Sarebbero entrambe straniere le persone iscritte nel registro degli indagati dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola, titolari dell’inchiesta. Faro della Procura su un conto corrente di Hong Kong
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulle truffe realizzate con la finta voce del ministro della Difesa, Guido Crosetto ai grandi nomi dell’industria. Dopo aver rimesso le mani sui 950 mila euro spillati a Massimo Moratti, la procura di Milano fa un passo in più. Ora ci sono i primi due indagati. Entrambi cittadini stranieri, spiegano fonti giudiziarie.
L’inchiesta coordinata dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola e condotta dai carabinieri, ha portato a bloccare i conti olandesi su cui è stata trovato il denaro versato dall’ex patron dell’Inter, Moratti, quasi un milione di euro. Sfruttando il caso di Cecilia Sala, i truffatori hanno raccontato che il denaro sarebbe dovuto servire a pagare fantomatici riscatti per liberare inesistenti giornalisti sotto sequestro in Medio Oriente. I soldi di Moratti sono stati individuati sul conto olandese, già sequestrato il 4 febbraio in via d’urgenza dai pm, ai quali Moratti aveva eseguito i due distinti bonifici da poco più di 470 mila euro l’uno. Sono truffa pluriaggravata e sostituzione di persona le ipotesi di reato su cui stanno lavorando gli inquirenti.
Dopo aver bloccato il denaro del presidente di Saras, gli inquirenti stanno cercando di capire se su quel conto olandese, che risulta intestato a più persone straniere ci siano altri soldi, eventuali proventi di altre truffe messe a segno. Pare che ci sia stato un tentativo di trasferire i soldi su un altro conto corrente che non sarebbe andato a buon fine. Si stanno verificando i legami tra i nomi degli intestatari del conto e altre persone. La banda, che utilizzava numeri clonati e sistemi informatici molto sofisticati, avrebbe usato pure un conto ad Hong Kong, quello su cui, tra l’altro, si aspettava che Moratti, dopo ulteriori insistenti richieste, inviasse ancora denaro.
È stato lo stesso ministro Crosetto a portare alla luce il caso attraverso i social media, nel tardo pomeriggio del 6 febbraio. Su X ha raccontato di un imprenditore amico che lo aveva contattato dopo una strana telefonata a suo nome ricevuta un paio di giorni prima, e poi di altri due casi. Qualcuno — spacciandosi per lo stesso ministro, presentandosi come «Giovanni Montalbano, funzionario della Difesa», o come «generale» — ha cercato di contattare imprenditori come Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Giorgio Armani, Patrizio Bertelli (gruppo Prada), Francesco Caltagirone, Pietro Gussalli Beretta, la famiglia Aleotti (farmaceutica Menarini), qualcuno anche nella famiglia Del Vecchio (Luxottica) e ai vertici di Esselunga. er capire se su quel
conto olandese, che risulta intestato a più persone
straniere e
che è finito nel mirino sin da subito, ci siano dentro
altri
soldi, eventuali proventi di altre truffe messe a segno, anche
se
allo stato sembrerebbe di no. Pare che ci sia stato un
tentativo di
trasferire i soldi su un altro conto, non andato a
buon fine, ma anche su
questo si faranno approfondimenti quando
arriveranno a Milano, già domani
probabilmente, gli esiti della
attività di rogatoria avviata dalla Procura
milanese, grazie
anche ad Europol. E si stanno verificando i legami tra
quei
nominativi degli intestatari del conto e altre persone.
La banda, che utilizzava numeri clonati e sistemi
informatici
molto sofisticati, avrebbe usato pure un conto ad Hong
Kong,
quello su cui, tra l’altro, si aspettava che Moratti, dopo
ulteriori
insistenti richieste anche mentre stava denunciando,
inviasse ancora soldi.
Sempre con una rogatoria, gli inquirenti
si aspettano di poter verificare se
anche là sia transitato il
bottino di qualche truffa.
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