale delle Coste.
Presupposto falso, secondo il legale dell’impresa che chiedeva, nelle more di un piano locale, l’applicazione delle norme previste nel Piano Regionale delle Coste. Tesi non sostenuta dall’avvocatessa dell’ufficio legale del Comune, Annalisa Di Giovanni. Per i giudici del Consiglio di Stato, l’amministrazione comunale manduriana, bloccando per la mancata approvazione del Piano comunale delle coste tutte le pratiche che hanno ad oggetto richieste di concessioni demaniali, «ha finito per addebitare ai privati gli effetti della propria stessa inerzia nella procedura di emanazione del suddetto piano».
Questo atteggiamento, come rimarcano i giudici romani, «non può ritenersi conforme ai principi di buona fede e di tutela dell’affidamento che devono presidiare un corretto rapporto tra amministrazione e privati». Appunto perché «fa indebitamente gravare sui privati, imponendo una sospensione sine die di un’intera tipologia di procedimenti, le conseguenze di un indebito comportamento dell’amministrazione».
Ancora duro il giudizio del Consiglio di Stato quando attribuisce alla pubblica amministrazione manduriana atteggiamenti di colpevole inerzia e superficialità. «L’amministrazione, ponendosi in frontale contrasto con queste ultime previsioni si legge agli atti -, ha di fatto paralizzato qualunque attività riguardante le concessioni demaniali marittime, senza tampoco indicare, se non per relazione ad una data incerta nel “quando”, se non anche nell'”an”, i termini massimi entro cui detta sospensione era destinata ad operare».
Il rifiuto opposto dal Comune, insomma, va ritenuto «illegittimo, e pertanto annullato». Infatti, si fa notare nella sentenza, il diniego dell’ente comunale si baserebbe esclusivamente «sulla disposta sospensione dei procedimenti concessori in attuazione di una clausola contenuta nella delibera regionale che è anch’essa illegittima e che va parimenti annullata».
Da qui la conclusione del presidente della settima sezione del Consiglio di Stato, Roberto Chieppa che in seduta giurisdizionale accoglie il ricorso della «Sailing & Sea Project» con «l’obbligo del comune di Manduria di riesaminare la richiesta di concessione applicando tutti i parametri sopra-indicati, e di emanare un nuovo provvedimento». Quasi nulli, a questo punto, i margini per il Comune di Manduria di trovare nuovi motivi di rifiuto.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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