Iscrizioni scuola, più studenti verso il liceo ma le aziende vogliono tecnici specializzati: meglio posticipare la scelta di due anni?

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Sempre tanto liceo nelle scelte dei ragazzi per scuole superiori, però il mercato del lavoro ha forte carenza di personale specializzato soprattutto ambito stem.

Le richieste del mercato del lavoro

Secondo l’ultimo report rilasciato dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere, in relazione alle previsioni sul fabbisogno occupazionale per il periodo 2024-2028, saranno necessari una platea di circa 72 mila potenziali lavoratori nuovi all’anno.

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Sempre secondo Unioncamere le attività produttive dei vari settori in cui dovrebbero confluire i diplomati specializzati, parlano di un dato che viaggia tra i 120 mila e le 140 mila di posizioni aperte. Uno scenario che, perciò, dati alla mano dovrebbe rendere percorsi di studio tecnici e professionali particolarmente appetibili.

Tra i settori che avranno maggiore carenza di personale qualificato troviamo quello edile con oltre 15 mila lavoratori, a seguire il settore agricolo/alimentare e dopo ancora quello meccanico. Altri settori avranno una copertura quasi completa parliamo della ristorazione, dell’area relativa alla Promozione e di quella del settore dell’elettronica

Se l’esigenza delle imprese in Italia sarà sempre più quella di avere personale specializzato, il trend delle scelte dei percorsi scolastici racconta un percorso opposto. I ragazzi delle medie, infatti indirizzano le loro scelte sempre più sul Liceo ed in particolare verso l’indirizzo scientifico. Una vera e propria “patologia” (fonte TGCOM) che sembra contagiare da diversi anni genitori e studenti complice anche un orientamento basato da parte degli insegnanti ancora su vecchi pregiudizi e solo sul rendimento dei ragazzi e non sulle vere attitudini.

Questo fenomeno va purtroppo in contrasto con l’esigenza sempre più marcata nel nostro Paese di avere personale qualificato in ambito tecnico-professionale. In questo modo diventa sempre più difficile trovare un tecnico specializzato nelle aziende o un artigiano che venga a riparare il rubinetto di casa.

Possibili alternative al Liceo: gli IeFP

Oltre ai diversi percorsi Liceali, scientifico con le varie derivazioni, classico, musicale e linguistico, la seconda alternativa sono gli Istituti Tecnici sia di derivazione commerciale che industriale molto diffusi in regioni d’Italia a forte caratterizzazione industriale.

Esiste anche un percorso di studi meno pubblicizzato nelle scuole medie e meno conosciuto da studenti e genitori, si tratta dell’istruzione Formazione Professionale (IeFP). Parliamo di corsi scolastici professionalizzanti gestiti dalle regioni che prevedono una formazione on the job e che sono in grado al termine degli studi di restituire una qualifica professionale che consente di entrare velocemente nel mondo del lavoro, da non confondere con gli Istituti professionali. Nonostante le forti opportunità di entrare velocemente nelle aziende che richiedono capacità tecniche e professionali anche manuali, sono pochissimi i ragazzi che si affidano a questi percorsi di studi che di contro non vengono neanche presentati come alternativa durante le ore di orientamento scolastico.

Sono in grado di offrire una formazione in settori specifici quali ad esempio artigianato, industria, commercio, turismo, ristorazione e servizi alla persona. La caratteristica principale di questi corsi è quello che le attività in aula sono fortemente complementari con attività lavorativa di affiancamento negli ambienti di lavoro. Quindi si unisce la competenza con il “fare” pratico.

Al termine del percorso, gli studenti conseguono una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale ed europeo, con la possibilità di anche di proseguire gli studi verso il diploma di istruzione secondaria o di frequentare ulteriori corsi di specializzazione tecnica.

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La scelta delle superiori complicata per genitori e studenti

Nessuna volontà di fare la guerra al Liceo: chi ha le idee chiare e sa che il suo obiettivo è la laurea l’indirizzo giusto non può che essere il liceo, magari perché no il classico e il linguistico e non solo lo scientifico. Sono percorsi di studi che forniscono allo studente basi solide per scegliere successivamente il proprio percorso di studi più verticale.

Ma va tenuto conto nella scelta (Dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere) che solo il 20% dei liceali che si fermano al diploma trovano poi una occupazione. Quindi il completamento degli studi con almeno una laurea è fondamentale.

Per i ragazzi, invece, che non sono poi così sicuri di volersi laureare o che hanno propensione anche per la manualità e le attività più tecniche ci sono diversi percorsi di studio tecnici che successivamente al diploma possono essere completate con ulteriori percorsi come ad esempio gli ITS Academy.

Abbiamo detto degli istituti Tecnici e degli IeFP ma anche la riforma 4+2 varata dal nuovo governo per gli istituti tecnici e professionali dovrebbe andare nella direzione di fornire al mondo del lavoro le persone professionalizzate richieste ma lo sapremo con certezza solo tra qualche anno.

Il grosso alert che va tenuto conto nella scelta degli indirizzi tecnici è che sono molto verticali sulle competenze, quindi, c’è il forte rischio di accorgersi di aver sbagliato indirizzo soprattutto dal terzo anno in poi dove le materie specialistiche cominciano ad essere parte importante del programma scolastico. A quel punto tornare indietro e cambiare scuola diventa molto complicato.

Insomma, quella che avviene a metà della seconda media è una scelta a dir poco complicata per gli studenti che sono portati a fare poco più di dodicenni un’età dove le idee del proprio futuro sono veramente ancora poco chiare e si sogna ancora di diventare famosi con i social o giocando al calcio.

Uno spostamento della scelta due anni dopo forse in parte aiuterebbe ad avere qualche idea in più ma questo vorrebbe dire portare le medie a 5 anni e portare le superiori ai soli 3 anni. Se ne parlava anni fa ma poi non se ne fece più niente.

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Se la scelta è quella giusta lo si capirà dopo, però è importante che la si faccia considerando almeno tutte le variabili in gioco, attitudini personali, rendimento scolastico, sviluppo del mercato del lavoro, materie che si studiano e sbocchi professionali offerti.

L’orientamento offerto dalle scuole dovrebbe lavorare su tutti questi fronti.





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