BELLUNO. Si è tenuto martedì 11 febbraio al Park Hotel Villa Carpenada a Belluno il meeting intitolato “Dal presente al 2040: il mercato immobiliare che verrà” organizzato da Hl Immobiliare, agenzia di riferimento nel settore immobiliare di Belluno e operante con 7 sedi in tutto il Triveneto, per festeggiare i suoi primi 10 anni di vita.
L’evento ha visto riuniti esperti del settore, imprenditori e operatori immobiliari, offrendo uno spazio di confronto sulle sfide future e le prospettive di crescita del settore. L’evoluzione della domanda, la capacità di spesa delle nuove generazioni, la carenza di alloggi e lo spopolamento del territorio sono stati alcuni dei temi trattati.
L’incontro è stato aperto dall’intervento di Sandro Cucco, ceo Hl Immobiliare, che ha voluto fare un excursus sugli avvenimenti principali degli ultimi 25 anni che hanno influenzato anche il mercato immobiliare: il primo avvenimento trattato è stato l’avvento dell’euro che ha portato i prezzi delle case a raddoppiare, senza però un conseguente aumento degli stipendi, in un panorama dove vi era tanta offerta e poca domanda. Ha fatto presente poi che il mercato delle compravendite ha visto un boom fino al 2007 per poi subire un arresto con la crisi del 2008 che nel territorio bellunese si è sentita non in maniera marcata e tra il 2010 e il 2012.
L’agenzia immobiliare è nata poi nel 2015 in un panorama di nuovo di tanta offerta e poca domanda dove “era avvilente cercare di vendere le case di clienti che ci supplicavano di trovargli qualche persona interessata”, ha commentato Cucco che ha proseguito “Nel 2018 le cose andavano bene ma poi la pandemia ha rimescolato tutte le carte in tavola. Dopo la pandemia il mercato immobiliare ha cambiato di nuovo trend: l’avvento dello smart working ha svuotato i centri città e creato nelle persone l’esigenza di uno spazio esterno o verde. E poi ancora il Bonus 110 ha di nuovo rimescolato le carte spingendo gli acquirenti ad orientarsi su immobili da ristrutturare. Adesso è il momento delle case green che assecondano la normativa verde europea che si è data come orizzonte il 2030. Cosa ci aspetta quindi?”.
La parola è passata poi a Francesco Brunori, futurista, collaboratore di Skopìa, formatore e docente universitario che ha offerto una visione approfondita sulle minacce, le opportunità e le strategie per il futuro del mercato immobiliare: “i dati non danno un futuro roseo ma, se analizziamo la situazione, possiamo cogliere delle opportunità arrivando preparati: secondo i dati, l’Italia del 2050 risentirà ancor più dell’inverno demografico, dell’invecchiamento della popolazione e vedrà il 18% degli italiani vivere da soli. Date queste premesse si può però orientare il mercato immobiliare su cohousing o strutture con servizi per gli anziani, ripensare i servizi, ripensare alle città più ad uso degli anziani e pensare alle opportunità che queste sfide possono offrire al settore immobiliare ponendosi in maniera agile, curiosa, collaborare ed essere empatici”.
Durante la tavola rotonda, è intervenuto anche Valerio Pradel, direttore della Filiale di Belluno di Cortinabanca, che ha fatto notare come, nelle nuove generazioni, si vede un cambiamento repentino: oggi non si riesce ad accumulare ricchezza come una volta e le nuove generazioni cambiano spesso lavoro con 5-10 esperienze lavorative. “Date queste premesse risulta sempre più fondamentale entrare in sintonia con i clienti e personalizzare il servizio sulla base delle loro esigenze” ha commentato.
Il direttore di Confindustria Belluno-Dolomiti, Andrea Ferrazzi, si è focalizzato sul tema dello spopolamento della montagna che stride con la difficoltà da parte delle aziende di avere nuova manodopera e professionalità. “Da qui la nostra volontà di investire sull’innovazione e sulle progettualità cui deve seguire però il fatto che alle persone che arrivano bisogna dare una casa” ha dichiarato proseguendo “Stiamo lavorando per portare un corso dell’università di Verona qui ma il grosso problema è dove mettere gli studenti che questa operazione comporta. Si tratta di un problema diffuso e trasversale per cui ho pensato ad un fondo di sviluppo immobiliare per recuperare il patrimonio abbandonato e renderlo di nuovo fruibile. Un progetto ambizioso che comporta investimenti ingenti che necessitano di sinergia tra pubblico e privato.
Margherita Minella, project manager Pmp Società Nuova e Referente del progetto Primavera Casa, ha fatto presente che oggi la marginalità sociale riguarda anche persone con reddito sicuro, ma che non trovano case in affitto, così come di giovani che vorrebbero staccarsi dalla propria famiglia ma non trovano abitazioni. Da questa problematica è nata l’idea di creare dei servizi per proprietari di seconde case non utilizzate per spingere ad un loro utilizzo per affitti. Una volta proposto il progetto ai comuni sono seguiti degli incontri pubblici in Valbelluna coi proprietari delle case per capire i loro timori. La risposta è stata molto positiva: in 16 incontri hanno partecipato circa 250 persone che hanno posto tante domande e racconti di esperienze con la volontà di cercare soluzioni.
Ha concluso il giro di interventi Serena Rosset, di Edilprealpi Srl, che ha evidenziato i problemi dei prezzi delle materie prime, della manodopera difficile da trovare, del bisogno di ristrutturare in Italia un gran patrimonio che risulta datato e inefficiente, della burocrazia importante che serve per un intervento di ristrutturazione e dei bonus che cambiano ogni anno. Ha proposto poi di semplificare le pratiche edilizie e rendere i bonus più sicuri nel tempo.
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